Novena a cura di P. Anastasio Francesco Filieri O Carm
SECONDO GIORNO
Maria serva della Parola
Il cuore della spiritualità carmelitana è: “meditare notte e giorno la parola del Signore ed essere perseveranti nella preghiera”, come afferma la regola di vita. Come è possibile meditare e pregare notte e giorno? La nostra regola vuole impegnarci a essere in Dio, a vivere in Dio, facendo risuonare dentro la Parola, il suo volere, il suo disegno su di noi, per viverla e testimoniarla, rendendo ragione dell’azione dello spirito di Dio in noi. E’ il vivere alla presenza di Dio, sul modello di Elia che di fronte al Re Acab, che aveva permesso alla moglie di portare in Israele, nel popolo di Dio, il culto di Baal, sentenziò: “Viva Dio alla cui presenza io sto”, e profetizzò che in Israele ci sarebbe stata, per punizione divina, una dura carestia. Di questo modello eliano di vita carmelitana: “essere alla presenza di Dio”, anche nell’operare e nelle relazioni umane, i frati carmelitani hanno visto in Maria la maestra e la modella nel vivere il disegno di Dio su di loro. Maria si è fatta serva della Parola, del disegno di Dio su di Lei, e per suo mezzo, sull’umanità. Il Padre ha inviato lo Spirito Santo per fecondare il grembo di Maria. Dal suo grembo verginale ha partorito Gesù, il Figlio di Dio. In Maria la Parola si è fatta carne: il Verbo si è incarnato nel grembo della Vergine Maria. La santissima Trinità ha preso possesso di Maria e l’ha rivestita della divinità. Lo Spirito Santo ha fecondato il suo grembo. Dalla sua carne è stato generato il Figlio di Dio. Un mistero divino la grandezza di Maria, in cui grandi cose ha fatto in Lei l’Onnipotente Dio. Maria ha operato e vissuto in uno con la Trinità. Quanto avvenuto in lei è opera del Dio Uno e Trino. Ci dice la sacra scrittura che quando giunse la pienezza dei tempi Dio mandò Suo Figlio, nato da donna. Molto presente era l’attesa messianica in Israele, come avevano preannunziato i profeti. In particolare Isaia aveva predetto che dal tronco di Jesse sarebbe nato un virgulto.
Jesse era il padre di Davide. L’annunzio profetico era che dalla discendenza di Davide, della cui stirpe faceva parte Maria, sarebbe nato il Cristo Messia. Il cieco che chiedeva la guarigione a Gesù gli gridò: “Figlio di Davide abbi pietà di me”. E Gesù attestò che la sua fede lo aveva salvato, avendolo riconosciuto Cristo Messia. Inoltre il profeta Isaia attestava: “Una vergine concepirà e partorirà un Figlio”. Questa profezia biblica è impressa su un inginocchiatoio, con Maria in contemplazione, da tanti pittori, che hanno plasticamente raffigurato l’Annunciazione. Maria ha avuto l’annunzio dall’angelo, che da Lei sarebbe nato il Cristo Messia, mentre aveva tra le mani la sacra scrittura. Cioè era in ascolto della Parola di Dio. All’annunzio dell’angelo, avuta spiegazione che lo Spirito Santo l’avrebbe fecondata, Maria ha accolto il disegno misterioso di Dio su di lei e sull’umanità e ha esclamato:“Sono la serva del Signore, si faccia di me secondo la tua Parola”. Maria si è fatta serva della Parola di Dio, del disegno di Dio su di lei e sull’umanità. Non esaltazione da parte di Maria, che poteva sentirsi privilegiata da Dio, a differenza di altre donne; ma ha solo atteso, serva del Signore, a far proprio il disegno di Dio su di Lei. Dirà nel magnificat: “Il mio spirito esulta in Dio, mio salvatore, perché ha guardato l’umiltà della sua serva”. Maria era promessa sposa a Giuseppe, quindi era impegnata a sposarsi con Giuseppe. Dinanzi al disegno di Dio su di lei si è fatta solo serva della sua volontà. Di tutto questo non ha dato notizia al suo prossimo sposo, presa dal volere del Suo Signore. Ha lasciato tutto nelle mani di Dio che, tramite un angelo, venuto in sonno a Giuseppe, l’ha invitato a prendere con se Maria, perché quanto avvenuto in lei, era opera dello Spirito Santo.
Questa disponibilità totale in Dio, questo essere in ascolto della Parola , questo attendere solo a Dio, per essere in Dio e vivere di Dio, ha fatto si che in un primo momento, cioè prima dell’apparizione della Madonna con lo Scapolare, questo modello di adesione alla Parola, l’Annunciazione dell’angelo alla Madonna, fosse la celebrazione principale dei frati sul Monte Carmelo. Maria annunziata dall’angelo, fattasi serva della parola di Dio, era rappresentata in fondo all’oratorio sul Monte Carmelo. I carmelitani si stringevano attorno alla sua immagine, per sentirla sorella nel cammino di ascolto di Dio, dell’ essere e vivere in Dio, alla sua presenza, sul modello del profeta Elia. I primi monasteri e chiese in Europa erano consacrati e intitolati all’Annunziata. Per questo la regola è piena di esortazioni, sul modello di Maria, di attendere alla Parola fatta preghiera e vita: “La parola di Dio dimori abbondantemente nei vostri cuori e sulle vostre labbra” e “tutto quanto fate, fatelo sulla parola del Signore”. Come per Maria, serva della parola del Signore, il carmelitano, sul suo esempio, deve compiere ogni opera spinto dall’adesione alla Parola e in ogni momento, nella quotidianità di espressioni di vita, sarà in ascolto, in sintonia con la parola di Dio, per interiormente viverla e testimoniarla con le buone opere, davanti agli occhi degli uomini: “Perché vedano le vostre buone opere e rendano gloria al Padre che è nei cieli”. Alla donna che ascoltava l’annunzio del Regno di Cristo Signore, presa dalla bellezza e dall’autorità della sua Parola ha proclamata: “Beato il grembo che ti ha portato e il seno che ti ha allattato”, Cristo le risponde: “Beati piuttosto coloro ch ascoltano la Parola di Dio e la osservano”. In questa espressione di Gesù potrebbe configurarsi l’elogio verso sua madre, per essere stata in ascolto di Dio, per aver atteso alla Parola, piuttosto che all’esaltazione per essere stato da lei generato. Gesù, durante il suo ministero evangelico, ha sempre espresso, anche alla sua stessa madre, come in Cana, l’appartenenza alla famiglia umana, piuttosto che a quella carnale, in questa espressione vi è affermata da Gesù tutta la grandezza di sua madre di fronte al piano salvifico di Dio Padre.
