VATICANO - 2008 Crocifissione, Resurrezione e Discepoli ad Emmaus |
3° Domenica di Pasqua
Dal Vangelo secondo
Luca (Lc 24,13-35)
Preghiera
SMOM - 2005 Crocifissione del Beato Angelico |
Dopo aver dispiegato loro le scritture, non volevano allontanarsi più da te. Eri nuovamente entrato nel loro cuore e nella loro vita; ma il tuo allontanamento fa sera in loro. E, trattenuto, hai rinnovato il gesto con cui ti hanno identificato e ti identifichiamo:
lo spezzare il pane;
SAN MARINO - 2010 Cena di Emmaus (Caravaggio) |
“Non ci ardeva forse il cuore in petto
quando lungo la via ci spiegava le scritture”?
VATICANO - 1993 Mani che porgono il pane |
Nei dubbi, nei travagli della vita, nelle sofferenze, nei ripiegamenti su noi stessi,
renditi presente in noi e
spezza il pane del risorto.
Amen.
La preghiera è tratta dal libro:
Pregare il Vangelo di P. Anastasio Francesco Filieri O Carm
Lectio Divina: Domenica, 4 Maggio, 2014
Sulla Strada di Emmaus.
Trovare la chiave che apre il significato delle Scritture.
Luca 24,13-35
Luca 24,13-35
VATICANO - 1972 Vangelo di San Luca |
Leggiamo il testo in cui Luca ci presenta Gesù che interpreta la Scrittura. Durante la lettura cerchiamo di scoprire quali sono i diversi passi del processo d'interpretazione seguito da Gesù, dall'incontro con i due discepoli sulla strada verso Emmaus, fino al nuovo incontro dei due discepoli con la comunità di Gerusalemme.
b) Una divisione del testo per aiutare la lettura:
Lc 24,13-24: Gesù cerca di conoscere la realtà che fa soffrire i due discepoli
Lc 24,25-27: Gesù illumina la realtà dei due discepoli con la luce della Scrittura
Lc 24,28-32: Gesù condivide il pane e celebra con i discepoli
Lc 24,33-35: I due discepoli ritornano a Gerusalemme e condividono la loro esperienza della risurrezione con la comunità
Lc 24,13-24: Gesù cerca di conoscere la realtà che fa soffrire i due discepoli
Lc 24,25-27: Gesù illumina la realtà dei due discepoli con la luce della Scrittura
Lc 24,28-32: Gesù condivide il pane e celebra con i discepoli
Lc 24,33-35: I due discepoli ritornano a Gerusalemme e condividono la loro esperienza della risurrezione con la comunità
c) Il testo:
13-24: Ed ecco in quello stesso giorno due di loro erano in cammino per un villaggio distante circa sette miglia da Gerusalemme, di nome Emmaus, e conversavano di tutto quello che era accaduto. Mentre discorrevano e discutevano insieme, Gesù in persona si accostò e camminava con loro. Ma i loro occhi erano incapaci di riconoscerlo. Ed egli disse loro: «Che sono questi discorsi che state facendo fra voi durante il cammino?». Si fermarono, col volto triste; uno di loro, di nome Clèopa, gli disse: «Tu solo sei così forestiero in Gerusalemme da non sapere ciò che vi è accaduto in questi giorni?». Domandò: «Che cosa?». Gli risposero: «Tutto ciò che riguarda Gesù Nazareno, che fu profeta potente in opere e in parole, davanti a Dio e a tutto il popolo; come i sommi sacerdoti e i nostri capi lo hanno consegnato per farlo condannare a morte e poi l'hanno crocifisso. Noi speravamo che fosse lui a liberare Israele; con tutto ciò son passati tre giorni da quando queste cose sono accadute. Ma alcune donne, delle nostre, ci hanno sconvolti; recatesi al mattino al sepolcro e non avendo trovato il suo corpo, son venute a dirci di aver avuto anche una visione di angeli, i quali affermano che egli è vivo. Alcuni dei nostri sono andati al sepolcro e hanno trovato come avevan detto le donne, ma lui non l'hanno visto».
25-27: Ed egli disse loro: «Sciocchi e tardi di cuore nel credere alla parola dei profeti! Non bisognava che il Cristo sopportasse queste sofferenze per entrare nella sua gloria?».
