domenica 19 maggio 2019

Lectio Divina - V Domenica di Pasqua - Anno C (2019)


La Lectio Divina è tratta dal libro
"Lectio Divina" (2016), Ed. Vita Carmelitana
P. Anastasio Francesco Filieri O Carm
Commento filatelico dell'Avv.to Francesco Gatto


V Domenica di Pasqua
Dal Vangelo secondo Giovanni
(Gv. 13,31-35)

31 Quand'egli fu uscito, Gesù disse: “Ora il Figlio dell’uomo è stato glorificato, e anche Dio è stato glorificato in lui. 32 Se Dio è stato glorificato in lui, anche Dio lo glorificherà da parte sua e lo glorificherà subito. 33 Figlioli, ancora per poco sono con voi; voi mi cercherete, ma come ho già detto ai Giudei, lo dico ora anche a voi: dove vado io voi non potete venire. 34 Vi do un comandamento nuovo: che vi amiate gli uni gli altri; come io vi ho amato, così amatevi anche voi gli uni gli altri. 35 Da questo tutti sapranno che siete miei discepoli, se avrete amore gli uni per gli altri”.

Breve esegesi

Gesù attende l’uscita di Giuda dal cenacolo, che segna l’inizio della sua passione, per parlare della glorificazione del Figlio dell’Uomo, titolo legato al tema della gloria e dell’innalzamento, cioè della redenzione, attraverso la sua morte e resurrezione. In essa si manifesta la gloria di Dio come potenza salvifica. Dio lo “glorificherà”, si riferisce alla futura attività salvifica da risorto. E’ il compimento della missione che gli ha affidato il Padre. Gesù usa l’espressione profetica di Figlio dell’Uomo perché la glorificazione riguarda la sua umanità, ma nel contempo è anche la glorificazione del Padre. Poiché la vita di Gesù è stata una glorificazione del Padre, lo stesso Padre porterà a compimento la glorificazione del Figlio, che avverrà con l’auto donazione, morte, resurrezione e ascensione al Padre. I “figlioletti” indica la tenerezza del rapporto che Gesù ha instaurato con i suoi e li chiama tali nel momento in cui afferma che non li porterà con sè. Il comandamento che, come testamento, lascia ai suoi è di amare allo stesso modo come ha amato Lui. Non è l’amare il prossimo come se stessi; ma amare fino al dono della propri vita. Il comandamento è “nuovo” perché è il cuore della Nuova Alleanza.

Meditazione pregata

Cristo Gesù, hai affermato che il Padre ha tanto amato il mondo da dare il suo Figlio. Noi festeggiamo il tuo natale, la tua incarnazione, il tuo essere disceso dal cielo e assunto la nostra condizione umana; ma non avvertiamo di celebrare l’amore del “Padre che ha tanto amato il mondo da dare suo Figlio”. Hai posto l’amore a fondamento del Vangelo del regno. Dall'antica alleanza, che aveva nella legge mosaica il suo fondamento, hai fatto estrapolare e affermare al dottore della legge che l’amore verso il Padre e il nostro prossimo è il vero fondamento di tutta la legge, in cui sono radicati comandamenti, precetti, norme ed esortazioni. Poi hai celebrato la tua pasqua di morte e risurrezione, lavando i piedi ai tuoi discepoli, annullando la tua dignità umana e divina tra le proteste di Pietro. Ti sei svuotato della dignità della tua vita, quale umile servo, per completarla nell'offrire la tua vita con il sangue sparso sulla croce. Progressiva affermazione che supera il comandamento dell’amare il prossimo come noi stessi. Infine, hai lasciato quale testamento la tua esemplarità, che è la sintesi della nuova legge, del vangelo del regno: amarci gli uni gli altri con la stessa misura e intensità con cui ci hai amati, fino al dono della vita. Lo hai rivelato ai tuoi amici, perché sperimentino l’intimità divina di amore con te e il Padre. A noi dona, nella quotidianità, di aprirci alla disponibilità dei fratelli più piccoli, a non lasciarli soli nel loro tormentato cammino di vita, intessuto di frustrazione, solitudine, sofferenza, povertà, quando avvertono l’affanno della condizione umana. Allora aprici il cuore per dimenticare noi stessi e aprirci a loro, facendo nostro il tuo detto: “c’è più gioia nel dare che nel ricevere”. La comunità apostolica ha ereditato ed espresso questa tua nuova legge. Dona alla tua chiesa continuità nella testimonianza evangelica.

Per la vita

La glorificazione è la manifestazione di Dio, che si identifica anche con l’innalzamento di Cristo sulla croce; mentre nell'accezione corrente è una espressione trionfale. Nella visione della vita sai fare tua una visione biblica ed evangelica? Sei radicato e fondato nella Parola tanto da far tuo e usare, a volte, il suo linguaggio, o ti senti lontano? Con questa espressione Gesù parla della sua passione, morte in croce e resurrezione. Gesù è il Verbo fatto carne, e in questa carne abita e si rivela la gloria del Figlio di Dio. Gesù esemplifica, ma siamo nell'ordine del mistero, di ciò che è nell'ordine di Dio e rivelato all'uomo per grazia. Gesù chiama teneramente figlioletti i suoi discepoli e li invita ad amarsi come lui li ha amati. E’ così proclamato il superamento dell’antica legge. L’amore è l’ispirazione e il coronamento di ogni comandamento, nella misura in cui Cristo Gesù l’ha incarnato: con il dono della propria vita. Il “vi ho dato un esempio perché come ho fatto io facciate anche voi” è il dono di se espresso nell'attenzione, dedizione, servizio agli altri. Da ritrovarsi sempre nelle parole di Cristo Gesù:”C’è più gioia nel dare che nel ricevere”.


Nessun commento:

Posta un commento