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L'elogio della verità:
"Che cos'è la verità?" (Gv 18,38).
La domanda lapidaria di Pilato risuona martellante nella coscienza dell'uomo di oggi.
A chi importa oggi conoscere la verità? O meglio, quante verità esistono? Verità oggettiva o verità soggettiva?
La domanda di Pilato è la domanda ironica del "super-uomo" moderno che, di fronte all'opinione di molti su etica, politica, società, religione, risponde: non esiste nessuna verità.
La verità è tale se nasce dall'intrinseca libertà dell'uomo di pensare ciò che vuole e di credere che ciò che pensa sia corretto e quindi vero.
Nasce però un problema che la coscienza dormiente tace: se le verità sono tanto quante sono le persone, chi mi impedisce di fare ciò che voglio? Chi mi impedisce di tradire le leggi dello Stato perché le ritengo false? Chi mi impedisce di uccidere una persona semplicemente perché ritengo che la vendetta sia l'unica verità che mi passa per la testa in questo momento? Non sono forse verità anche questi miei atti? E chi mi dice che questa mia verità sia sbagliata dato che può esserla anche la tua?
Carissimi, questa serie di domande ci portano ad una tragica conclusione: se non c'è l'oggettivo c'è il male; se manca una verità manca una legge comune, manca un'etica, manca lo stesso soggetto.
La domanda di Pilato non è solo filosofica ma anche antropologica.
Se manca la verità, l'uomo tira fuori il lato peggiore di se.
Un uomo, duemila anni fa, disse:
"Io sono la via, la verità e la vita" (Gv 14,6).
Questa frase, apparentemente scorrevole, catapulta tutta la filosofia e l'etica della verità. La verità non rimane più un qualcosa che l'uomo deve cercare per ottenerla e neanche un concetto astratto, inesistente, non reale.
La Verità ora è una persona e richiede relazione.
Essendo relazione, questa Verità non solo si fa cercare ma ci viene incontro, se noi la ricerchiamo veramente.
Essendo una persona non si può possedere ma è lei che ci possiede.
Cercare la Verità è possibile, anzi un'esigenza dell'uomo moderno.
L'uomo moderno è disgregato dall'interno perché semplicemente si sta allontanando sempre più dalla Verità fatta persona.
E più si allontana, più sarà peggio.
Il relativismo ha prodotto i più grandi crimini dell'umanità.
Per una verità propria di razza sono stati sterminati milioni e milioni di ebrei; per una verità propria di progresso, l'economia ha distrutto milioni di famiglie e potrei andare avanti.
Il relativismo produce crimini essendo una vera e propria dittatura.
Joseph Ratzinger è stato un uomo, un discepolo della Verità, che non ha avuto timore di proclamare l'incontro con questa realtà avvolgente e difatti ha subito critiche, percussioni, infamie, calunnie.
Chi non proclama la Verità sarà l'idolo del mondo, sarà esaltato e onorato ma sarà un fallito come uomo e come cristiano.
Benedetto XVI a proposito della Verità disse:
"Oggi un ostacolo particolarmente insidioso all'opera educativa è costituito dalla massiccia presenza, nella nostra società e cultura, di quel relativismo che, non riconoscendo nulla come definitivo, lascia come ultima misura solo il proprio io con le sue voglie, e sotto l'apparenza della libertà diventa per ciascuno una prigione, perché separa l'uno dall'altro, riducendo ciascuno a ritrovarsi chiuso dentro il proprio "io".
L'io di una verità soggettiva diventa prigioniero di se stesso.
Ma c'illuderemmo se pensassimo che questa Verità la possiamo afferrare e trattenere con noi. Dice infatti Benedetto: "Nessuno può avere la verità. E’ la verità che ci possiede, è qualcosa di vivente! Noi non siamo suoi possessori, bensì siamo afferrati da lei. Solo se ci lasciamo guidare e muovere da lei, rimaniamo in lei, solo se siamo, con lei e in lei, pellegrini della verità, allora è in noi e per noi.
Penso che dobbiamo imparare di nuovo questo «non-avere-la-verità».
Come nessuno può dire: ho dei figli – non sono un nostro possesso, sono un dono, e come dono di Dio ci sono dati per un compito - così non possiamo dire: ho la verità, ma la verità è venuta verso di noi e ci spinge.
Dobbiamo imparare a farci muovere da lei, a farci condurre da lei.
E allora brillerà di nuovo: se essa stessa ci conduce e ci compenetra". La questione della Verità oggi è urgente. Cristo è la Verità e quando noi annunciamo Cristo annunciamo contemporaneamente la Verità che diventa persona e si è fatta comunicabile e vicina a noi. Benedetto XVI questo lo ha capito tanto da farlo un Doctor Veritatis.
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