domenica 22 aprile 2018

IV Domenica di Pasqua


La Lectio Divina è tratta dal libro
"Lectio Divina" (2016), Ed. Vita Carmelitana
P. Anastasio Francesco Filieri O Carm
Commento filatelico dell'Avv.to Francesco Gatto



IV Domenica di Pasqua - Anno B - Dal Vangelo secondo Giovanni (Gv. 10,1-10)


1 ”In verità, in verità vi dico: chi non entra nel recinto delle pecore per la porta, ma vi sale da un’altra parte, è un ladro e un brigante. 2 Chi invece entra per la porta, è il pastore delle pecore. Contrapposizione tra ladro e pastore. 3 Il guardiano gli apre e le pecore ascoltano la sua voce: egli chiama le sue pecore una per una e le conduce fuori. 4 E quando ha condotto fuori tutte le sue pecore, cammina innanzi a loro, e le pecore lo seguono, perché conoscono la sua voce. 5 Un estraneo invece non lo seguiranno, ma fuggiranno via da lui, perché non conoscono la voce degli estranei”. 6 Questa similitudine disse loro Gesù; ma essi non capirono che cosa significava ciò che diceva loro. 7 Allora Gesù disse loro di nuovo: “In verità, in verità vi dico: io sono la porta delle pecore. 8 Tutti coloro che sono venuti prima di me, sono ladri e briganti; ma le pecore non li hanno ascoltati. 9 Io sono la porta: se uno entra attraverso di me, sarà salvo; entrerà e uscirà e troverà pascolo. 10 Il ladro non viene se non per rubare, uccidere e distruggere; io sono venuto perché abbiano la vita e l’abbiano in abbondanza.

Breve esegesi

Gesù guarisce un cieco nato in giorno di sabato. Insorgono i farisei perché ha trasgredito la legge. Cristo si oppone agli stessi affermando che credono di vedere, ma sono ciechi, perché non vedono in Gesù le opere di Dio. Gesù afferma la sua identità affermando di essere lui la porta delle pecore. Chi vuole entrare nell'ovile deve passare da lui, che ne è la porta. La porta è segno di salvezza. ”Questa è la porta della salvezza, i giusti entreranno in essa”è detto nel salmo. L’ovile è evidente simbologia del popolo di Dio. Ascoltare la voce del pastore, chiamarle per nome, è chiaro segno del rapporto personale di amore tra il pastore e le pecore. L’immagine ci riporta a Cristo Gesù che vedendosi attorniato dalla folla dopo il suo annunzio, si commuove per loro, perché erano come pecore senza pastore. Cristo è la porta delle pecore, altri lo hanno preceduto, attestandosi a messia e salvatori. Sono ladri e briganti. Chiaro il riferimento ai farisei che attestano il dover passare da loro per osservare la legge di Dio e ottenere la giustificazione. Il buon pastore si identifica in colui che dà la vita per le sue pecore, a differenza del mercenario. Lui è venuto perché abbiano la vita e l’abbiano in abbondanza.

Meditazione pregata

Hai dato la vita al cieco, Cristo Signore, e lo hai fatto mettendogli del fango sugli occhi e rimandandolo alla piscina di Siloe, quasi a purificarsi dal male, riavere la vista e vederti. Tu sei colui che ci apre sempre gli occhi alla vita, alla verità di vita, all’amore per la vita che ci hai dato, avendoci creato a tua immagine e avendo immesso in noi il tuo Spirito, quello che, nella creazione nuova, hai alitato sui tuoi discepoli raccolti nel cenacolo, cui ti sei manifestato risorto, donando la tua pace. Ma sulla tua strada hai incontrato i ciechi giudei, che ti hanno rimproverato l’aver guarito il cieco in giorno di sabato. Ciechi loro, e guide di ciechi. Al loro essere guide cieche hai opposto il tuo essere pastore dell’ovile e porta per far entrare il gregge. Tu sei la porta dell’ovile delle pecore, perché chi entra attraverso di te è nella verità di vita, quella che Tu hai immesso, in unità con il Padre creatore, alitando il tuo Santo Spirito sui discepoli raccolti nel cenacolo e, attraverso loro, in tutti noi. Sei la porta dell’ovile, della chiesa, che Tu hai fondato e affidato a Pietro e ai suoi successori. Fa’ che abbiamo sempre a entrare per questa porta e mai dalla finestra, come servitori e mercenari dell’ovile, della tua Chiesa. Sia la tua Chiesa trasparenza viva del tuo mandato di pascolare il gregge, con amore e spirito di servizio e nutrirla della tua Parola. Tu ci dai sicurezza di vita, pace, gioia e noi in te speriamo e confidiamo, perché nelle vicende umane da te abbiamo a essere sorretti, dalla tua Parola abbiamo a essere guidati, dalla tua grazia a essere investiti. Tu, Buon Pastore, che hai dato la vita per il tuo gregge, guidaci per i tuoi pascoli, per i pascoli del tuo regno, ove è pace e gioia, giustizia e verità, amore e carità, grazia e santità. Noi sentiamo la gioia di essere tuo pascolo e gregge guidato per i sentieri della libertà e della dignità dei figli di Dio.

Per la vita

Prendere il fango per metterlo sugli occhi e ottenere la grazia della guarigione è figura dell’efficacia dei segni sacramentali. Sai percepire e interiorizzare i segni sacramentali o ti attesti alle emozioni che suscita la liturgia, specie se ricercate? Parole e segni efficaci di grazia, istituiti da Cristo Signore, segnano la nostra vita di credenti, dal Battesimo all'Unzione degli Infermi. La guarigione del cieco è occasione per Cristo di affermare che Lui è la porta delle pecore. Bisogna passare da lui, entrare nella sua porta per introdurci nell'ovile della sua chiesa e ottenere la salvezza. Cristo Gesù si fa buon pastore perché abbiamo ad avere la vita e l’abbiamo in abbondanza. La vita di fede, in Cristo e nel suo Vangelo, è il seguire il buon pastore, che ci porta ad avere una vita morale, sociale, civile espressa nella dignità dei figli di Dio. L’appartenenza all'ovile di Cristo, è sentirci pecore del gregge che Lui pasce, nella libertà dei figli di Dio. Gesù ha chiesto a Pietro: “Mi ami tu”? Per pascere i suoi agnelli. Pietro gli ha risposto che gli voleva bene. Amore di benevolenza, non a modo con cui Gesù ha amato Pietro e tutti noi:”Nessuno ama più di colui che da la vita per i suoi amici”. L’amore in Cristo è il farsi dono, anche della vita.



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