domenica 17 febbraio 2019

Lectio Divina - VI Domenica del Tempo Ordinario - Anno C (anno 2019)


La Lectio Divina è tratta dal libro
"Lectio Divina" (2016), Ed. Vita Carmelitana
P. Anastasio Francesco Filieri O Carm
Commento filatelico dell'Avv.to Francesco Gatto


VI Domenica del Tempo Ordinario
Dal Vangelo secondo Luca (Lc. 6,17.20-26)


17 Disceso con loro, si fermò in un luogo pianeggiante. C’era gran folla di suoi discepoli e gran moltitudine di gente da tutta la Giudea, da Gerusalemme e dal litorale di Tiro e di Sidone. 20 Alzati gli occhi verso i suoi discepoli, Gesù diceva: “Beati voi poveri, perché vostro è il regno di Dio. 21 Beati voi che ora avete fame, perché sarete saziati. Beati voi che ora piangete, perché riderete. 22 Beati voi quando gli uomini vi odieranno e quando vi metteranno al bando e v’insulteranno e respingeranno il vostro nome come scellerato, a causa del Figlio dell’uomo. 23 Rallegratevi in quel giorno ed esultate, per ché, ecco, la vostra ricompensa è grande nei cieli. Allo stesso modo infatti facevano i loro padri con i profeti. 24 Ma guai a voi, ricchi, perché avete già la vostra consolazione. 25 Guai a voi che ora siete sazi, perché avrete fame. Guai a voi che ora ridete, perché sarete afflitti e piangerete. 26 Guai quando tutti gli uomini diranno bene di voi. Allo stesso modo infatti facevano i loro padri con i falsi profeti.

Breve esegesi

Si evidenzia in Luca una raccolta di detti di Cristo Gesù, frutto della sua predicazione. Alle beatitudini si contrappongono le maledizioni. Le beatitudini lucane sono volte ad un contesto sociale, in condizioni contrapposte, quali sono le condizioni dell’uomo, delle sue tensioni spirituali, dei valori di vita, come delle sue contraddizioni morali e sociali. Le beatitudini di Matteo, invece, sono una catechesi per entrare nel regno. Benedizioni e maledizioni erano espressi dai giudei negli impegni per un contratto o un patto. La prima beatitudine riguardante i poveri è rivolta non tanto a quanti sono materialmente tali, ma a coloro che accolgono la buona novella della liberazione. Non sono pieni di se, ma aperti, accoglienti le esigenze del regno, di cui entreranno in possesso. I guai non contengono vere maledizioni, ma sono minacce che pretendono la conversione. La maledizione verso quanti hanno solo elogi in questo mondo, sono motivate dalla incapacità di fare verità, giustizia, ma compromessi, attendendo più a se stessi che ai valori cui si è chiamati a rendere ragione.

Meditazione pregata

Cristo Gesù, sei venuto per proclamare il Vangelo del regno. Di un regno che sconvolge questo mondo tutto teso al successo, al potere sugli altri. Ci hai insegnato che siamo figli di un unico Padre, il quale non fa differenza di persone. Attende a coloro che meno hanno e presta loro la sua attenzione, perché sia affermata la dignità di figli di Dio, riconosciuta a tutti. Assumendo la condizione umana, ti sei fatto fratello per ogni uomo. Dell’equità e della giustizia hai detto che dobbiamo avere fame e sete. Quella fame e quella sete che ti hanno condotto ad andare di villaggio in villaggio per annunziare l’amore del Padre per ogni uomo. La tua incarnazione ne è l’evidenza. Sei andato sanando malati e lebbrosi, sordi e muti, ciechi e zoppi. L’evangelista ci annota che vedendo tanta folla in cerca di te ti sei commosso per loro, perché erano come pecore senza pastore. Ti sei fatto buon pastore, caricandoti l’umanità diseredata. Per costoro hai proclamato la beatitudine, già incipiente e non ancora compiutamente avvenuta. Pur essendo venuto per perdonare e non per condannare, tuttavia hai preannunziato guai per quanti si ritorcono su se stessi, avvinghiandosi egoisticamente ai beni terreni, non volendo farli fruttificare per il bene dei più e per il tuo regno. Hai anche detto che non vuoi la morte del peccatore, ma che questi si converta e viva. Hai affermato che non dobbiamo ricercare il consenso che mortifica la verità; ma far discendere sapientemente da te ogni umana verità. Ci hai insegnato ancora che il sì sia sì e il no sia no, perché abbiamo a discernere e affermare la verità davanti a te e agli uomini. Davanti a Pilato hai proclamato che chiunque è dalla verità ascolta la tua voce. Fa’ che sempre abbiamo ad avere l’orecchio sintonizzato sulle tue verità, sul tuo vangelo, fonte ispirante di ogni nostro modo di essere, pensare ed agire.

Per la vita

Le beatitudini di Matteo hanno avuto molta risonanza in quanti hanno aderito a Cristo e al suo Vangelo, tanto da dover vedere allargata anche la schiera dei non credenti, che nelle stesse prospettono un modo di sentire, un modello di vita morale, spirituale. Le beatitudini lucane hanno un riferimento concreto nel sociale. I discepoli di Gesù non sono solo poveri, ma anche perseguitati a modo del loro maestro, quasi autenticità che dà la gioia di averlo seguito. La prospettiva è la conquista del regno che, nella condivisione di vita con Cristo, era nella prospettiva messianica, ora invece escatologica. I guai non contengono vere
maledizioni, ma sono configurati alle minacce, ai lamenti e inviti alla conversione. Lo schema del binomio beatitudini-maledizioni è tipico dell’antica alleanza. Ogni volta che si stipula un patto, un’alleanza, gli impegni vengono assunti con benedizioni o maledizioni. Tutta una ricchezza di vita le beatitudini evangeliche che ci aprono la partecipazione al regno ed hanno un contenuto spirituale, morale, sociale, per un uomo a misura di Cristo. Quanto le beatitudini sono innestate nel tuo sentire? Ti senti più coinvolto nelle beatitudini di Luca o di Matteo?


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