13-24: Ed ecco in quello stesso giorno due di loro erano in cammino per un villaggio distante circa sette miglia da Gerusalemme, di nome Emmaus, e conversavano di tutto quello che era accaduto. Mentre discorrevano e discutevano insieme, Gesù in persona si accostò e camminava con loro. Ma i loro occhi erano incapaci di riconoscerlo. Ed egli disse loro: «Che sono questi discorsi che state facendo fra voi durante il cammino?». Si fermarono, col volto triste; uno di loro, di nome Clèopa, gli disse: «Tu solo sei così forestiero in Gerusalemme da non sapere ciò che vi è accaduto in questi giorni?». Domandò: «Che cosa?». Gli risposero: «Tutto ciò che riguarda Gesù Nazareno, che fu profeta potente in opere e in parole, davanti a Dio e a tutto il popolo; come i sommi sacerdoti e i nostri capi lo hanno consegnato per farlo condannare a morte e poi l'hanno crocifisso. Noi speravamo che fosse lui a liberare Israele; con tutto ciò son passati tre giorni da quando queste cose sono accadute. Ma alcune donne, delle nostre, ci hanno sconvolti; recatesi al mattino al sepolcro e non avendo trovato il suo corpo, son venute a dirci di aver avuto anche una visione di angeli, i quali affermano che egli è vivo. Alcuni dei nostri sono andati al sepolcro e hanno trovato come avevan detto le donne, ma lui non l'hanno visto».
25-27: Ed egli disse loro: «Sciocchi e tardi di cuore nel credere alla parola dei profeti! Non bisognava che il Cristo sopportasse queste sofferenze per entrare nella sua gloria?».
E cominciando da Mosè e da tutti i profeti spiegò
loro in tutte le Scritture ciò che si riferiva a lui.
28-32: Quando furono vicini al villaggio dove erano diretti, egli fece come se dovesse andare più lontano. Ma essi insistettero: «Resta con noi perché si fa sera e il giorno già volge al declino». Egli entrò per rimanere con loro. Quando fu a tavola con loro, prese il pane, disse la benedizione, lo spezzò e lo diede loro. Allora si aprirono loro gli occhi e lo riconobbero. Ma lui sparì dalla loro vista. Ed essi si dissero l'un l'altro: «Non ci ardeva forse il cuore nel petto mentre conversava con noi lungo il cammino, quando ci spiegava le Scritture?».
33-35: E partirono senz'indugio e fecero ritorno a Gerusalemme, dove trovarono riuniti gli Undici e gli altri che erano con loro, i quali dicevano: «Davvero il Signore è risorto ed è apparso a Simone». Essi poi riferirono ciò che era accaduto lungo la via e come l'avevano riconosciuto nello spezzare il pane.
28-32: Quando furono vicini al villaggio dove erano diretti, egli fece come se dovesse andare più lontano. Ma essi insistettero: «Resta con noi perché si fa sera e il giorno già volge al declino». Egli entrò per rimanere con loro. Quando fu a tavola con loro, prese il pane, disse la benedizione, lo spezzò e lo diede loro. Allora si aprirono loro gli occhi e lo riconobbero. Ma lui sparì dalla loro vista. Ed essi si dissero l'un l'altro: «Non ci ardeva forse il cuore nel petto mentre conversava con noi lungo il cammino, quando ci spiegava le Scritture?».
33-35: E partirono senz'indugio e fecero ritorno a Gerusalemme, dove trovarono riuniti gli Undici e gli altri che erano con loro, i quali dicevano: «Davvero il Signore è risorto ed è apparso a Simone». Essi poi riferirono ciò che era accaduto lungo la via e come l'avevano riconosciuto nello spezzare il pane.
Una chiave di lettura
per quelli che vogliono approfondire di più l’argomento.
a) Il contesto in cui Luca scrive:
* Luca scrive verso l'anno 85 per le comunità della Grecia e dell'Asia
Minore che vivevano in una difficile situazione, sia esterna che interna.
All'interno c'erano tendenze divergenti che rendevano difficile la convivenza:
ex farisei che volevano imporre la legge di Mosè (At 15,1); gruppi più
vincolati a Giovanni Battista che non avevano mai sentito parlare dello Spirito
Santo (At 19,1-6); giudei che si servivano del nome di Gesù per espellere
demoni (At 19,13); c 'erano coloro che dicevano di essere seguaci di Pietro,
altri di Paolo, altri di Apollo, altri di Cristo (1Cor 1,12). All'esterno
aumentava sempre più la persecuzione da parte dell'Impero romano (Ap 1,9-10;
2,3.10.13; 6,9-10; 12,16) e l'infiltrazione insidiosa dell'ideologia dominante
dell'Impero e della religione ufficiale, come oggi il consumismo si infiltra in
tutti i settori della nostra vita (Ap 2,14.20; 13,14-16).
