domenica 3 febbraio 2019

Lectio Divina - 4° Domenica del Tempo Ordinario - Anno C (2019)


La Lectio Divina è tratta dal libro
"Lectio Divina" (2016), Ed. Vita Carmelitana
P. Anastasio Francesco Filieri O Carm
Commento filatelico dell'Avv.to Francesco Gatto



IV Domenica del Tempo Ordinario
Dal Vangelo secondo Luca (Lc. 4,21-30)

21 Allora cominciò a dire: “Oggi si è adempiuta questa Scrittura che voi avete udita con i vostri orecchi”. 22 Tutti gli rendevano testimonianza ed erano meravigliati delle parole di grazia che uscivano dalla sua bocca e dicevano: “Non è il figlio di Giuseppe?” 23 Ma egli rispose: “Di certo voi mi citerete il proverbio: Medico, cura te stesso. Quanto abbiamo udito che accadde a Cafàrnao, fallo anche qui, nella tua patria!”. 24 Poi aggiunse: “Nessun profeta è bene accetto in patria. 25 Vi dico anche: c’erano molte vedove in Israele al tempo di Elia, quando il cielo fu chiuso per tre anni e sei mesi e ci fu una grande carestia in tutto il paese; 26 ma a nessuna di esse fu mandato Elia, se non a una vedova in Sarepta di Sidone. 27 C’erano molti lebbrosi in Israele al tempo del profeta Eliseo, ma nessuno di loro fu risanato se non Naaman, il Siro”. 28 All'udire queste cose, tutti nella sinagoga furono pieni di sdegno; 29 si levarono, lo cacciarono fuori della città e lo condussero fin sul ciglio del monte sul quale la loro città era situata, per gettarlo giù dal precipizio. 30 Ma egli, passando in mezzo a loro, se ne andò.

Breve esegesi

“Oggi si è compiuta questa scrittura”. Gesù proclama il compimento della scrittura in lui. Quanto Dio ha ispirato i profeti lungo i secoli si compie in lui, nel Cristo Messia. Quasi presi dallo spirito tutti gli danno testimonianza. Subito dopo subentra una visione dettata non dallo spirito , ma “dalla carne”, un modo più paesano di connotare la sua vicenda umana: “Non è costui il Figlio di Giuseppe, il falegname”? Vogliono usare Cristo. E sempre l’eterno rapporto tra noi e Dio, nel non aderire all'”ascolta Israele”, la Parola proclamata da Gesù nella sinagoga. Si può riscontrare quanto affermato nel prologo di Giovanni:”Venne tra i suoi, ma i suoi non lo riconobbero”. Gesù cita un proverbio: ”Nessun profeta è bene accetto in patria”. Inizia quell'affrancamento dall'essere costituito solo Israele popolo di Dio. Riporta quanto Dio ha compiuto nella storia di Israele per mezzo dei profeti, aprendosi al mondo pagano, come fecero Elia ed Eliseo. La reazione dei compaesani prefigura quanto sarà della sorte di Cristo Gesù, quando svelerà la missione affidatagli dal Padre: annunziare il Vangelo del Regno e portare a salvezza ogni uomo, lontano dalla concezione messianica temporale della sua gente e in contrasto con i capi del popolo.

Meditazione pregata

Cristo Signore, ti sei incarnato per opera dello Spirito Santo, nel seno della vergine Maria. Il concepimento è avvenuto nella tua città di Nazareth e sei stato chiamato il Nazareno. Entrando nella sinagoga della tua città, hai partecipato e condiviso la scrittura e, come ogni buon figlio dell’antica alleanza, hai aperto il rotolo del libro e letto il passo che ti riguardava, che rifletteva la tua identità messianica. Tutti ti hanno dato testimonianza mossi dallo Spirito, attestando in te quell'autorità della parola che viene da Dio; quella parola che salva, se risuona in noi e nella nostra vita, quale frutto di adesione a quanto lo Spirito suggerisce. Allo Spirito si contrappone la carne, la fragilità umana. Tu hai avuto modo di riscontrarla subito nei tuoi stessi concittadini, che ti hanno chiesto, secondo la carne e da uomini senza fede, di operare gli stessi segni, gli stessi miracoli che hai compiuto in Cafarnao. Come hai rigettato nel deserto Satana, che voleva manifestassi la potenza divina che è in te, per riscuotere l’ammirazione degli uomini, così hai rigettato le pretese campanilistiche dei tuoi concittadini. Anche noi nelle nostre orazioni ti chiediamo di piegarti alle nostre richieste, piuttosto che di inserirle nel tuo disegno di salvezza su di noi. Tu portaci al tuo sentire, infondici il tuo Spirito. Nello stesso tempo, ti chiediamo di farti carico della nostra debolezza e soccorrici, perché vogliamo rimanere sempre fedeli e uniti a te. I tuoi concittadini si sono rivoltati contro, ti hanno rigettato. Già all'inizio della tua missione si è prospettata la salita al Golgota. Anche a noi hai chiesto di seguirti, prendendo ogni giorno la croce, quella che ci viene dal tuo volere, dai nostri fratelli e quella che, spesso, ci costruiamo con le nostre stesse mani. Fa’ che in ogni evenienza, come hai affermato, il peso sia leggero e il tuo giogo soave.

Per la vita

Dopo aver iniziato la sua missione, e diffusasi la sua fama tra la gente, Gesù torna in Nazareth tra la sua gente, dove è cresciuto ed è familiare. Ad essi, entrato nella sinagoga, come è d’uso nell'incontro sinagogale, volge la parola e cita le scritture: è il passo di Isaia in cui si rivela. E’ lui il Giubileo, è lui l'annunziatore del giubileo che proclamerà l’anno del Signore. Lui opererà secondo il mandato giubilare del Padre. Nell'”Io sarò il vostro Dio e voi sarete il mio popolo”, era incarnato in Israele il privilegio di essere il Padre Dio funzionale alle attese del suo popolo. Tale era anche e soprattutto l’attesa messianica. E vogliono che manifestasse i segni operati altrove, a beneficio dei suoi compaesani. Gesù ha sempre manifestato i segni della sua potenza divina dopo aver suscitato la fede in lui. L’”Ascolta Israele” è primario a qualsiasi approccio con Dio, ce lo insegna la stessa liturgia, che alle richieste di preghiera dei fedeli, fa precedere l’atto di fede e prima ancora l’ascolto della Parola di Dio e la Parola del Signore. L’ascolto di Dio suscita la fede. Questo vale anche per rivedere la nostra preghiera di intercessione :”Chiedete prima il regno di Dio e la sua giustizia e tutto il resto vi sarà dato in aggiunta”.


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