La Lectio Divina è tratta dal libro
"Lectio Divina" (2016), Ed. Vita Carmelitana
P. Anastasio Francesco Filieri O Carm
Commento filatelico dell'Avv.to Francesco Gatto
VI Domenica di Pasqua
Dal Vangelo secondo Giovanni
(Gv. 14,23-29)
(Gv. 14,23-29)
23 Gli rispose Gesù: “Se uno mi ama, osserverà la mia parola e il Padre mio lo amerà e noi verremo a lui e prenderemo dimora presso di lui. 24 Chi non mi ama non osserva le mie parole; la parola che voi ascoltate non è mia, ma del Padre che mi ha mandato. 25 Queste cose vi ho detto quando ero ancora tra voi. 26 Ma il Consolatore, lo Spirito Santo che il Padre manderà nel mio nome, egli v’insegnerà ogni cosa e vi ricorderà tutto ciò che io vi ho detto. 27 Vi lascio la pace, vi do la mia pace. Non come la dà il mondo, io la do a voi. Non sia turbato il vostro cuore e non abbia timore. 28 Avete udito che vi ho detto: Vado e tornerò a voi; se mi amaste, vi rallegrereste che io vado dal Padre, perché il Padre è più grande di me. 29 Ve l’ho detto adesso, prima che avvenga, perché quando avverrà, voi crediate.
Breve esegesi
L’apostolo Giuda Taddeo, non il traditore, all'affermazione di Gesù che si manifesterà ai suoi e non al mondo, chiede il perché di questa limitazione. E’ evidente che l’apostolo attende una manifestazione messianica del Cristo. Gesù precisa il tipo di manifestazione. Sarà come dimora spirituale e intima. Fondamento della dimora e dell’amore è l’ascolto e l’adesione alla Parola. La dimora non più nella tenda come per l’antico popolo nel deserto, ma dimora divina nell’anima, inabitazione trinitaria, perché la dimora è propria dello Spirito Santo. Chi non ascolta la sua parola si autoesclude dal suo amore e dall'amore del Padre che lo ha mandato. La sua missione sta per concludersi e il Padre manderà il Paraclito, lo Spirito Santo che nel nome di Cristo riproporrà e farà assimilare le verità da lui annunziate. Gesù lascia ai suoi il dono della pace, il dono del risorto. Pace non configurabile a quella data da questo mondo, effimera, frutto di contingenti compromessi. Quella che viene da Dio è gioia intima, profonda, immensa come colui che la dona. Perciò non vi sarà turbamento e tristezza. Gesù predice la sua partenza e il suo ritorno. Invita i suoi a rallegrarsi perché va al Padre. Preparerà un posto per loro.
Meditazione pregata
Cristo Gesù, ci hai lasciato come testamento l’amore, quello tuo, umano e divino assieme. Hai richiamato lo scriba a identificare l’antica legge nel precetto dell’amore, assommando in esso tutta la varia precettistica mosaica. Il parametro richiamato era l’amore del prossimo, allo stesso modo cui attendiamo ad amare noi stessi. Hai voluto identificare nello straniero, anche odiato straniero o nemico, il nostro prossimo, superando la connotazione giudaica che identificava nel correligionario e connazionale il solo prossimo. Hai voluto, ancora, sradicare il modo parsimonioso con cui egoisticamente amiamo, ponendoci come termine di paragone l’amore con cui Tu ci hai amato, con il dono della vita. Ma l’amore, come il perdono, frutto di un amore più grande, è possibile solo quale dono tuo e nell’esperienza del tuo amore. Per questo, riempici del tuo Santo Spirito, perché abbia ad insegnarci ogni cosa nella fedeltà a te e al tuo vangelo. Solo Lui può vincere l’egoismo che è in noi. Solo Lui può smorzare in noi il rancore, l’odio che alimenta l’ingiustizia, inferta e patita. Solo Lui può farci ricordare che, inchiodato sulla croce, hai pregato il Padre, perché fossero perdonati i tuoi crocifissori. Per questo, prima di salire al Padre, hai promesso ai tuoi, e per loro a tutti noi, che l’amore con cui il Padre ti ha amato l’avresti riversato in chi accoglie il tuo vangelo e si pone alla tua sequela. E Tu, in uno con il Padre e lo Spirito Santo, fonte di eterno amore, donaci sempre una tua riserva di amore perché, nelle vicende umane, l’amore sia vincente in noi e tra gli uomini. La tua pace, che sorpassa l’umano e mondano sentire, donata nel cenacolo con il soffio dello Spirito, custodisca in te i nostri cuori.
Per la vita
Se uno mi ama osserverà la mia parola, dice Gesù. L’amore è fondamento per accogliere la Parola ed essere nel suo amore. Predisposizione e dono assieme. L’osservanza della parola di Gesù, parola di verità di vita, genera il suo amore assieme a quello del Padre e dello Spirito Santo e predispone la dimora trinitaria di Dio in noi. L'inabitazione di Dio nell’anima è il dono dello spirito che alimenta la vita del credente. E’ il lascito di Cristo, è il “non vi lascerò soli”. La presenza trinitaria di Dio non è configurabile a un luogo, come nel deserto l’arca nella tenda o il tempio in Gerusalemme dove il pio ebreo cercava il volto di Dio sentendosi alla sua presenza nel suo tempio santo, come invocava nel salmo l’esule levita: “Quando vedrò il tuo volto? Il tuo volto Signore io cerco, non nascondermi il tuo volto”. Gesù alla samaritana afferma: “I veri adoratori adoreranno il Padre in Spirito è verità”. Il tempio del Signore non è configurabile al luogo, ma alla inabitazione nell’anima del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo. Fai questa esperienza? Credi che debba essere questo il tuo vissuto? Gesù ci lascia, ma non siamo più soli, la sua presenza continua in noi ed è inabitazione trinitaria.