sabato 18 ottobre 2014

Vasari Giorgio: San Luca dipinge la Vergine


POSTE ITALIANE - 2011


La Vergine dipinta da San Luca


LA DONNA NELLA STORIA FILATELICA ITALIANA
Ho già avuto occasione di scrivere nel mio libro in merito all'origine dell’iconografia sacra cristiana basata sui “prototipi”, considerati reali ritratti dei principali protagonisti del Cristianesimo creati dalla mano di personaggi vissuti all'epoca, e in particolare all'origine dell’iconografia femminile della Madonna, che cominciò ad essere rappresentata nelle immagini senza timore della blasfemia sul modello dei ritratti realizzati da San Luca Evangelista (anno 10 ca. – 93 ca.). 


Giorgio Vasari, La Vergine dipinta da San Luca (dipinto originale)
Nei secoli a seguire, molti sono stati gli artisti del nostro Rinascimento che hanno voluto dipingere la figura di San Luca nell'atto di ritrarre la Madonna, tra i quali Raffaello, Cresti, Guercino, Vasari, il fiammingo De Vos, e molti altri.
Il foglietto emesso dalle Poste Italiane il 30 luglio 2011 riproduce una di queste opere rinascimentali, ovvero un particolare dell’affresco “San Luca dipinge la Vergine” che Giorgio Vasari realizzò intorno al 1565 nella Cappella dei Pittori della Basilica della SS. Annunziata a Firenze.
Vasari (v.) dipinse al centro dell’affresco la figura del Santo nell'atto appunto di ritrarre la Vergine col Bambino sorretta dai Cherubini, che resta sulla sinistra dell’opera. Sul francobollo tuttavia, essendo ritagliato nella parte centrale del foglietto, non compare la figura femminile, che rimane relegata alla cornice del foglietto (di Maria Grazia Dosio).



Scheda Tecnica del foglietto

Poste Italiane serie tematica “Il patrimonio artistico e culturale italiano” dedicato a Giorgio Vasari, nel V centenario della nascita;
Valore di € 1,40, raccolto in un foglietto;
Il francobollo è stampato a cura del Polo Produttivo Salario, Direzione Officina Carte Valori
dell’Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato S.p.A., in rotocalcografia, su carta fluorescente per l’intero foglietto;
Formato carta e stampa del francobollo: mm 40 x 48; dentellatura: 13 x 13½;
Formato del foglietto: cm 12 x 14,4; colori: cinque più inchiostro interferenziale trasparente;
Tiratura: 1.000.000 di esemplari.
La vignetta riproduce un particolare dell’affresco “San Luca dipinge la Vergine” che Giorgio
Vasari realizzò intorno al 1565 nella Cappella dei Pittori della Basilica della SS. Annunziata a
Firenze;
Leggenda: “GIORGIO VASARI 1511 – 1574”, la scritta “ITALIA” e il valore “€ 1,40”;
Il francobollo, posto al centro del foglietto, è inserito in un riquadro perforato, all'esterno del
quale l’affresco è riprodotto nella sua interezza, “GIORGIO VASARI NEL V CENTENARIO DELLA NASCITA”, in basso, rispettivamente a sinistra e a destra, le scritte: “S. LUCA DIPINGE LA VERGINE” e “BASILICA DELLA SS. ANNUNZIATA – FIRENZE” e, ancora in basso a sinistra, la riproduzione del logo di Poste Italiane.
Bozzetto: a cura del Centro Filatelico dell’Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato S.p.A. A commento dell’emissione verrà posto in vendita il bollettino illustrativo con articolo a firma
dell’Arch. Agostino Bureca, Soprintendente per i Beni Architettonici, Artistici, Storici ed
Etnoantropologici di Arezzo.


Conosciamo Giorgio Vasari

Pittore, architetto e scrittore (Arezzo 1511 - Firenze 1574). Artista manierista, fu attivo, come pittore e soprattutto come architetto, in diverse città italiane (Arezzo, Bologna, Napoli, Roma). Il nome di V. rimane legato però soprattutto alle grandi committenze pubbliche dei Medici a Firenze (complesso degli Uffizi) e alla raccolta delle Vite, edite la prima volta nel 1550 (Vite dei più eccellenti architetti pittori et scultori italiani da Cimabue insino a' tempi nostri), che costituiscono la prima opera moderna di storiografia artistica, nelle quali V. definì il canone dell'arte italiana fra Trecento e Cinquecento.

