domenica 10 febbraio 2019

Lectio Divina - 5° Domenica del Tempo Ordinario - Anno C (anno 2019)


La Lectio Divina è tratta dal libro
"Lectio Divina" (2016), Ed. Vita Carmelitana
P. Anastasio Francesco Filieri O Carm
Commento filatelico dell'Avv.to Francesco Gatto



V Domenica del Tempo Ordinario
Dal Vangelo secondo Luca (Lc. 5,1-11)

1 Un giorno, mentre, levato in piedi, stava presso il lago di Genèsaret 2 e la folla gli faceva ressa intorno per ascoltare la parola di Dio, vide due barche ormeggiate alla sponda. I pescatori erano scesi e lavavano le reti. 3 Salì in una barca, che era di Simone, e lo pregò di scostarsi un poco da terra. Sedutosi, si mise ad ammaestrare le folle dalla barca. 4 Quando ebbe finito di parlare, disse a Simone: “Prendi il largo e calate le reti per la pesca”. 5 Simone rispose: “Maestro, abbiamo faticato tutta la notte e non abbiamo preso nulla; ma sulla tua parola getterò le reti”. 6 E avendolo fatto, presero una quantità enorme di pesci e le reti si rompevano. 7 Allora fecero cenno ai compagni dell’altra barca, che venissero ad aiutarli. Essi vennero e riempirono tutte e due le barche al punto che quasi affondavano. 8 Al veder questo, Simon Pietro si gettò alle ginocchia di Gesù, dicendo: “Signore, allontanati da me che sono un peccatore”. 9 Grande stupore infatti aveva preso lui e tutti quelli che erano insieme con lui per la pesca che avevano fatto; 10 così pure Giacomo e Giovanni, figli di Zebedèo, che erano soci di Simone. Gesù disse a Simone: “Non temere; d’ora in poi sarai pescatore di uomini”. 11 Tirate le barche a terra, lasciarono tutto e lo seguirono.

Breve esegesi

La Parola di Dio diventa il punto di incontro tra Gesù e le folle. Gesù sale sulla barca di Simone e continua a insegnare. La folla era attratta dall'autorità della sua parola, perché non insegnava come gli scribi e i farisei, che interpretavano e imponevano la legge mosaica. Le folle hanno la esatta percezione che è una parola, un insegnamento che viene dall'alto. Sono attratte e lo seguono. Finito di insegnare dice a Simone di prendere il largo e gettare le reti per la pesca. All'invito di Gesù Simone contrappone la sua conoscenza ed esperienza di pescatore, per aver faticato tutta la notte senza raccogliere pesci. Sulla parola di Gesù e sulla fiducia nel suo Maestro, obbedisce al suo comando e getta le reti. Constatata la gran quantità di pesci raccolti nella rete, colto dalla meraviglia, prende coscienza della sua indegnità e della titubanza iniziale, e chiede al Signore di allontanarsi da lui, quale peccatore. I peccatori erano, in Israele, allontanati dal consorzio umano, per non divenire altri impuri. Cristo è venuto ad accogliere i peccatori, allontanati dai farisei, per portarli a salvezza. “Non temere” gli dice Gesù, “ora in poi raccoglierai uomini”, e gli affida l’attività futura.

Meditazione pregata

Cristo Gesù, sei il Verbo incarnato, la parola del Dio vivente. Per questo sei disceso tra noi, per rivelarci la potenza della tua parola che salva. E alla donna che, avendoti ascoltato, esaltava la tua genitrice con parole enfatiche, hai replicato che beati sono piuttosto coloro che ascoltano la tua parola e la custodiscono; tale tua madre, che non solo ha custodito la parola, ma ne è divenuta serva, e come sorella e madre ce l’hai consegnata sull'altare della croce. Tu sei andato di villaggio in villaggio a proclamare la parola, a far risuonare in essa la presenza e la potenza di Dio. E per manifestare la potenza della stessa, hai imposto al titubante Pietro di calare le reti per la pesca, dopo una notte infruttuosa. Sulla tua parola Pietro non è stato titubante. Abbandonando le sue conoscenze ed esperienze di pescatore che erano in contrasto con quanto gli chiedevi, si è fondato sulla potenza della tua parola. Come ognuno di noi annida in sé nicchie di dubbi e incertezze sulla fede, dettate dalla fragilità della condizione umana, anche Pietro, assecondato il tuo comando e colta una pesca più che copiosa, si è gettato ai tuoi piedi onde farsi perdonare, per quella riserva nel dubbio antecedente alla tua parola, attestandosi quale peccatore. Lo hai rialzato, affidandogli il mandato di prolungare l’esperienza quale pescatore di uomini. Anche noi adusi come siamo ad ascoltare la tua parola e nella proclamazione liturgica come nella lettura personale, non siamo attratti e quasi afferrati da te, se non in certe circostanze, riservandoci spazi senza fede. Risveglia sempre in noi, mediante la fede, la potenza della parola che salva, che dà quotidiana sicurezza e verità di vita.

Per la vita

Cristo Gesù manifesta il suo essere da Dio per l’autorità della sua parola e per i segni che manifesta nella pesca miracolosa. Oggetto della sua missione evangelizzatrice sono le folle che lo seguono e la manifestazione della sua potenza divina verso i discepoli. La sua azione è assillante, non solo proclama la parola alla gente, andando di villaggio in villaggio, quanto anche sale sulla barca di Pietro e continua la sua opera evangelizzatrice. Gesù porta a compimento l’azione salvifica del Padre che ha dato loro la legge, la cui premessa fondamentale è lo “Shema Israel”. Il compimento della legge antica, in Gesù, è nel precetto dell’amore che deve impregnare ogni comando, ogni norma dell’antica legge mosaica, non solo rivitalizzandola, quanto innestando il vangelo del regno. La potenza della parola Cristo Gesù la manifesta ordinando a Simone di gettare le reti, dopo una notte infruttuosa di pesca. Per aver dubitato della potenza della Parola di Gesù, Pietro si autodenuncia e, come tale dice a Cristo di allontanarsi da lui. E Gesù assume la metafora della rete per farlo divenire pescatore di uomini. Quale l’influenza della Parola, del suo vangelo, del suo regno nella tua prassi di vita?


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