"Lectio Divina" (2016), Ed. Vita Carmelitana
P. Anastasio Francesco Filieri O Carm
Commento filatelico dell'Avv.to Francesco Gatto
5 ° Domenica del Tempo Ordinario
Dal Vangelo secondo Matteo (Mt. 5,13-16)
13 Voi siete il sale della terra; ma se il sale perdesse il sapore, con che cosa lo si potrà render salato? A null'altro serve che ad essere gettato via e calpestato dagli uomini. 14 Voi siete la luce del mondo; non può restare nascosta una città collocata sopra un monte, 15 né si accende una lucerna per metterla sotto il moggio, ma sopra il lucerniere perché faccia luce a tutti quelli che sono nella casa. 16 Così risplenda la vostra luce davanti agli uomini, perché vedano le vostre opere buone e rendano gloria al vostro Padre che è nei cieli.
Breve esegesi
Quasi a seguito delle beatitudini che rispecchiano un mondo in cui ogni uomo vuole idealmente ritrovarsi, Gesù raccomanda ai suoi di essere così sale della terra e luce del mondo. Il sale è elemento fondamentale nel cibo, dà sapore. Gesù vuole che si dia senso, sapore a questo mondo, proponendo elementi migliorativi e qualitativi di vita. Nella liturgia battesimale preconciliare era immesso in bocca, ritenuto segno di sapienza. Gesù dice che il sale non può perdere sapore: i suoi non possono smarrire l’identità di suoi discepoli, non possono staccarsi da lui. Non avrebbero più onore. Alla festa delle capanne Gesù affermò di essere Lui la luce del mondo. Questa proprietà viene partecipata ai discepoli. Per i giudei questa proprietà veniva attribuita alla legge, al tempio. Gesù attribuisce questa proprietà al nuovo popolo del Vangelo. Con Cristo avviene il passaggio, lui è la lampada che illumina e i suoi sono da lui illuminati, divenendo luce agli altri. La lucerna va posta sopra un monte perché faccia luce. Chiara allusione al Monte Sion, a Gerusalemme. La luce splende attraverso le buone opere che danno gloria al Padre che è nei cieli.
Meditazione pregata
Sei salito sul monte, Cristo Gesù, hai proclamato le beatitudini del regno: sintesi dell’annunzio evangelico, dello spirito del vangelo. Aprendo incipientemente le porte della partecipazione al tuo regno. In conseguenza hai affermato che costoro saranno sale della terra e luce del mondo. Non hai proclamato modalità, Cristo Signore, nell'essere sale della terra. Sono le stesse beatitudini la modalità, quel sale che dà sapore al cibo dell’uomo, quel sale, quella sapienza che dà senso all'essere, al pensare, al parlare, all'agire dell’uomo; quel sale che conserva gli alimenti e mantiene salda la fede in te, nella tua parola, nella testimonianza di vita evangelica; quel sale che nel rito battesimale antico era segno della sapienza donata dall'alto. In un mondo che vive di emozioni transeunti, di gesti e parole passeggere, che tutto poggia sulla sabbia, Tu vuoi che siamo stabiliti e saldati nella roccia della tua parola, delle beatitudini, perché gli uomini vedano le nostre buone opere e rendano gloria a te che le ispiri. Tu vuoi che siamo luce del mondo. Come possiamo essere noi luce, se sei Tu la luce che illumina ogni uomo?
Solo prendendo, assorbendo la luce da te possiamo essere luce per altri.
Tu donaci sempre di essere collegati, come spina di corrente, alla tua luce. Nella tua incarnazione l’evangelista Giovanni ti presenta come “luce vera che illumina ogni uomo”. “Luce per illuminare le genti” ti proclama il vecchio Simeone, che attendeva la “consolazione di Israele”. Nella veglia pasquale siamo richiamati, mediante il cero, alla tua luce. Quel cero pasquale, da cui è accesa la candela messa tra le mani del padre del battezzato, perché il figlio sia illuminato dalla luce del tuo vangelo. Quel cero pasquale, acceso avanti alla salma nell'ultimo cammino terrestre a significare che, dalla nascita alla morte, sei Tu la luce che illumina l’esistenza di ogni uomo e ci apre alla luce eterna.
Per la vita
Ogni uomo vorrebbe ritrovarsi nello spirito delle beatitudini, sono patrimonio dell’ umanità. Indipendentemente dalla fede di ognuno, le beatitudini sono all'insegna di una purezza, di una verità di vita, cui ogni uomo sente voler attingere.

Il comandamento dell’amore verso Dio e il prossimo e le beatitudini possono configurarsi al patrimonio, all'eredità che Gesù ci ha lasciato. Per noi cristiani vi è anche la tentazione di configurarci ai giudei, i quali vantavano anche presso Giovanni e Gesù di esser stipe di Abramo, il padre nella fede.
Cristo si contrappone invitando i giudei a compiere le opere di Abramo. La fede richiede coerenza nei comportamenti. Cristo Gesù ci ha lasciato in eredità le beatitudini per attingere e partecipare al suo regno: sale e luce, come suo riflesso nel popolo di Dio. Dove trovi elementi per avere sale e luce in te: nell'ascolto e risonanza della parola, nella preghiera, nell'interpretare e vivere alla luce delle beatitudini, alla luce di Cristo le vicende degli uomini? Ringrazi il Signore perché ci ha fatto dono di tendere allo spirito delle beatitudini?
Nessun commento:
Posta un commento