domenica 14 aprile 2019

Lectio Divina - Domenica delle Palme - Anno C (2019)


La Lectio Divina è tratta dal libro
"Lectio Divina" (2016), Ed. Vita Carmelitana
P. Anastasio Francesco Filieri O Carm
Commento filatelico dell'Avv.to Francesco Gatto


Domenica delle Palme
Dal Vangelo secondo Luca (Lc. 19,28-40)

28 Dette queste cose, Gesù proseguì avanti agli altri salendo verso Gerusalemme. 29 Quando fu vicino a Bètfage e a Betània, presso il monte detto degli Ulivi, inviò due discepoli dicendo: 30 ”Andate nel villaggio di fronte; entrando, troverete un puledro legato, sul quale nessuno è mai salito; scioglietelo e portatelo qui. 31 E se qualcuno vi chiederà: Perché lo sciogliete?, direte così: Il Signore ne ha bisogno”. 32 Gli inviati andarono e trovarono tutto come aveva detto. 33 Mentre scioglievano il puledro, i proprietari dissero loro: “Perché sciogliete il puledro?”. 34 Essi risposero: “Il Signore ne ha bisogno”. 35 Lo condussero allora da Gesù; e gettati i loro mantelli sul puledro, vi fecero salire Gesù. 36 Via via che egli avanzava, stendevano i loro mantelli sulla strada. 37 Era ormai vicino alla discesa del monte degli Ulivi, quando tutta la folla dei discepoli, esultando, cominciò a lodare Dio a gran voce, per tutti i prodigi che avevano veduto, dicendo: 38 ”Benedetto colui che viene, il re, nel nome del Signore. Pace in cielo e gloria nel più alto dei cieli!”. 39 Alcuni farisei tra la folla gli dissero: “Maestro, rimprovera i tuoi discepoli”. 40 Ma egli rispose: “Vi dico che, se questi taceranno, grideranno le pietre”.

Breve esegesi

Gesù manda suoi discepoli a prendere un’asina, per entrare in Gerusalemme ed essere accolto e riconosciuto re messianico. I re montavano nel loro trionfo un’asina, come il re Davide. Il cavallo era segno di battaglia. L’evangelista Luca assieme alle folle evidenzia la presenza di discepoli che avevano seguito e creduto in lui. Lo accolgono e lo esaltano come re messianico apportatore di pace e di gioia. Quella pace che Gerusalemme ha rifiutato. Risuona l’unzione del re Jeu voluta dal profeta Eliseo: ”Ti ungo re di Israele”, scalzato l’idolatra Acab. “Tutti presero i propri vestiti e li stesero sotto di lui”. Alle lodi acclamanti dei discepoli, di cui l’evangelista Luca evidenzia l’attaccamento al loro maestro, si contrappongono i sentimenti ostili dei farisei, scandalizzati. Questi impongono a Gesù di farli zittire, irritati perché non accettavano che avesse autorità sulle folle. Gesù risponde con la profezia messianica di Abacuc: “Se taceranno costoro, si metteranno a gridare le pietre”. Le citazioni profetiche sono accompagnate dai pellegrini provenienti dalla diaspora e conoscitori delle scritture che, ispirati, acclamano il Re Messia. A differenza del venerdì ove le folle, sollecitate dai capi, grideranno il loro “crucifige”.

Meditazione pregata

Cristo Gesù, è incominciata l’ora in cui, in pienezza, si adempiono le scritture: “Esulta grandemente figlia di Sion, giubila, figlia di Gerusalemme! Ecco, a te viene il re. Egli è giusto e vittorioso, umile, cavalca un’asina, annuncerà la pace alle nazioni”. E’ la tua ora! E il profeta Zaccaria annota quanto si compirà per te in Gerusalemme. Gli eventi scorrono fino all’ora della croce e attestano quanto Dio ha ispirato in coloro cui ha dispiegato il disegno di salvezza per il suo popolo, preannunziando l’evento messianico: i profeti. Si avvereranno e si leggeranno i tuoi eventi alla luce di quanto hanno predetto i profeti. Il popolo, pur essendo sollecitato da scribi e farisei, nonché dai dottori della legge, ad attendere all'osservanza legale, ha il senso di Dio, della presenza messianica. Ed è Dio Padre a ispirare il popolo a riconoscerti e proclamarti a gran voce Re e Messia, a stendere mantelli e agitare rami d’ulivo. Hai sempre rimproverato i tanti che non percepivano i segni del tempo, della presenza dell’Inviato di Dio, attenti ad altri segni e prodigi; tanto da dichiarare la tua una generazione perversa, cui non sarà dato altro segno se non quello di Giona. Tu, Signore, donaci di riconoscerti Dio e Signore nostro, come ti riconobbe l’incredulo Tommaso, senza mettere il dito nei tuoi chiodi o attendere segni e prodigi. Come i tuoi apostoli ti chiediamo di aumentare in noi la fede. Fa’ che sia sempre acceso quel cero, quella fiamma che ci è stata consegnata il giorno del battesimo, per essere illuminati da te, Cristo Signore. Perché sia evento pasquale il nostro vivere, dal giorno in cui siamo portati davanti all'altare, tenuti in braccio dai nostri genitori, a quando saremo portati davanti allo stesso altare, con il nostro corpo mortale.

Per la vita

I pellegrini venuti dalla diaspora per celebrare la pasqua in Gerusalemme, conoscitori delle scritture e delle attese profetiche messianiche, inspirati, intravedono in Cristo Gesù l’avverarsi delle scritture e lo identificano nel re Messia. Queste folle non sono suggestionate dai capi del popolo, che aizzeranno le folle gridando il loro “crucifige” a Pilato. Due mondi contrapposti: da una parte i pii pellegrini che attendono l’avvento del Cristo Messia e ispirati gli vanno incontro, spargendo in terra i loro mantelli a colui che cavalca un’asina, e dall'altra parte tutta una strategia da parte dei capi del popolo, che vedono nell'autorità della sua parola e nel seguito delle folle la perdita della loro credibilità e autorità sul popolo. Folle che sempre più rincorrono Gesù perché compie prodigi, dà la vista ai ciechi, sana i malati, guarisce lebbrosi e indemoniati. Mentre i capi cercano di far perdere credibilità a Gesù come trasgressore della legge. Due mondi configurabili al nostro: l’essere in ascolto della Parola, del vangelo e dell’esemplarità di Cristo Gesù o la mentalità comune, corrente di questo mondo, nel farla acriticamente propria. Hai una coscienza salda per configurarti ai pellegrini in Gerusalemme, o ai capi del popolo?


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