"Lectio Divina" (2016), Ed. Vita Carmelitana
P. Anastasio Francesco Filieri O Carm
Commento filatelico dell'Avv.to Francesco Gatto
VIII Domenica del Tempo Ordinario
Anno A
Dal Vangelo secondo Matteo
(Mt 6, 24-34)
24 Nessuno può servire a due padroni: o odierà l’uno e amerà l’altro, o preferirà l’uno e disprezzerà l’altro: non potete servire a Dio e a mammona. 25 Perciò vi dico: “Per la vostra vita non affannatevi di quello che mangerete o berrete, e neanche per il vostro corpo, di quello che indosserete; la vita forse non vale più del cibo e il corpo più del vestito? 26 Guardate gli uccelli del cielo: non seminano, né mietono, né ammassano nei granai; eppure il Padre vostro celeste li nutre. Non contate voi forse più di loro? 27 E chi di voi, per quanto si dia da fare, può aggiungere un solo cubito alla sua statura. Perché vi affannate per il vestito ? Osservate come crescono i gigli del campo: non lavorano e non filano. 29 Eppure io vi dico che neanche Salomone, con tutta la sua gloria, vestiva come uno di loro. 30 Ora se Dio veste così l’erba del campo, che oggi c’è e domani verrà gettata nel forno, non farà assai più per voi, gente di poca fede? 31 Non affannatevi dunque dicendo: Che cosa mangeremo? Che cosa berremo? Che cosa indosseremo? 32 Di tutte queste cose si preoccupano i pagani; il Padre vostro celeste infatti sa che ne avete bisogno. 33 Cercate prima il regno di Dio e la sua giustizia, e tutte queste cose vi saranno date in aggiunta. 34 Non affannatevi dunque per il domani, perché il domani avrà già le sue inquietudini. A ciascun giorno basta la sua pena”.
Breve esegesi
Gesù ci prospetta l’attenzione e dedizione quotidiana ad una verità di vita: “Cercare il regno di Dio e la sua giustizia, tutto il resto sarà dato in aggiunta”. Una riposizione di gerarchie di valori di vita, ponendo il primariato nel sommo bene: Dio e il suo regno, la sua giustizia, la sua santità, che rigetta il trasfondere tutte le risorse, spirituali, morali e sociali nell'accaparramento di beni che periscono. E’ un assoggettamento e un affanno che si esaurisce nel tempo presente, senza prospettive verso ciò che dura per la vita, presente e futura. E’ un lascito a quanti lo seguono, i suoi discepoli. Non possiamo servire Dio e mammona: la ricchezza è personificata e si contrappone a Dio. Altrove Gesù parla di mammona di iniquità, alludendo ai mezzi non sempre onesti con cui si perviene al possesso della ricchezza. Cristo Gesù con il suo regno di amore, giustizia, verità, grazia e santità è un Dio geloso che non vuole convivere con altro dio, ma richiede un’adesione e un amore indiviso. La bellezza dei gigli del campo, opera creatrice divina, è sintomatica dell’azione provvidenziale divina. L’affanno per il cibo che perisce non è un sentire sapienziale di vita. Le affermazioni hanno anche una esemplificazione poetica.
Meditazione pregata
Cristo Gesù, ci hai amato di un amore totale, fino al servizio più umile, col lavare i piedi ai tuoi discepoli e poi consumarti vittima di redenzione sull’altare della croce. E vuoi che noi abbiamo a corrispondere al tuo amore con un amore indiviso, perché nulla abbia ad essere amato se non in Te, anche padre, madre, moglie, fratelli e sorelle. L’amore per te è avvolgente e liberante, non permette che siamo assoggettati a quanto limita una vita degna di essere vissuta in pienezza. Tu donaci sempre quella libertà dei figli di Dio, perché possiamo governare la volontà e orientarla per ciò che favorisce la dignità per essere tuoi figli in questa vita e, in prospettiva, per ottenere la vita eterna, liberi dalla preoccupazione di ciò che non dà pane, non è vita, ma finalizzato all’apparire e all’edonismo. Solo Tu, pane di vita disceso dal cielo, e nella sapienza che è da te, è data temperanza per non essere ed apparire smodati. Tu riempici l’esistenza, non stare lontano, sii per noi quell’attrazione per cui i tuoi discepoli abbandonarono tutto e ti seguirono, presi dall’autorità della tua chiamata, da quel divino fascino che è l’irrompere e l’esprimersi della tua grazia divina. E allora tutto ciò che non sei Tu sarà per noi mammona, diabolica tentazione che attanaglia cuore e mente, creandoci sudditanza per ciò che non è verità di vita nello Spirito. Sono tante le droghe, non solo chimiche, che avvolgono l’uomo odierno senza Dio, o con un dio fatto su misura: il potere, il successo, la cupidigia di possesso che non riserva limiti, il sesso come esaltante funzione fisica emozionante, il prevalere sulle opportunità che ha l’altro, generando invidia e gelosia. Hai detto che tutto questo inquina l’uomo più di quello che scende nella fossa. La fede in te e la vita nello Spirito sono un tuo dono e non farcelo mai mancare, perché solo tu sei vita vera che illumina la nostra esistenza.
Per la vita
Dio ha cura dell’uomo. Se si prende cura dei gigli del campo e degli uccelli del cielo, tanto più di chi ha formato a sua immagine e somiglianza. Come una madre non può dimenticarsi del figlio che ha in grembo, così Dio non si dimenticherà del suo popolo. Con gli esempi degli uccelli e dei gigli Dio non vuole favorire la passività, la pigrizia, né condanna la previdenza per il futuro. E’ il costituire dio la ricchezza, ciò che Dio detesta, l’essere alternativo a lui. Le risorse dell’uomo non possono disperdersi in ciò che non da dignità di vita. La partecipazione ai beni del creato per un dignitoso sostentamento è un diritto naturale per ogni uomo. E’ dovere di chi governa attendere alla distribuzione della ricchezza. Quando ero cappellano al carcere un ladro mi disse che lui attendeva a ciò che, per dovere, non attendeva chi governo. Sei tentato dalla bramosia della ricchezza, fa parte dei tuoi sogni? Quali i tuoi desideri, quali le tue suggestioni? Il cibo, i vestiti, sono elementi vitali per l’uomo. Quale rapporto hai con l’usufruire degli stessi? Sai essere temperante? La visione di Cristo del creato e della provvidenza è poetica, demonizza l’affanno dell’uomo.
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