* Luca scrive per queste comunità, affinché ricevano un orientamento sicuro
nel mezzo delle difficoltà ed affinché trovino la forza e la luce nel vissuto
della loro fede in Gesù. Luca scrive un'opera unica in due volumi: il Vangelo e
gli Atti, con il medesimo scopo generale: "poter verificare la solidità
degli insegnamenti ricevuti" (Lc 1,4). Uno degli obiettivi specifici è
quello di mostrare, mediante la storia così bella di Gesù con i due discepoli
di Emmaus, come le comunità devono leggere ed interpretare la Bibbia.
In realtà chi camminava per la strada di Emmaus erano le comunità (e siamo tutti noi). Ognuno di noi e tutti insieme, siamo il compagno o la compagna di Clèopa (Lc 24,18). Insieme a lui, andiamo per la strade della vita, cercando una parola di appoggio e di orientamento nella Parola di Dio.
In realtà chi camminava per la strada di Emmaus erano le comunità (e siamo tutti noi). Ognuno di noi e tutti insieme, siamo il compagno o la compagna di Clèopa (Lc 24,18). Insieme a lui, andiamo per la strade della vita, cercando una parola di appoggio e di orientamento nella Parola di Dio.
* Il modo in cui Luca narra l'incontro di Gesù con i discepoli di Emmaus ci
indica la forma in cui le comunità del tempo di Luca usavano la Bibbia e
facevano ciò che oggi noi chiamiamo Lectio Divina o Lettura Orante della
Bibbia. Tre sono gli aspetti o i passi che caratterizzavano il loro
atteggiamento interpretativo nei riguardi della Bibbia.
b) I diversi passi o aspetti del processo di interpretazione della
Scrittura:
1° Passo: Partire dalla realtà (Lc 24,13-24):
Gesù incontra i due amici in una situazione di paura e di dispersione, di sfiducia e di sgomento. Stavano fuggendo. Le forze della morte, la croce, avevano ucciso in loro la speranza. Gesù si avvicina e cammina con loro, ascolta la conversazione e chiede: "Di cosa state parlando?" L'ideologia dominante impedisce loro di capire e di avere una coscienza critica. "Noi aspettavamo che lui fosse il liberatore, ma..." (Lc 24,21). Qual è oggi la conversazione del popolo che soffre? Quali sono oggi i fatti che mettono in crisi la nostra fede?
Il primo passo è questo: avvicinarci alle persone, ascoltare la realtà, i problemi; essere capaci di porre domande che aiutino a guardare la realtà con uno sguardo più critico.
Gesù incontra i due amici in una situazione di paura e di dispersione, di sfiducia e di sgomento. Stavano fuggendo. Le forze della morte, la croce, avevano ucciso in loro la speranza. Gesù si avvicina e cammina con loro, ascolta la conversazione e chiede: "Di cosa state parlando?" L'ideologia dominante impedisce loro di capire e di avere una coscienza critica. "Noi aspettavamo che lui fosse il liberatore, ma..." (Lc 24,21). Qual è oggi la conversazione del popolo che soffre? Quali sono oggi i fatti che mettono in crisi la nostra fede?
Il primo passo è questo: avvicinarci alle persone, ascoltare la realtà, i problemi; essere capaci di porre domande che aiutino a guardare la realtà con uno sguardo più critico.
2° Passo: Servirci del testo della Bibbia (Lc 24,25-27):
Gesù si serve della Bibbia non per dare una lezione sulla Bibbia, bensì per illuminare il problema che faceva soffrire i suoi due amici, e quindi chiarire la situazione in cui stavano vivendo. Con l'aiuto della Bibbia, Gesù colloca i due discepoli nel progetto di Dio ed indica loro che la storia non è fuggita dalla mano di Dio. Gesù non usa la Bibbia come un dottore che già sa tutto, bensì come un compagno che vuole aiutare i suoi amici a ricordare ciò che loro avevano dimenticato: Mosè ed i profeti. Gesù non causa negli amici un complesso di ignoranza, ma cerca di metterli in condizione di ricordare, risveglia quindi la loro memoria.
