mercoledì 8 ottobre 2014

El Greco: La sepoltura del conte di Orgaz

Cari amici da oggi parte una nuova rubrica dedicata ai francobolli e/o foglietti filatelici (meglio dire blocco-foglietti, cioè francobolli/o racchiusi in uno speciale insieme che formano una serie completa, incorniciati artisticamente ed accompagnati da diciture particolari) che riproducono opere di Arte Sacra

Pertanto attraverso la filatelia ripercorreremo tutta la Storia dell'Arte, tassello dopo tassello. Studieremo l'evoluzione delle espressioni artistiche, la costituzione e le variazioni delle forme, degli stili, dei concetti trasmessi attraverso questi francobolli. Parleremo, se pur per sommi capi, degli artisti e dei personaggi storici presenti nelle opere e quindi nei francobolli.

SOVRANO MILITARE ORDINE DI MALTA - 2005
"El Entierro del conde de Orgaz", Chiesa di San Tommaso, Toledo
Opera di El Greco


El Entierro del conde de Orgaz


• Foglietto emesso il 13 giugno 2005 • contiene n. 2 francobolli
• Dent.14 • Stampa: offset, Stampato da: I.P.Z.S. Roma
• Tir.15.000, Un. BF77


La Sepoltura del conte di Orgaz è un dipinto a olio su tela (480 x 360 cm) realizzato nel 1586 dal pittore El Greco. È conservato nella Chiesa di Santo Tomé (Toledo).

In un perfetto equilibrio tra cielo e terra, vengono raffigurati, in forma molto allegorica, i funerali del Conte di Orgaz, un dignitario di Toledo talmente devoto, che a seppellirlo non sono due preti qualunque, bensì Santo Stefano e sant'Agostino, mentre il vescovo all'estrema destra sfoglia il Libro dei Morti per impartirgli l'estrema unzione, ed il diacono ha lo sguardo rivolto al cielo. Dietro di essi sono gli astanti, quasi tutti anch'essi cavalieri (la croce rossa che portano sul petto è quella dell'Ordine di Santiago), o frati; il personaggio al centro che ha la testa rivolta al cielo sarebbe lo stesso El Greco, mentre il ragazzino a sinistra vestito di nero ed indicante la scena sarebbe il di lui figlio (un cartiglio che gli sporge dalla tasca ne reca la data di nascita).

Un angelo al centro della tela, invece, trasporta l'anima del Conte al cielo, che è interamente occupato dal Paradiso: Cristo è seduto in trono, e davanti a lui sono la Madonna e San Giovanni Battista; in secondo piano a sinistra è San Pietro (riconoscibile dalle chiavi) e vari altri Santi (alcuni dei quali, evanescenti, addirittura fluttuanti nelle nubi stesse); sulla destra, alcune anime beate, tra le quali si riconosce quella di Filippo II benché questi fosse ancora in vita all'epoca dell'esecuzione del dipinto. L’opera è firmata in caratteri greci minuscoli: “Doménikos Theotokópolis [sic] Epoíei”.

L'opera, dalla sua esecuzione, è sempre rimasta nella chiesa di San Tomè, ed è in breve tempo diventata l'opera più celebre di El Greco, nonché uno dei capisaldi della pittura spagnola di ogni tempo, ammirato, copiato e citato da moltissimi pittori (Picasso su tutti, che si ispirò ad esso per il suo Sepoltura di Casagemas del 1901) (da Wikipedia).




EL GRECO e la sua arte . . .



Soprannome di Dominikos Theotokòpoulos, pittore manierista principalmente attivo in Spagna. 
La sua opera, con quella di Francisco Goya e Diego Velazquez, rappresenta il punto più alto dell’arte spagnola. 
Nato a Creta, allora possedimento della Repubblica di Venezia, trascorse la gioventù sull'isola. 
I particolari del suo apprendistato sono imprecisi, ma probabilmente cominciò a studiare pittura nel luogo natale, dove sviluppò presto un gusto erudito per la letteratura greca classica e contemporanea. Sebbene nulla rimanga dei primi lavori, si può intuire dalle reminiscenze presenti nelle opere successive che essi furono quasi certamente realizzati in stile tardo-bizantino, all'epoca molto in voga a Creta. 
Verso il 1566, El Greco si recò a Venezia e lavorò nella bottega di Tiziano. 
Subì anche l’influenza del Tintoretto e lo rivelano i primi dipinti veneziani come la Guarigione del cieco (1566 - 1567 circa, Pinacoteca Nazionale, Parma), nei quali dimostra di aver ben assimilato l’uso tizianesco dei colori e le tecniche del Tintoretto. L'influenza italiana emerse ancor più negli anni del soggiorno romano, tra il 1570 e il 1576 circa, durante i quali, come è evidente nella Pietà (1570 - 1572 circa, Museum of Art, Philadelphia) e nella Cacciata dei mercanti dal Tempio (1570 - 1575 circa, National Gallery, Washington), subì l’influenza delle forme scultoree di Michelangelo. Lo studio dell’architettura romana condizionò, inoltre, l’equilibrio delle sue composizioni, che spesso comprendono vedute di palazzi romani rinascimentali. A Roma, El Greco conobbe molti ecclesiastici spagnoli i quali, probabilmente, lo convinsero a recarsi con loro in Spagna. 
Lasciò I’Italia nel 1576 e, dopo aver soggiornato brevemente a Malta, giunse a Toledo nel 1577 cominciando subito a lavorare. Dipinse per la chiesa di Santo Domingo el Antiguo la stupenda Assunzione (1577, Art Institute, Chicago), punto di svolta della sua arte. Non ottenne dal re Filippo ll la commissione per affrescare le pareti dell’Escorial nonostante gli avesse sottoposto in visione suoi numerosi dipinti: fra questi il Trionfo della Lega Santa (1578 - 1579 circa, un esemplare è all’Escorial e un altro alla National Gallery di Londra). Lavorò anche per la Cattedrale di Toledo: la sua Spoliazione di Cristo (1577 -1579) offre una splendida immagine del Cristo avvolto in una tunica rossa, circondato dagli artefici della sua cattura. 

Nel 1586 El Greco dipinse per la chiesa di Santo Tomé, a Toledo uno dei suoi più alti capolavori: l’Entierro del Conte de Orgaz, che ritrae il nobiluomo toledino del XIV secolo mentre è adagiato nel suo sepolcro da Santo Stefano e Sant’Agostino. Nella parte superiore del dipinto l'anima del conte sale in un cielo densamente popolato d’angeli, santi e personaggi politici del tempo: significativi nel quadro l’allungamento delle figure e I’horror vacui, che andranno accentuandosi negli anni seguenti diventando tratti tipici dell'arte di El Greco. Tali caratteristiche potrebbero essere accostate al manierismo internazionale, ancora evidente nella sua opera anche quando cessò di essere in auge nella pittura europea. 

Molte tele che datano dal 1590 circa all'anno della sua morte, trasmettono una febbrile intensità. 
II Battesimo di Cristo (1596 - 1600 circa) firmato in greco com’era sua abitudine e l'Adorazione dei Pastori (1612 - 1614), entrambi conservati nel Museo del Prado a Madrid, sembrano vibrare di una luce sovrannaturale generata dalle stesse figure sacre. Soggetti di mitologia classica greca e latina come il Lacoonte (1610 - 1614 National Gallery, Washington), e storie dell’Antico Testamento come l’Apertura del quinto sigillo (1608 - 1614 circa, Metropolitan Museum, New York) rimasto incompiuto, attestano la formazione umanistica di El Greco.


L'immagine del foglietto è tratta dal sito web: http://www.ibolli.it


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