domenica 21 aprile 2019

Lectio Divina - Domenica di Pasqua - Risurrezione del Signore - Anno C (2019)


La Lectio Divina è tratta dal libro
"Lectio Divina" (2016), Ed. Vita Carmelitana
P. Anastasio Francesco Filieri O Carm
Commento filatelico dell'Avv.to Francesco Gatto


Domenica di Pasqua
Risurrezione del Signore
Dal Vangelo secondo Giovanni (Gv. 20,1-9)


1 Nel giorno dopo il sabato, Maria di Màgdala si recò al sepolcro di buon mattino, quand'era ancora buio, e vide che la pietra era stata ribaltata dal sepolcro. 2 Corse allora e andò da Simon Pietro e dall'altro discepolo, quello che Gesù amava, e disse loro: “Hanno portato via il Signore dal sepolcro e non sappiamo dove l’hanno posto!”. 3 Uscì allora Simon Pietro insieme all'altro discepolo, e si recarono al sepolcro. 4 Correvano insieme tutti e due, ma l’altro discepolo corse più veloce di Pietro e giunse per primo al sepolcro. 5 Chinatosi, vide le bende per terra, ma non entrò. 6 Giunse intanto anche Simon Pietro che lo seguiva ed entrò nel sepolcro e vide le bende per terra, 7 e il sudario, che gli era stato posto sul capo, non per terra con le bende, ma piegato in un luogo a parte. 8 Allora entrò anche l’altro discepolo, che era giunto per primo al sepolcro, e vide e credette. 9 Non avevano infatti ancora compreso la Scrittura, che egli cioè doveva risuscitare dai morti.
Breve esegesi

L’evangelista annota il primo giorno della settimana, segno che nella comunità era subentrata la memoria del risorto e la celebrazione della frazione del pane nel giorno del Signore: la domenica. Maria di Magdala, che Gesù aveva liberato dal possesso degli spiriti e si era associata alla sua sequela con altre donne, va per prima al sepolcro per piangere e fare i lamenti. Vede la pietra sepolcrale ribaltata e corre da Pietro e Giovanni, il discepolo che Gesù amava, come si autoproclama, anche se più volte aveva chiesto a Gesù un posto privilegiato, quando avrebbe instaurato il suo regno. A loro annunzia che hanno trafugato il corpo del Maestro, evento gravissimo per i giudei e punito severamente. Giovanni corre per primo, ma non entra nel sepolcro, dando la precedenza a Pietro, già riconosciuto capo degli apostoli. Entrano e vedono per terra le bende di lino con cui veniva stretta al corpo la sindone e il sudario con cui veniva stretto il capo. Giovanni, che ama citarsi, vide e credette. Pietro e Giovanni, videro e credettero a quanto Gesù aveva loro profetizzato ed esprimono la loro fede nel risorto. Il lino e le bende lasciate per terra testimoniano che il corpo non è stato trafugato, ma Gesù è risorto da morte.

Meditazione pregata

Cristo Gesù, ti hanno posto una grossa pietra avanti al sepolcro, credendo che la tua vicenda fosse conclusa. Non ti hanno atteso risorto, essendo duri di cuore a intendere le scritture, come hai rimproverato ai discepoli di Emmaus, che ti hanno riconosciuto solo dopo che hai aperto il loro cuore alla intelligenza delle stesse e spezzato il pane con loro. In tanti hanno richiesto e visto la potenza del tuo essere divino attraverso i miracoli compiuti, mentre non hanno creduto che la stessa potenza divina si potesse manifestare per la tua vittoria sulla morte. Deboli di fede, non hanno creduto alle tue parole. Lo stesso Pietro, sul Tabor, dopo aver ascoltato che di lì a poco saresti salito a Gerusalemme, per il compiersi della tua ora, e che al terzo giorno saresti risorto da morte, ha voluto fosse cancellato tutto questo tuo progetto divino. La sola Maria di Magdala ha creduto alla tua parola, perché tu sei risorto in lei. Il canto liberatorio del “Cristo, mia speranza, è risorto” è il cesello di colei che ha creduto. Ha creduto perché ha molto amato. E a noi che abbiamo fatto il percorso quaresimale di conversione, di ritorno a te e al tuo vangelo, dona di essere partecipi della tua risurrezione, di nuovamente sentirci rinati da acqua e Spirito Santo, come nel giorno in cui siamo stati inseriti in te, a te conformati per grazia di redenzione. Sia la tua vittoria sulla morte, la tua risurrezione, la speranza che ci sorregge quando la vita ci porta a dover reggere la nostra croce, ad attraversare i tunnel. Sii quella luce che la liturgia della veglia pasquale celebra nel cero e ci fa intravedere come percorso del credente, dal battesimo fino al momento in cui il nostro corpo mortale si poserà disteso davanti al tuo altare. Sia quella luce la speranza che saremo da te accolti nel tuo regno, partecipi per sempre del tuo amore.

Per la vita

All'oscurità del venerdì santo prorompe la gioia della vittoria sulla morte di Cristo Signore, che la liturgia pasquale fa propria: “Questo è il giorno fatto dal Signore, rallegriamoci ed esultiamo, alleluia, alleluja”. Il primo beneficio che hanno ricevuto e sperimentato i discepoli è la pace messianica del risorto, in contrapposizione alla paura con cui si erano barrati nel cenacolo. Gioirono nel vedere il Signore, ma la gioia, la pace si estende a tutta l’umanità, per il frutto della redenzione: offerta sacrificale al Padre sull'altare della croce, e spargimento del suo sangue per la remissione dei peccati. Il soffio su di loro e il dono dello Spirito Santo, con il mandato di rimettere i peccati in una riconciliazione universale, manifestano un Messia redentore e santificatore, non più configurabile alle attese messianiche temporali del popolo e dei suoi, sempre in attesa dell’instaurazione del regno messianico, anche se sordi alla proclamazione del Vangelo del regno. Quanto l’evento pasquale ti ha dato di condividerlo con la Maddalena: “Cristo mia speranza è risorto”? E’ risorto in lei. E in te, nella tua anima? Solo liturgia e riti?


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