Il secondo passo è questo: con l'aiuto della Bibbia, illuminare la situazione e trasformare la croce, segnale di morte, in segnale di vita e di speranza. Così ciò che impedisce di vedere, diventa luce e forza lungo il cammino
Gesù si serve della Bibbia non per dare una lezione sulla Bibbia, bensì per illuminare il problema che faceva soffrire i suoi due amici, e quindi chiarire la situazione in cui stavano vivendo. Con l'aiuto della Bibbia, Gesù colloca i due discepoli nel progetto di Dio ed indica loro che la storia non è fuggita dalla mano di Dio. Gesù non usa la Bibbia come un dottore che già sa tutto, bensì come un compagno che vuole aiutare i suoi amici a ricordare ciò che loro avevano dimenticato: Mosè ed i profeti. Gesù non causa negli amici un complesso di ignoranza, ma cerca di metterli in condizione di ricordare, risveglia quindi la loro memoria.
Il secondo passo è questo: con l'aiuto della Bibbia, illuminare la situazione e trasformare la croce, segnale di morte, in segnale di vita e di speranza. Così ciò che impedisce di vedere, diventa luce e forza lungo il cammino
3° Passo: Celebrare e condividere in comunità (Lc 24,28-32):
La Bibbia, da sola, non apre gli occhi, ma fa ardere il cuore! (Lc 24,32). Ciò che apre gli occhi e fa scoprire agli amici la presenza di Gesù è la condivisione del pane, il gesto comunitario, la celebrazione. Nel momento in cui è riconosciuto, Gesù scompare. E loro stessi sperimentano la risurrezione, rinascono e camminano da soli. Gesù non si appropria del cammino dei suoi amici. Non è paternalista. Risuscitati, i discepoli sono capaci di camminare con i loro piedi.
Il terzo passo è questo: saper creare un ambiente orante di fede e di fraternità, dove lo Spirito possa agire. E' lo Spirito che ci fa scoprire e sperimentare la Parola di Dio nella vita e ci porta a capire il senso delle parole che Gesù disse (Gv 14,26; 16,13). Ed è soprattutto in questo punto della celebrazione che la pratica delle comunità ecclesiali di base, sostenute dalle periferie del mondo, aiutano noi religiose e religiosi ad incontrare di nuovo l'antico pozzo della Tradizione per bere la sua acqua.
La Bibbia, da sola, non apre gli occhi, ma fa ardere il cuore! (Lc 24,32). Ciò che apre gli occhi e fa scoprire agli amici la presenza di Gesù è la condivisione del pane, il gesto comunitario, la celebrazione. Nel momento in cui è riconosciuto, Gesù scompare. E loro stessi sperimentano la risurrezione, rinascono e camminano da soli. Gesù non si appropria del cammino dei suoi amici. Non è paternalista. Risuscitati, i discepoli sono capaci di camminare con i loro piedi.
Il terzo passo è questo: saper creare un ambiente orante di fede e di fraternità, dove lo Spirito possa agire. E' lo Spirito che ci fa scoprire e sperimentare la Parola di Dio nella vita e ci porta a capire il senso delle parole che Gesù disse (Gv 14,26; 16,13). Ed è soprattutto in questo punto della celebrazione che la pratica delle comunità ecclesiali di base, sostenute dalle periferie del mondo, aiutano noi religiose e religiosi ad incontrare di nuovo l'antico pozzo della Tradizione per bere la sua acqua.
L'obiettivo: Risuscitare e ritornare verso Gerusalemme (Lc 24,33-35):
Tutto è cambiato nei due discepoli. Loro stessi risuscitano, riprendono coraggio e ritornano a Gerusalemme, dove continuano ad essere attive le forze di morte che uccisero Gesù, ma dove si manifestano anche le forze di vita nella condivisione dell'esperienza della risurrezione.
Coraggio, invece della paura.
Ritorno, invece della fuga.
Fede invece della sua assenza.
Speranza invece della disperazione.
Coscienza critica, invece del fatalismo dinanzi al potere.
Libertà invece dell'oppressione. In una parola:
Ed
invece della notizia della morte di Gesù, la Buona Notizia della sua
Risurrezione!
L'obiettivo della lettura della Bibbia è questo: sperimentare la presenza viva di Gesù e del suo Spirito, presente in mezzo a noi. E' lo Spirito che apre gli occhi sulla Bibbia e sulla Realtà e ci porta a condividere l'esperienza della Resurrezione, come succede fino ad oggi negli incontri comunitari.
Tutto è cambiato nei due discepoli. Loro stessi risuscitano, riprendono coraggio e ritornano a Gerusalemme, dove continuano ad essere attive le forze di morte che uccisero Gesù, ma dove si manifestano anche le forze di vita nella condivisione dell'esperienza della risurrezione.
Coraggio, invece della paura.
Ritorno, invece della fuga.
