domenica 2 dicembre 2018

Lectio Divina - I Domenica di Avvento - Anno C (2018)



La Lectio Divina è tratta dal libro
"Lectio Divina" (2016), Ed. Vita Carmelitana
P. Anastasio Francesco Filieri O Carm
Commento filatelico dell'Avv.to Francesco Gatto


I Domenica di Avvento
Dal Vangelo secondo Luca
(Lc. 21,25-28,34-36)

25 Vi saranno segni nel sole, nella luna e nelle stelle, e sulla terra angoscia di popoli in ansia per il fragore del mare e dei flutti, 26 mentre gli uomini moriranno per la paura e per l’attesa di ciò che dovrà accadere sulla terra. Le potenze dei cieli infatti saranno sconvolte. 27 Allora vedranno il Figlio dell’uomo venire su una nube con potenza e gloria grande. 28 Quando cominceranno ad accadere queste cose, alzatevi e levate il capo, perché la vostra liberazione è vicina”. 34 State bene attenti che i vostri cuori non si appesantiscano in dissipazioni, ubriachezze e affanni della vita e che quel giorno non vi piombi addosso improvviso; 35 come un laccio esso si abbatterà sopra tutti coloro che abitano sulla faccia di tutta la terra. 36 Vegliate e pregate in ogni momento, perché abbiate la forza di sfuggire a tutto ciò che deve accadere, e di comparire davanti al Figlio dell’uomo”.
Breve esegesi

Il nuovo anno liturgico, attraverso il Vangelo, inizia come finisce: il Cristo cui andiamo incontro nella sua venuta nella carne è lo Stesso che incontreremo alla fine dei tempi. La vita è sempre un andare incontro al Cristo che viene. Il Vangelo di Luca parla della fine dei tempi, facendo precedere gli eventi cosmici con la fine di Gerusalemme. Chiaro riferimento e ammonimento della caducità dell’ordine cosmico, dell’opera della mano dell’uomo e di quanto è creaturalità. Gli eventi terrificanti non sono fini a se stessi. Questo sussulto apocalittico è funzionale a presentare il potere di Cristo, il Figlio dell’uomo, cui il Padre ha conferito il potere in cielo e in terra. Gesù non verrà più nella debolezza della carne, ma nella gloria della sua esaltazione. La redenzione operata da Cristo nella sua incarnazione vedrà la pienezza e il suo atto conclusivo nel riscatto di quanti hanno, per lui, patito e sofferto. Il discorso di Cristo si conclude con l’esortazione alla vigilanza e alla preghiera. La vigilanza non permette di lasciarsi andare a qualsiasi forma di rilassatezza spirituale o morale. La preghiera è l’unione intima e dialogica, per mezzo di Cristo, con il Padre, invito alla perseveranza cristiana.

Meditazione pregata

Sei sempre Tu, Cristo Signore, che ci vieni incontro e nella carne mortale e glorioso alla fine dei tempi. Tu non sei un Dio che hai posto la tua residenza nei cieli e ti preoccupi solo di guardare di lassù la nostra condizione umana. Per noi uomini e per la nostra salvezza ti sei incarnato. Hai fatto tua la nostra condizione umana. Noi ti attendiamo in questo Avvento di conversione. Facciamo risuonare in noi i profeti che hanno dispiegato all'antico tuo popolo l’attesa della tua venuta, Cristo Messia. Vorremmo venirti incontro come il vecchio Simeone che protese le braccia verso tua madre per sottrarti dalle sue mani e contemplarti, stretto a lui, trasfigurato. È il vecchio Simeone il simbolo dell’attesa per la tua venuta. Noi ti attendiamo nella gioia del natale, nelle luci, nei doni, alla nostra maniera. Fa’ che quest’attesa, questa gioia, non sia sottilmente pagana; ma l’esplosione di un nuovo incontro, di una poesia e di un canto che Tu, nato bambino, sai ispirarci dentro. Ma non meno ispirata sia l’attesa per la tua venuta ultima. Fa’ che non sia suscitata dalla paura di vederti giudice della nostra vita. Sei disceso dal cielo per la nostra redenzione, per la remissione dei nostri peccati. Chi più di te ha preso atto del nostro essere peccatori? Ti proclamiamo nostro Salvatore, come i primi credenti nel tuo nome che, per sottrarsi alla conoscenza dei pagani e non subire persecuzioni, si riconoscevano nell’IKTHUS, proclamandoti Gesù Cristo Figlio di Dio, Salvatore. La tua seconda venuta fa’ che sia la nostra redenzione e assieme la nostra liberazione. E, da ultimo, ti preghiamo: fa’ che la nostra vita sia sempre un rinnovato incontrarti nelle varie contingenze ed espressioni quotidiane.

Per la vita

L’avvento è il tempo che la liturgia ci dona per andare incontro a Cristo: ” Il Verbo si è fatto carne e venne ad abitare in mezzo a noi”. L’attesa del Messia viene preannunziata dai profeti, attraverso la liturgia della parola, per far risuonare in noi la stessa loro attesa. L’attesa del Messia Salvatore è data dalla precarietà della condizione umana e la sua finitezza, dalla prospettiva della fine del cosmo e dal rendere ragione della conduzione della nostra vita. Le invocazioni profetiche hanno il senso dell’attesa degli uomini di Dio e di tutto un popolo che attende la salvezza di Cristo Messia, e contemporaneamente per noi il Natale ha tutto il senso dell’umana gioia per il Dio Bambino nato tra noi. Il vangelo ci prospetta la venuta ultima di Cristo con grande potenza, come il signore della storia. Il seno della fine delle cose, dell’umana esistenza, ci porta ad approfondire il senso della nostra vita. La tentazione è l’alienazione: il vivere la propria vita al di fuori del proprio essere. Questo si configura per quanti, credenti in Cristo, attendono a ben altro nel vivere il tempo presente e l’attesa per la venuta nella carne del Signore della storia. Noti elementi alienanti, nella società, nella tua comunità e in te? 


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