sabato 26 gennaio 2019

Lectio Divina - 3° Domenica del Tempo Ordinario - Anno C (2019)


La Lectio Divina è tratta dal libro
"Lectio Divina" (2016), Ed. Vita Carmelitana
P. Anastasio Francesco Filieri O Carm
Commento filatelico dell'Avv.to Francesco Gatto


III Domenica del Tempo Ordinario
Dal Vangelo secondo Luca
(Lc. 1,1-4;4,14-21)

1 Poiché molti han posto mano a stendere un racconto degli avvenimenti successi tra di noi, 2 come ce li hanno trasmessi coloro che ne furono testimoni fin da principio e divennero ministri della parola, 3 così ho deciso anch'io di fare ricerche accurate su ogni circostanza fin dagli inizi e di scriverne per te un resoconto ordinato, illustre Teòfilo, 4 perché ti possa rendere conto della solidità degli insegnamenti che hai ricevuto. 14 Gesù ritornò in Galilea con la potenza dello Spirito Santo e la sua fama si diffuse in tutta la regione. 15 Insegnava nelle loro sinagoghe e tutti ne facevano grandi lodi. 16 Si recò a Nàzaret, dove era stato allevato; ed entrò, secondo il suo solito, di sabato nella sinagoga e si alzò a leggere. 17 Gli fu dato il rotolo del profeta Isaia; apertolo trovò il passo dove era scritto: 18 Lo Spirito del Signore è sopra di me; per questo mi ha consacrato con l’unzione, e mi ha mandato per annunziare ai poveri un lieto messaggio, per proclamare ai prigionieri la liberazione e ai ciechi la vista; per rimettere in libertà gli oppressi, 19 e predicare un anno di grazia del Signore. 20 Poi arrotolò il volume, lo consegnò all'inserviente e sedette. Gli occhi di tutti nella sinagoga stavano fissi sopra di lui. 21 Allora cominciò a dire: “Oggi si è adempiuta questa Scrittura che voi avete udita con i vostri orecchi”.

Breve esegesi

Il vangelo di Luca ci sta accompagnando lungo il percorso liturgico di quest’anno. In questo inizio del tempo ordinario ci viene presentato il prologo. In Luca il tema è l’affermazione della identità storica di Gesù dando priorità al suo racconto evangelico, mentre serpeggiano idee ereticali e false interpretazioni. Teofilo è chi ama Dio, quindi ognuno di noi. Luca pone la predicazione di Gesù sotto l’influsso dello Spirito Santo. Consacrato dallo Spirito nel Giordano è condotto nel deserto, e mosso dallo stesso Spirito dà inizio alla sua opera. “Lo Spirito del Signore è sopra di me”, preso il rotolo del libro, nella sinagoga di Nazaret, legge il passo di Isaia che annuncia l’anno giubilare, l’anno del Signore, in cui è specificata la sua missione, che riporterà agli increduli discepoli di Giovanni, che chiedono se fosse o meno Lui l’atteso Messia. Lui è il Giubileo preannunziato da Isaia. La sua è investitura messianica: “Mi ha consacrato con l’unzione”. E’ Lui la salvezza dell’umanità, per cui è stato inviato dal Padre, a sanare chi era perduto, a dare libertà e dignità, portare ai poveri il lieto annunzio e inaugurare l’anno di grazia del Signore: “Oggi si è adempiuta questa scrittura che voi avete ascoltato”, conclude. 

Preghiera

Cristo Signore, ti sei rivelato nella sinagoga di Nazareth. A coloro che ti hanno conosciuto secondo la carne, ai tuoi compaesani, hai rivelato il mistero del disegno di Dio: sei Tu colui che è stato consacrato con l’unzione dallo Spirito del Signore e mandato ad annunziare la buona novella, il vangelo del regno e salvare gli oppressi. Beato chi, mediante lo stesso Spirito, ti ha conosciuto, ti ha incontrato. Non così quanti ti hanno conosciuto secondo la carne, i compaesani nazaretani. Questi ultimi ti hanno rigettato, pur essendo Tu la pietra angolare dell’edificio di questa nostra umanità, che hai innalzato, riportandola alla compiacenza del Padre, mediante la tua opera redentrice. Noi attendevamo che avresti raccolto nell'unità dell’amore del Padre tutti gli uomini di questa nostra terra; che quanto promesso dai profeti all'antico popolo si fosse avverato nel nuovo Israele. Forse i tuoi compaesani sono stati distolti dalla figura del tuo progenitore Davide che nel regno ha raccolto, nell'unità della fede in Javeh, l’antico popolo di Dio. Tu hai formato un nuovo popolo e, rigettando la fionda e la spada di Davide, hai fondato un nuovo regno di pace, di amore, di giustizia, di verità, di santità, costruito nella libertà dei figli di Dio. Hai scandalizzato lo stesso Giovanni Battista, di cui hai
detto non essere nato uno più grande, però essere il più piccolo nel regno da te instaurato, affermando che non sei venuto a giudicare, ma a salvare, a portare la dignità dei figli di Dio a ciechi e zoppi, sordi e muti, lebbrosi ed emarginati. Tu facci amare questo regno che sei venuto a portare tra noi. Mediante il battesimo, in cui anche noi siamo stati consacrati in te con l’unzione, abbiamo ottenuto l’appartenenza al tuo regno per grazia, sia anche la nostra scelta quotidiana di appartenenza, per cantare nella liturgia, come nella vita: tuo è il regno, tua la potenza e la gloria nei secoli.

Per la vita

Gesù in tutte le sue movenze è mosso dallo Spirito, dal battesimo nel Giordano al deserto. E ancora mosso dallo Spirito partecipa all'antico popolo di Dio quanto lo tesso Spirito ha ispirato Isaia. Riporta e preannunzia l’evento giubilare personificato in lui. Sono caratteristiche di fedeltà al Padre, svolte sotto l’influsso dello spirito. Questa esemplarità di Cristo non è consuetudine nella prassi abituale del popolo di Dio. Risuona il Luca degli atti degli apostoli:”Abbiamo deciso lo Spirito Santo e noi”. E’ la sintonia che Cristo ha trasmesso alla sua Chiesa.”Lo Spirito Santo vi insegnerà ogni cosa”, il Paraclito assisterà i suoi e li difenderà quanto dovranno testimoniare la loro fedeltà di fronte al mondo ostile. E’ una prassi nell'esemplarità di Cristo, trasmessa e fatta propria dai suoi apostoli, nella chiesa di Dio, ed esistenziale per ogni battezzato in Cristo, che tale è diventato con l’unzione crismale ad opera dello Spirito Santo. Tutto questo ci poterà a continuare l’opera di annunzio evangelico di Cristo, a sanare chi è prostrato nel fisico e nello spirito, a dare dignità di vita ai figli di Dio, a continuare nel suo nome l’anno giubilare, nella quotidianità delle espressioni di Isaia, incarnate da Cristo Gesù.


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