domenica 9 dicembre 2018

Lectio Divina - II Domenica di Avvento - Anno C (2018)


La Lectio Divina è tratta dal libro
"Lectio Divina" (2016), Ed. Vita Carmelitana
P. Anastasio Francesco Filieri O Carm
Commento filatelico dell'Avv.to Francesco Gatto


II Domenica di Avvento
Dal Vangelo secondo Luca (Lc. 3,1-6)

1 Nell'anno decimoquinto dell’impero di Tiberio Cesare, mentre Ponzio Pilato era governatore della Giudea, Erode tetrarca della Galilea, e Filippo, suo fratello, tetrarca dell'Iturèa e della Traconìtide, e Lisània tetrarca dell'Abilène, 2 sotto i sommi sacerdoti Anna e Caifa, la parola di Dio scese su Giovanni, figlio di Zaccaria, nel deserto. 3 Ed egli percorse tutta la regione del Giordano, predicando un battesimo di conversione per il perdono dei peccati, 4 com'è scritto nel libro degli oracoli del profeta Isaia: ”Voce di uno che grida nel deserto: Preparate la via del Signore raddrizzate i suoi sentieri! Ogni burrone sia riempito,ogni monte e ogni colle sia abbassato; i passi tortuosi siano diritti;i luoghi impervi spianati. 6 Ogni uomo vedrà la salvezza di Dio” !
Breve esegesi

Abbiamo iniziato l’anno liturgico avendo come prospettiva l’incontro ultimo, glorioso, del Cristo alla fine dei tempi, dopo che verrà meno l’ordinamento cosmico. Il Vangelo di Luca ci presenta il tempo in cui Cristo Gesù, preannunziato da Giovanni, inizia la sua missione. Nella prospettiva della fine dei tempi, è presentato Cristo che entra nel tempo, nella storia, per proclamare il vangelo del regno. Riecheggia la liturgia eucaristica: ”Tuo è il regno, tua la potenza e la gloria nei secoli”
Le parole del Vangelo di Luca, usate per presentare Giovanni Battista, riecheggiano Osea, Aggeo, ma soprattutto Geremia che preannunzia la gloria messianica. Tutto serve per affermare l’investitura profetica di Giovanni e il compimento in lui, della voce dei profeti. Il deserto, ove Giovanni esercita il suo ministero, è il luogo dell’incontro con Dio:
”La condurrò nel deserto e parlerò al suo cuore”, dice il Signore. E’ il luogo del lungo pellegrinaggio dell’antico popolo di Dio. Il compito profetico è riportare a Dio il suo popolo, per accogliere colui che Dio ha promesso e mandato. Il compimento della rivelazione nelle parole di Isaia e la predicazione di Giovanni:”Ogni carne vedrà la salvezza di Dio.”

Meditazione pregata

Cristo Gesù, mentre la fine dei tempi e il tuo avvento glorioso ci aprono la prospettiva di “tempi nuovi e terra nuova”, l’avvento della tua venuta nella carne, che celebriamo nel Natale, ci apre ad una umanità nuova nella visione di te Dio-bambino, generato dalla ineffabile Maria. E Tu, nato, incontri ogni uomo che anche nell'opulenza natalizia e nel consumismo, o anche rinnegandoti, afferma ugualmente che sei entrato nella storia della nostra umanità. Dalla tua venuta, dalla tua nascita è scandita la storia divenuta il prima e il dopo te. Noi, che crediamo nel tuo nome, vogliamo incontrarti e ritrovarci nei profeti che ci stimolano il ritorno a te. La conversione è lavacro che ci toglie quanto appesantisce l’andare incontro a te che vieni. Tu, proclamato messia nel Giordano, ti sei ritirato nel deserto, per innestarti nel volere del Padre: “Non di solo pane vive l’uomo, ma di ogni parola che esce dalla bocca di Dio”. Il nostro mondo è esso stesso un deserto, un luogo dove non incontriamo altri che noi stessi, ripiegati come siamo, a volte, nelle nostre ansie senza speranza. Tu squarcia sempre il cielo della tua Parola, falla risuonare dentro di noi con la stessa prorompente forza di Giovanni Battista, che scuoteva le folle invitandole ad appianare la strada che conduce all'incontro con te. La tua Parola è cammino di conversione. Ci risuonino, come un ritornello, le beatitudini, il comandamento dell’amore, il siate figli di un unico Padre. E ancora le parole dei profeti, di Osea che ci invita ad andare nel deserto perché lì ci parli. E ancora Giovanni Battista, di cui hai affermato non
essere una canna sbattuta dal vento, che ci invita a fare frutti degni di conversione. Donaci il tuo Santo Spirito, perché senza il suo aiuto, la sua forza, nulla è possibile nell'uomo che crede in te e vuole degnamente prepararsi all'incontro con te.

Per la vita

La liturgia ci insegna a camminare con Cristo, facendo del suo percorso storico il nostro. L’avvento di Cristo nella storia, nella sua carne, è profeticamente annunziato. Giovanni è l’ultimo dei profeti dell’Antico Testamento. E mentre gli altri hanno parlato del Messia, Giovanni lo ha presentato al popolo: “Ecco l’Agnello di Dio che toglie il peccati del mondo”. Quale rapporto hai con gli scritti dell’Antico Testamento, in particolare con i libri profetici? L’avvento risuona molto delle profezie di Isaia. Averne la confidenza nella lettura ci immette in coloro, i profeti, che hanno dispiegato al popolo il disegno di Dio, di cui sono stati la parola viva. Le metafore di Isaia ripresentate da Giovanni, le valli, i colli, il burrone, i sentieri, quali ripercussione hanno in te, per la tua vita spirituale, morale? Il deserto è il luogo dell’incontro con Dio, in cui è evitato qualsiasi altro possibile incontro, ponendoci solo davanti a lui. Ma è anche lo spazio in cui la nostra mente fa deserto di tutto ciò che non è Dio e il suo mondo rivelato. Anche Gesù ci raccomanda di chiuderci nella nostra stanza. La conversione predicata da Giovanni è il rientrare in noi stessi e riproporre un cammino di ritorno a Dio, di fedeltà a lui.


Nessun commento:

Posta un commento