SAN MARINO - 1997
"L'Adorazione dei Magi", (G. Vasari)

VITA E OPERE
Ad Arezzo frequentò la bottega di G. de Pierre de Marcillat; a Firenze studiò con Andrea del Sarto e B. Bandinelli, conobbe Michelangelo e fu introdotto nella cerchia della corte medicea. Ad Arezzo conobbe Rosso Fiorentino; quindi lavorò con F. Salviati e poi presso V. Ghiberti. Importanti nell'ambito della sua complessa formazione furono inoltre i viaggi a Roma (1532 e 1538). Alla produzione giovanile risalgono il basamento dell'organo del duomo di Arezzo (1535-37) e vari dipinti per chiese cittadine (Deposizione di Cristo, SS. Annunziata). Lavorò inoltre alla decorazione dell'abbazia di Camaldoli (1537) e del refettorio di S. Michele in Bosco a Bologna (1539-40), opere che denotano un accostamento a F. Salviati e al Parmigianino. Alla prima commissione per una chiesa fiorentina (Allegoria della Concezione, 1541, SS. Apostoli) seguì un viaggio a Venezia; iniziò (1542) la ristrutturazione e gli affreschi della sua casa ad Arezzo; lavorò quindi a Napoli (1544-45) nel monastero degli Olivetani. A Roma fu introdotto con successo nella cerchia del cardinale A. Farnese, per il quale decorò (1546) la sala della Cancelleria. In questi anni fu in stretto contatto con Michelangelo, la cui influenza è evidente nella cappella Del Monte in S. Pietro in Montorio a Roma, complesso intreccio di architettura, scultura e pittura, e nel progetto per Villa Giulia (1550-52). Chiamato a Firenze (1554) da Cosimo I, negli anni seguenti fu al centro dei principali avvenimenti artistici della città. Nell'attività per il granduca V. si dimostra artista versatile, che coniuga la continuità della tradizione architettonica fiorentina con le necessità di decoro e convenienza. Con vari collaboratori lavorò alla decorazione di Palazzo Vecchio (Quartiere degli Elementi, 1555-57, e di Leone X, 1555-62; salone dei Cinquecento, 1562-65; studiolo di Francesco I, 1570-72). Iniziò (1560) la fabbrica degli Uffizi, sede degli uffici di tredici magistrature; ideato come raccordo spaziale tra Piazza della Signoria e il fiume, l'edificio è scandito da una tripartizione orizzontale, che ne sottolinea le caratteristiche di assialità e simmetria. All'attività per i Medici si affiancarono committenze private e lavori di rimodernamento di chiese medievali (pieve di S. Maria ad Arezzo, 1560-64; S. Maria Novella, 1565-67 e S. Croce, 1566-68, a Firenze). Tra le ultime opere, il progetto delle logge di Piazza Grande in Arezzo (1570-72) e le decorazioni nelle tre cappelle Pie e nella Sala Regia in Vaticano (1571-73); incompiuta, per la sua morte, la decorazione della cupola del duomo di Firenze, per la quale lasciò numerosi disegni. V. ebbe un importante ruolo nella fondazione dell'Accademia delle arti del disegno (1563) e fu collezionista di disegni di maestri italiani. Tra i suoi scritti la rilevanza maggiore spetta certamente alle Vite, di cui pubblicò una seconda edizione nel 1568 presso l'editore Giunti (con titolo un po' modificato e con l'aggiunta delle Vite de' vivi, et de' morti, dall'anno 1550 infino al 1567), opera fondamentale nella storiografia artistica italiana, in cui V. elaborò il concetto dello svolgimento e della "rinascita" dell'arte attraverso tre età, che segnano l'abbandono del Medioevo, l'ingresso nell'età moderna tramite il recupero dell'antico, e la piena maturità, espressa nell'opera di Michelangelo.



L'immagine del foglietto è tratta dal sito web: http://www.ibolli.it


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