domenica 2 febbraio 2014

Presentazione del Signore


Oggi è la Festa delle luci (Lc 2,30-32). Con la solenne benedizione e processione delle candele popolarmente nota come la “candelora”. La presentazione del Signore al Tempio chiude le celebrazioni natalizie e con l’offerta della Vergine Madre e la profezia di Simeone apre il cammino verso la Pasqua.

Maria e Giuseppe portarono il Bambino al Tempio di Gerusalemme quaranta giorni dopo la sua nascita, per "offrirlo" a Dio. Questa cerimonia era prescritta per tutti i figli maschi primogeniti in ossequio al comando di Esodo (13, 2.11-16) e consiste ancor oggi per gl'israeliti nel riscatto del bambino tramite un'offerta. Simultaneamente la puerpera compiva l'offerta prescritta dal Levitico (12, 6-8). Durante la visita, incontrarono Simeone, cui era stato predetto che non sarebbe morto prima di vedere il Messia. Simeone lodò il Signore con le parole che ora sono note come Nunc dimittis, o Cantico di Simeone, nelle quali annuncia che il Bambino sarebbe stato luce per le nazioni e gloria di Israele. Subito dopo Simeone profetizzò la sofferenza di Maria. Il Vangelo riferisce anche le profezie messianiche della profetessa Anna, un'ottantaquattrenne vedova che si trovava nel Tempio e identificò anch'essa pubblicamente il bambino come messia. 


GUERNSEY - 1996
The Presentation


VATICANO - 2002
Presentazione di Maria
SPAGNA - 1970
La Presentacion - De Morales

Nella pratica di presentare i bambini al Tempio è racchiuso anche un significato simbolico valido ancora per tutti i credenti in Cristo. Infatti, l'atto di consacrazione del neonato al Signore ricorda come Dio Padre abbia presentato il suo figlio Unigenito/Primogenito come riscatto dei peccati di coloro che Gli appartengono. Tutto già scritto nel piano della salvezza divina. Quindi, presentare i bambini al Tempio trae le sue radici nel piano della salvezza dove Gesù il Cristo avrebbe riscattato il Suo popolo (notizie tratte da Wikipedia).


«Meglio accendere una candela 
che maledire l'oscurità (Cina)»

Esodo 13,2

«Consacrami ogni primogenito, il primo parto di ogni madre tra gli Israeliti - di uomini o di animali -: esso appartiene a me».

Esodo 13,11-16

11 Quando il Signore ti avrà fatto entrare nel paese del Cananeo, come ha giurato a te e ai tuoi padri, e te lo avrà dato in possesso, 
12 tu riserverai per il Signore ogni primogenito del seno materno; ogni primo parto del bestiame, se di sesso maschile, appartiene al Signore. 
13 Riscatterai ogni primo parto dell'asino mediante un capo di bestiame minuto; se non lo riscatti, gli spaccherai la nuca. Riscatterai ogni primogenito dell'uomo tra i tuoi figli. 
14 Quando tuo figlio domani ti chiederà: Che significa ciò?, tu gli risponderai: Con braccio potente il Signore ci ha fatti uscire dall'Egitto, dalla condizione servile.
15 Poiché il faraone si ostinava a non lasciarci partire, il Signore ha ucciso ogni primogenito nel paese d'Egitto, i primogeniti degli uomini e i primogeniti del bestiame. Per questo io sacrifico al Signore ogni primo frutto del seno materno, se di sesso maschile, e riscatto ogni primogenito dei miei figli. 
16 Questo sarà un segno sulla tua mano, sarà un ornamento fra i tuoi occhi, per ricordare che con braccio potente il Signore ci ha fatti uscire dall'Egitto».



“Diffondi gioia e bontà quando incontri una persona conosciuta, e immediatamente avrai i vantaggi di una buona azione. 
Che i tuoi amici sentano il calore del tuo cuore affettuoso 
nel semplice saluto sorridente”.
(Carlos Torres Pastorino - Religioso brasiliano, 
scrittore, filosofo, poeta e compositore musicale)



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