Fede invece della sua assenza.
Speranza invece della disperazione.
Coscienza critica, invece del fatalismo dinanzi al potere.
Libertà invece dell'oppressione. In una parola:
VATICANO - 2013 Anno della Fede |
vita invece della morte!
L'obiettivo della lettura della Bibbia è questo: sperimentare la presenza viva di Gesù e del suo Spirito, presente in mezzo a noi. E' lo Spirito che apre gli occhi sulla Bibbia e sulla Realtà e ci porta a condividere l'esperienza della Resurrezione, come succede fino ad oggi negli incontri comunitari.
c) Il nuovo modo di Gesù: fare una lettura Orante della Bibbia:
* Spesso non è possibile capire se l'uso che i vangeli fanno dell'Antico Testamento viene
da Gesù o se si tratta di una esplicitazione dei primi cristiani che in questo
modo cercavano di esprimere la loro fede in Gesù. Ma ciò che è innegabile è
l'uso costante e frequente che Gesù fa della Bibbia. Una semplice lettura dei
vangeli ci mostra che Gesù si orientava nella Scrittura per svolgere la sua
missione e per istruire i discepoli e la gente.
* Alla radice della lettura che Gesù fa della Bibbia c'è la sua esperienza
di Dio come Padre. L'intimità con il Padre da a Gesù un criterio nuovo che lo
pone in contatto diretto con l'autore della Bibbia. Gesù cerca il significato
nella fonte. Non dalla lettera alla radice, bensì dalla radice alla lettera. Il
paragone della fotografia, descritta nella Lectio Divina della domenica di
Pasqua, ci aiuta a fare luce su questo tema. Come per miracolo, quella
fotografia di viso severo si illuminò ed acquistò tratti di gran tenerezza. Le
parole, nate dall'esperienza vissuta del figlio, cambiarono tutto, senza
cambiare niente (vedi la Lectio Divino di Pasqua).
* E così, sfogliando le fotografie dell'Antico Testamento, la gente del
tempo di Gesù si fa l'idea di un Dio molto distante, severo, di difficile
accesso, il cui nome non può essere pronunciato. Ma le parole ed i gesti di
Gesù, nati dalla sua esperienza di Figlio, senza neanche cambiare una lettera
(Mt 5,18-19), cambiarono tutto il senso dell'Antico Testamento. Il Dio che
sembrava così distante e severo acquisisce i tratti di un Padre pieno di
tenerezza, sempre presente, pronto ad accogliere e liberare! Questa Buona
Notizia di Dio, comunicata da Gesù, è la nuova chiave per rileggere tutto
l'Antico Testamento. Il Nuovo Testamento è una rilettura dell'Antico Testamento
fatta alla luce della nuova esperienza di Dio, rivelata da Gesù. Questo modo
diverso di illuminare la vita con la luce della Parola di Dio gli causa molti
conflitti, perché rende critici i piccoli e, di conseguenza, incomoda i grandi.
* Nell'interpretare la Bibbia per il popolo, Gesù mostrava i tratti del
volto di Dio, l'esperienza che lui stesso aveva di Dio come Padre. Rivelare Dio
come Padre era la fonte e lo scopo della Buona Notizia di Gesù. Nei suoi
atteggiamenti Gesù manifesta l'amore di Dio verso i discepoli e le discepole.
Rivela il Padre e ne incarna l'amore! Gesù poteva dire: "Chi mi vede, vede
il Padre" (Gv 14,9). Per questo, lo Spirito del Padre stava anche con Gesù
(Lc 4,18) e lo accompagnava in tutto, dall'incarnazione (Lc 1,35) all'inizio
della sua missione (Lc 4,14), fino alla fine, nella morte e risurrezione (At
1,8).
* Gesù, interprete, educatore e maestro, era una persona significativa per
i suoi discepoli e le sue discepole. Ed ha per sempre marcato la loro vita.
Interpretare la Bibbia non è solo insegnare verità che l'altro deve vivere. Il
contenuto che Gesù aveva da dare non era racchiuso solo nelle parole, bensì era
presente nei gesti e nel suo modo di relazionarsi con la gente. Il contenuto
non è mai separato dalla persona che lo comunica. La bontà e l'amore che
affiorano dalle sue parole fanno parte del contenuto. Sono il suo temperamento.
Un buon contenuto senza la bontà è come latte sparso.
(sintesi della Lectio Divina tratta dal sito ufficiale dell'Ordine dei Carmelitani: http://ocarm.org/it/lectio-divina)
Nessun commento:
Posta un commento