domenica 14 ottobre 2018

XXVIII Domenica del tempo ordinario - Anno B


La Lectio Divina è tratta dal libro
"Lectio Divina" (2016), Ed. Vita Carmelitana
P. Anastasio Francesco Filieri O Carm
Commento filatelico dell'Avv.to Francesco Gatto



XXVIII Domenica del tempo ordinario
Dal Vangelo secondo Marco (Mc. 10,17-30)

17 Mentre usciva per mettersi in viaggio, un tale gli corse incontro e, gettandosi in ginocchio davanti a lui, gli domandò: “Maestro buono, che cosa devo fare per avere la vita eterna?”. 18 Gesù gli disse: “Perché mi chiami buono? Nessuno è buono, se non Dio solo. 19 Tu conosci i comandamenti: Non uccidere, non commettere adulterio, non rubare, non dire falsa testimonianza, non frodare, onora il padre e la madre”. 20 Egli allora gli disse: “Maestro, tutte queste cose le ho osservate fin dalla mia giovinezza”. 21 Allora Gesù, fissatolo, lo amò e gli disse: “Una cosa sola ti manca: va’, vendi quello che hai e dallo ai poveri e avrai un tesoro in cielo; poi vieni e seguimi”. 22 Ma egli, rattristatosi per quelle parole, se ne andò afflitto, poiché aveva molti beni. 23 Gesù, volgendo lo sguardo attorno, disse ai suoi discepoli: “Quanto difficilmente coloro che hanno ricchezze entreranno nel regno di Dio!”. 24 I discepoli rimasero stupefatti a queste sue parole; ma Gesù riprese: “Figlioli, com'è difficile entrare nel regno di Dio! 25 È più facile che un cammello passi per la cruna di un ago, che un ricco entri nel regno di Dio”. 26 Essi, ancora più sbigottiti, dicevano tra loro: “E chi mai si può salvare?”. 27 Ma Gesù, guardandoli, disse: “Impossibile presso gli uomini, ma non presso Dio! Perché tutto è possibile presso Dio”. 28 Pietro allora gli disse: “Ecco, noi abbiamo lasciato tutto e ti abbiamo seguito”. 29 Gesù gli rispose: “In verità vi dico: non c’è nessuno che abbia lasciato casa o fratelli o sorelle o madre o padre o figli o campi a causa mia e a causa del vangelo, 30 che non riceva già al presente cento volte tanto in case e fratelli e sorelle e madri e figli e campi, insieme a persecuzioni, e nel futuro la vita eterna.

Breve esegesi

Gesù affronta le condizioni della sua sequela e le consequenziali prospettive. Con una mozione d’entusiasmo un giovane ricco si getta ai suoi piedi, segno di venerazione, e chiede cosa fare per ottenere la vita eterna. Un chiaro atteggiamento di vocazione veterotestamentaria: osservare la legge, conservare i beni, come segno della benedizione divina che premia l’uomo giusto e conseguire la vita eterna. Per Gesù un impedimento, un’alternativa al possesso del regno. Gesù gli propone una sequela evangelica: abbandonare tutto e seguirlo. Il corrugare la fronte è segno di contrarietà alla proposta di Gesù e delusione per le sue attese. Voleva che Gesù si piegasse a lui, anche se spinto da buone intenzione; ma la conservazione dei beni si è contrapposta come un macigno: “E’ più facile che un cammello entri per la cruna di un ago che un ricco entri nel regno dei cieli”. E’ una iperbole, un paradosso, per attestare che il desiderio e accumulo di beni non predispone a far parte del regno di Dio. Possibile solo se si accetta il disegno di Dio. Pietro gli chiede cosa sarà di loro che hanno abbandonato tutto e lo hanno seguito. Riceveranno il centuplo al presente e in futuro la vita eterna. Da interpretare nel già e non ancora.

Meditazione pregata

Sconcertante, Cristo Gesù, il tuo approccio con il giovane ricco. Sembri aver lasciato il tuo essere Dio che scruta i pensieri dell’uomo, per lasciarti andare ad un rapporto e un sentire prettamente umano. Rimani affascinato da lui, dai suoi gesti e dalle sue richieste. L’inginocchiarsi davanti a te e chiamarti maestro buono hanno suscitato in lui il modo di predisporsi ad accogliere la ricchezza e autorità della tua Parola. La domanda che ti ha posto è quanto non è riscontrabile in alcun personaggio dei Vangeli. Nessun apostolo, posto al tuo seguito da tempo, ha mostrato una tale apertura verso di te: chiederti cosa fare per possedere la vita eterna. Quella vita che è da te, e che Tu sei venuto a donarci già incipientemente, per condividerla con quanti credono nel tuo nome e partecipano ai sacramenti, realizzata quale frutto della redenzione operata sull'altare della croce. Lui, Cristo Signore, in verità non ti cercava se non come un’altra forma di possesso, oltre i beni terreni, per non farsi mancare nulla. Comprarsi a poco prezzo la vita eterna. Il suo dio non eri Tu, bensì una ulteriore forma di ricchezza da possedere. Non voleva gli mancasse nulla, sulla terra come in cielo. Ti ha voltato le spalle non appena gli hai proposto di vendere tutto e seguirti. Non eri Tu il suo dio. Amara e iperbolica la tua sentenza: “E’ più facile che un cammello passi per la cruna di un ago, che un ricco entri nel regno di Dio”. Amareggiato hai constatato quanto è duro seguirti se non si rinunzia a se stessi. Seguirti è amarti sopra ogni cosa, è un dono che viene dall'alto; non è una umana scelta opportunistica. Tu stesso hai affermato e spiegato ai tuoi discepoli che solo in Dio è possibile amministrare, vivere e godere della ricchezza, quale dono del creatore e delle mani operose dell’uomo. Sii Tu, Signore, l’unico nostro vero bene; solo nel possedere te possiamo, in te, possedere altro.

Per la vita

Gesù pone le condizioni per mettersi alla sua sequela. Porsi al suo seguito significa accettare
il Vangelo, la partecipazione al suo regno. Il giovane ricco era impregnato di quanto aveva alimentato l’antico popolo di Dio: l’osservanza della legge per ottenere la giustificazione presso Dio e presso gli uomini, e ancora i mali erano dovuti al peccato commesso dall'uomo, mentre i beni considerati benedizione che Dio concedeva all'uomo giusto. Beni da conservare e incrementare. Tipica concezione secolare ebraica. Al giovane ricco il mondo è crollato davanti a Cristo, nel momento in cui gli è stato prospettato un nuovo mondo, l’abbandonare tutto e seguire lui per avere la vita eterna: “Quella che il Figlio vi darà”, dirà Cristo stesso. Gesù ci invita a seguirlo non ponendogli le nostre condizioni, ma accettando le sue:”Chi mi vuole seguire rinneghi se stesso”. E’la libertà interiore. Per un giovane giudeo impregnato dell’antica legge, che era la sua anima, non era possibile rinunziare a quanto aveva creduto e vissuto. Gesù ci chiama e non accetta che gli poniamo condizioni. “Chi pone mano all'aratro e si volta indietro, non è degno di me”.Tu poni le tue condizioni e attese a lui o ti poni al suo seguito?

Padre Anastasio Filieri O Carm

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