domenica 29 gennaio 2017

Lectio Divina - IV Domenica Tempo Ordinario


La Lectio Divina è tratta dal libro
"Lectio Divina(2016), Ed. Vita Carmelitana
P. Anastasio Francesco Filieri O Carm
Commento filatelico dell'Avv.to Francesco Gatto



IV Domenica del Tempo Ordinario - Anno A Dal Vangelo secondo Matteo (Mt. 5,1-12a)


1 Vedendo le folle, Gesù salì sulla montagna e, messosi a sedere, gli si avvicinarono i suoi discepoli. 2 Prendendo allora la parola, li ammaestrava dicendo: 3 Beati i poveri in spirito, perché di essi è il regno dei cieli. 4 Beati gli afflitti, perché saranno consolati. 5 Beati i miti, perché erediteranno la terra. 6 Beati quelli che hanno fame e sete della giustizia, perché saranno saziati. 7 Beati i misericordiosi, perché troveranno misericordia. 8 Beati i puri di cuore, perché vedranno Dio.9 Beati gli operatori di pace, perché saranno chiamati figli di Dio. 10 Beati i perseguitati per causa della giustizia, perché di essi è il regno dei cieli. 11 Beati voi quando vi insulteranno, vi perseguiteranno e, mentendo, diranno ogni sorta di male contro di voi per causa mia. 12 Rallegratevi ed esultate, perché grande è la vostra ricompensa nei cieli. Così infatti hanno perseguitato i profeti prima di voi.




Breve esegesi
 
Gesù sale sulla montagna e dispiega le beatitudini, la felicità di vita nell'appartenenza al regno, alla vita nello spirito di Cristo, che detta consequenziali comportamenti. Il monte è chiara allusione e quasi completamento del Sinai. Le beatitudini sono la legge del regno, instaurato da Cristo. Gesù è attorniato dai discepoli e completa il raggio con la folla. I primi saranno i testimoni della nuova legge. Le beatitudini attendono a comportamenti suscitati dall'adesione al regno. Nell'annunzio Cristo privilegia i poveri, una povertà che risiede nello spirito che lo rende atto ad accogliere l’assoluto di Dio, il regno di Dio, predisposti ai disegni di Dio. Di essi è il regno dei cieli, come dei puri di cuore che sono la trasparenza di vita in Dio. L’afflizione è di quanti si sforzano, con tutte le loro energie, per conquistare ogni bene che è da Dio. Loro sostegno e consolazione sarà il Signore, quando sopportano e lottano per le ingiustizie. I miti sono i temperanti, padroni di sè, che esercitano il potere con discernimento sapienziale. I misericordiosi sono quanti fanno esperienza della tenerezza di Dio e la riversano. Beati sono ancora quanti patiscono ingiustizie per la testimonianza di Cristo. 

Meditazione pregata

Cristo Gesù, hai sfatato i legalismi istituiti da scribi e farisei, salendo il monte e proclamando la legge dello Spirito che orienta i comportamenti, le beatitudini. Sei salito su un monte e ti sei elevato ad altezze divine per proclamare la gioia e la felicità del regno dei cieli, del Regno di Dio. Quella gioia e quella felicità dello spirito, che solo Tu sai dare per aprire spazi nel cuore dell’uomo. La legge di Dio, data dal Padre sul monte Sinai come patto sponsale tra Dio e il suo popolo: “voi sarete il mio popolo e io sarò il vostro Dio” era divenuta legge mosaica da osservare formalmente. Sei entrato nella sinagoga di Cafarnao, ove scribi e farisei avevano la cattedra dell’insegnamento della legge, mentre “i presenti erano stupiti, perché insegnavi come uno che ha autorità e non come gli scribi e i farisei”. Anche davanti a Ponzio Pilato hai affermato che l’autorità è da Dio e la tua parola, il tuo annunzio evangelico aveva e ha l’autorità che è da Dio. Alle folle, con l’autorità della tua parola, hai proclamato le beatitudini, una nuova legge, quella del cuore e dello spirito; perché “lo Spirito dà vita, mentre la lettera uccide”. Nelle beatitudini, che hanno il suggello dell’autorità della parola, che è da Dio, ci hai dato la grammatica e la sintesi del vangelo del regno; verità da vivere e non utopie. Poveri di spirito, perché liberi da noi stessi e disponibili ad amare. Miti e pacificatori, perché conformi a te, che “sei mite e umile di cuore” e pieni di quella pace che, risorto, hai dato ai tuoi e per loro a noi, e noi porteremo ai tanti. Misericordiosi, perché facciamo esperienza della tua misericordia che non tratteniamo solo per noi, ma riversiamo e condividiamo. Da ultimo assetati di quella giustizia che ci fa tendere a te, ci impegna verso i piccoli e ci fa forti della tua forza, nella difesa della verità che è da Dio davanti agli uomini.

Per la vita

Le beatitudini sono la partecipazione allo spirito di Dio, al suo regno, per affermarlo nei comportamenti. S. Paolo dice: “Chi ha lo spirito di Cristo gli appartiene, chi non ha lo spirito di Cristo non gli appartiene”. Sono identificate, nel popolo di Dio, come vita nello spirito, quasi esuli dalle realtà di questo mondo, ma hanno il fondamento nei comportamenti concreti, consequenziali della vita dell’uomo. Hanno una valenza spirituale, morale, comportamentale assieme, che va affermata. La povertà di spirito esige la libertà dei figli di Dio, l’essere liberi da noi stessi. Non pieni di se, ma aperti ad accogliere Dio, i fratelli e ogni opera di Dio per noi. E’ la predisposizione iniziale ed essenziale che ritroviamo nelle parole di Cristo, rivolte a chi è alla sua sequela, discepoli e folle: “Chi mi vuole seguire rinneghi se stesso”. In quale delle beatitudini ti ritrovi? La mitezza ti rende padrone di ogni tuo modo di agire, conforme a quanto credi e sei determinato a vivere, nella serenità e nella gioia, anche nelle responsabilità che ti sono state affidate? Fai tuoi questi beni offerti dall'alto, e da noi acquisiti per l’azione dello Spirito, che ci suggerisce ogni modo di essere, per possedere il regno di Cristo?


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