domenica 7 aprile 2019

Lectio Divina - V Domenica di Quaresima - Anno C (2019)


La Lectio Divina è tratta dal libro
"Lectio Divina" (2016), Ed. Vita Carmelitana
P. Anastasio Francesco Filieri O Carm
Commento filatelico dell'Avv.to Francesco Gatto


V Domenica di Quaresima - Anno C -
Dal Vangelo secondo Giovanni (Gv.8,1-11)

1 Gesù si avviò allora verso il monte degli Ulivi. 2 Ma all'alba si recò di nuovo nel tempio e tutto il popolo andava da lui ed egli, sedutosi, li ammaestrava. 3 Allora gli scribi e i farisei gli conducono una donna sorpresa in adulterio e, postala nel mezzo, 4 gli dicono: “Maestro, questa donna è stata sorpresa in flagrante adulterio. 5 Ora Mosè, nella Legge, ci ha comandato di lapidare donne come questa. Tu che ne dici?”. 6 Questo dicevano per metterlo alla prova e per avere di che accusarlo. Ma Gesù, chinatosi, si mise a scrivere col dito per terra. 7 E siccome insistevano nell'interrogarlo, alzò il capo e disse loro: “Chi di voi è senza peccato, scagli per primo la pietra contro di lei”. 8 E chinatosi di nuovo, scriveva per terra. 9 Ma quelli, udito ciò, se ne andarono uno per uno, cominciando dai più anziani fino agli ultimi. Rimase solo Gesù con la donna là in mezzo. 10 Alzatosi allora Gesù le disse: “Donna, dove sono? Nessuno ti ha condannata?”. 11 Ed essa rispose: “Nessuno, Signore”. E Gesù le disse: “Neanch'io ti condanno; va’ e d’ora in poi non peccare più”.

Breve esegesi

Inizia la settimana preparatoria alla passione di Gesù, vissuta in Gerusalemme con i suoi.  Per fare sempre la volontà del Padre si raccoglie in preghiera sul Monte degli Ulivi la notte e il giorno si reca al tempio per istruire le folle. Per contrastare l’insegnamento di Gesù e metterlo in difficoltà di fronte al popolo, scribi e farisei gli pongono davanti una donna sposata, colta in flagrante adulterio. La donna era ritenuta nella disponibilità dell’uomo, come una cosa da possedere, per cui l’adulterio non era ascritto all'uomo. Secondo la legge l’adultera doveva essere lapidata. Portata prima dinanzi a un tribunale religioso e dopo al tribunale romano, perché non era dato ai giudei, come per Gesù, condannare a morte alcuno. I farisei pongono la donna adultera di fronte a Gesù e lo sollecitano a dare un giudizio, in conformità alla legge mosaica. Gesù prende tempo e scrive per terra. Siccome i farisei attendevano la risposta, Gesù dice loro” Chi di voi è senza peccato scagli per primo la pietra”. Iniziando dai più vecchi se ne andarono. S. Agostino dice: “Restarono in due, la misera e la misericordia.” Gesù si rivolge alla donna e le fa constatare che nessuno l’ha condannata e a lei dice: “Va e non peccare più”.

Meditazione pregata

Cristo Signore, eri nel tempio a insegnare, a proclamare i valori del regno: amore, misericordia, perdono, pace, quando si sono accostati i fautori di una legge che giudica e non perdona, i farisei. Essi si sono presentati con il corpo di reato di una donna, colta in flagrante adulterio, con il gusto della condanna e anche quello di condannarti, perché non condanni. Riportando il volere del Padre, hai affermato: “Imparate cosa significa misericordia voglio e non sacrifici”; addirittura alla misericordia verso il prossimo dai la preminenza sul culto reso al Padre. Questo il tuo insegnamento evangelico, Cristo Gesù. Anche noi, facili giudici di guasti altrui, non ci attardiamo a vedere il fariseo che è in noi. Adusi come siamo nel leggere i vangeli e vedere il contrasto tra la legge di Dio, manipolata dai farisei, e l’annunzio del regno che hai proclamato ai discepoli e alla folla, solidarizziamo con te nella condanna del fariseismo, senza lasciarci giudicare da noi stessi, per ritrovarci in te. Tu che sei umile e mite di cuore, rendi il nostro cuore simile al tuo. Facci percorrere quelle vie evangeliche che sono luce al nostro cammino. Ci risuonino dentro la mente e il cuore le tue parole: “Siate misericordiosi, come misericordioso è il Padre vostro che è nei cieli”. E la misericordia è quella tenerezza di cuore che proviene da quell'amore con cui ci hai detto di amare all'unisono il Padre e i fratelli. Accomiatandoti dai tuoi prima di salire al Padre, hai affermato di volerci lasciare in testamento l’amarci come tu ci hai amato, cioè fino a dare la vita. Cristo Signore, noi siamo portati, nella nostra miseria, ad amare noi stessi sopra ogni cosa. Tu donaci sempre un supplemento di amore, perché abbiamo a superare il nostro egoismo, abbiamo a credere al tuo amore, per superare il nostro debole, fragile e opportunistico umano sentire.

Per la vita

Gesù incontra il volere del Padre nella preghiera, per compierlo. Si reca al tempio per pregare e istruire. Evangelizza e mentre alcuni lo ascoltano altri, i farisei, cercano di tendergli tranelli perché appaia, presso il popolo, come colui che non osserva la legge mosaica. E’ demoniaco vedere compiere il bene e per gelosia o invidia tendere tranelli. E’ il dare adito a bassi sentimenti istintivi, dovuti a risentimento. Tali erano i capi del popolo, sommi sacerdoti, scribi e farisei in testa, tanto da spingerli a mandare a morte Gesù. Vedere che Gesù occupa spazio di credibilità nel tempio a istruire la gente, togliendo loro il ruolo di dominio che hanno sempre esercitato sul popolo, ha fatto loro escogitare un piano per incastrarlo. Il porre l’adultera davanti a Gesù perché la condanni o meno, sapendo che Gesù accoglie i peccatori, sarebbe stato comunque motivo di metterlo in grande difficoltà di fronte alla gente. Gesù prende tempo e da accusato passa ad accusatore: “Chi di voi è senza peccato scagli per primo la pietra”. Fa scoprire al popolo che l’adulterio appartiene anche all'uomo e salva l’adultera, con l’invito a non più peccare. In quali movenze, ti ritrovi? I risentimenti appartengano solo ad altri, tu li coltivi?


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