Jesse era il padre di Davide. L’annunzio profetico era che dalla discendenza di Davide, della cui stirpe faceva parte Maria, sarebbe nato il Cristo Messia. Il cieco che chiedeva la guarigione a Gesù gli gridò: “Figlio di Davide abbi pietà di me”. E Gesù attestò che la sua fede lo aveva salvato, avendolo riconosciuto Cristo Messia. Inoltre il profeta Isaia attestava: “Una vergine concepirà e partorirà un Figlio”. Questa profezia biblica è impressa su un inginocchiatoio, con Maria in contemplazione, da tanti pittori, che hanno plasticamente raffigurato l’Annunciazione. Maria ha avuto l’annunzio dall’angelo, che da Lei sarebbe nato il Cristo Messia, mentre aveva tra le mani la sacra scrittura. Cioè era in ascolto della Parola di Dio. All’annunzio dell’angelo, avuta spiegazione che lo Spirito Santo l’avrebbe fecondata, Maria ha accolto il disegno misterioso di Dio su di lei e sull’umanità e ha esclamato:“Sono la serva del Signore, si faccia di me secondo la tua Parola”. Maria si è fatta serva della Parola di Dio, del disegno di Dio su di lei e sull’umanità. Non esaltazione da parte di Maria, che poteva sentirsi privilegiata da Dio, a differenza di altre donne; ma ha solo atteso, serva del Signore, a far proprio il disegno di Dio su di Lei. Dirà nel magnificat: “Il mio spirito esulta in Dio, mio salvatore, perché ha guardato l’umiltà della sua serva”. Maria era promessa sposa a Giuseppe, quindi era impegnata a sposarsi con Giuseppe. Dinanzi al disegno di Dio su di lei si è fatta solo serva della sua volontà. Di tutto questo non ha dato notizia al suo prossimo sposo, presa dal volere del Suo Signore. Ha lasciato tutto nelle mani di Dio che, tramite un angelo, venuto in sonno a Giuseppe, l’ha invitato a prendere con se Maria, perché quanto avvenuto in lei, era opera dello Spirito Santo.
Questa disponibilità totale in Dio, questo essere in ascolto della Parola , questo attendere solo a Dio, per essere in Dio e vivere di Dio, ha fatto si che in un primo momento, cioè prima dell’apparizione della Madonna con lo Scapolare, questo modello di adesione alla Parola, l’Annunciazione dell’angelo alla Madonna, fosse la celebrazione principale dei frati sul Monte Carmelo. Maria annunziata dall’angelo, fattasi serva della parola di Dio, era rappresentata in fondo all’oratorio sul Monte Carmelo. I carmelitani si stringevano attorno alla sua immagine, per sentirla sorella nel cammino di ascolto di Dio, dell’ essere e vivere in Dio, alla sua presenza, sul modello del profeta Elia. I primi monasteri e chiese in Europa erano consacrati e intitolati all’Annunziata. Per questo la regola è piena di esortazioni, sul modello di Maria, di attendere alla Parola fatta preghiera e vita: “La parola di Dio dimori abbondantemente nei vostri cuori e sulle vostre labbra” e “tutto quanto fate, fatelo sulla parola del Signore”. Come per Maria, serva della parola del Signore, il carmelitano, sul suo esempio, deve compiere ogni opera spinto dall’adesione alla Parola e in ogni momento, nella quotidianità di espressioni di vita, sarà in ascolto, in sintonia con la parola di Dio, per interiormente viverla e testimoniarla con le buone opere, davanti agli occhi degli uomini: “Perché vedano le vostre buone opere e rendano gloria al Padre che è nei cieli”. Alla donna che ascoltava l’annunzio del Regno di Cristo Signore, presa dalla bellezza e dall’autorità della sua Parola ha proclamata: “Beato il grembo che ti ha portato e il seno che ti ha allattato”, Cristo le risponde: “Beati piuttosto coloro ch ascoltano la Parola di Dio e la osservano”. In questa espressione di Gesù potrebbe configurarsi l’elogio verso sua madre, per essere stata in ascolto di Dio, per aver atteso alla Parola, piuttosto che all’esaltazione per essere stato da lei generato. Gesù, durante il suo ministero evangelico, ha sempre espresso, anche alla sua stessa madre, come in Cana, l’appartenenza alla famiglia umana, piuttosto che a quella carnale, in questa espressione vi è affermata da Gesù tutta la grandezza di sua madre di fronte al piano salvifico di Dio Padre.
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