domenica 15 gennaio 2017

Lectio Divina - 2° Domenica Tempo Ordinario



La Lectio Divina è tratta dal libro
"Lectio Divina" (2016), Ed. Vita Carmelitana
P. Anastasio Francesco Filieri O Carm
Commento filatelico dell'Avv.to Francesco Gatto



2° Domenica del Tempo Ordinario - Anno A
      Dal Vangelo secondo Giovanni      (Gv. 1,29-34)

29 Il giorno dopo, Giovanni vedendo Gesù venire verso di lui disse: “Ecco l’agnello di Dio, ecco colui che toglie il peccato del mondo! 30 Ecco colui del quale io dissi: Dopo di me viene un uomo che mi è passato avanti, perché era prima di me. 31 Io non lo conoscevo, ma sono venuto a battezzare con acqua perché egli fosse fatto conoscere a Israele”. 32 Giovanni rese testimonianza dicendo: “Ho visto lo Spirito scendere come una colomba dal cielo e posarsi su di lui. 33 Io non lo conoscevo, ma chi mi ha inviato a battezzare con acqua mi aveva detto: L’uomo sul quale vedrai scendere e rimanere lo Spirito è colui che battezza in Spirito Santo. 34 E io ho visto e ho reso testimonianza che questi è il Figlio di Dio”.

 Vaticano 2001, Battesimo di Gesù

Breve esegesi 
“In mezzo a voi sta uno che voi non conoscete”, dice Giovanni; ma il giorno dopo lo presenta:”Ecco l’Agnello di Dio”. E’ una professione di fede nel Cristo Messia, che richiama testi profetico-simbolici. E’ l’agnello pasquale, l’agnello condotto al macello di Isaia, da identificare con il Servo sofferente, che porta su di se il peccato della moltitudine e si offre come agnello sacrificale, come anche è configurato l’agnello regale dell’apocalisse. Giovanni, fedele strumento di Dio, attesta che battezza in acqua, segno dell’ agire terreno, umano. Lui battezzerà in Spirito Santo. Affermazione che attesta la divinità del Cristo Messia, oltre la testimonianza di aver visto lo Spirito Santo scendere e posarsi su di lui. Lui è il Figlio di Dio. Testimonianza che il popolo, come i suoi discepoli, non percepiscono. La sua è una visione e testimonianza profetica. Dio concede ai suoi profeti di dispiegare il suo volere, il suo disegno al popolo. Sono coloro che parlano in nome e a favore di Dio. Giovanni è l’ultimo profeta dell’Antico Testamento, inviato da Dio per rivelare il Cristo Messia al popolo di Israele, secondo quanto affermato dalle scritture.
Meditazione pregata
“Dopo di me viene uno che è avanti a me, perché era prima di me”. Con queste parole, Cristo Gesù, sei stato presentato alle folle da Giovanni Battista, lungo le acque del Giordano. Tu eri prima di Giovanni, tu eri prima del principio, in uno con il Padre e lo Spirito Santo, Trinità beata, svelata e rivelata, nella pienezza dei tempi della salvezza, al Giordano. Eri prima con il Padre e nulla è stato fatto senza di te di tutto ciò che esiste. Eri uno con il Padre, Dio da Dio. A noi, per grazia, è stata rivelata l’esistenza della vostra deità e per fede crediamo, senza che l’intelletto possa comprendere, perché Tu, Signore, sei colui che è, noi siamo nel tempo, transeunti. Eri presso l’Altissimo, Cristo Signore, e per noi uomini e la nostra salvezza sei disceso dai cieli, come affermiamo nel professare la fede in te. Sei disceso dai cieli e ti sei unito ai penitenti, che il tuo precursore Giovanni aveva raccolto lungo le rive del Giordano per accoglierli convertiti. A lui renitente hai chiesto il battesimo, dopo che ti aveva presentato: Agnello di Dio che toglie il peccato del mondo. Disceso dal cielo, ti sei unito ai peccatori e ti sei fatto peccato, perché nato nella carne e perché “si compia ogni giustizia”, presso il Padre. E, sebbene Giovanni avesse già testimoniato che sei il Figlio di Dio, il Padre si è rivelato nella voce, affermando che sei suo Figlio prediletto, invitando le folle ad ascoltarti. Con questa proclamazione messianica hai iniziato la tua missione, promulgando il vangelo del Regno, e prendendo il testimone da Giovanni hai invitato alla conversione. Hai iniziato la tua missione andando nel deserto per essere provato nella fedeltà al Padre, riportando al tentatore le Sue parole: “Non di solo pane vive l’uomo, ma di ogni parola che esce dalla bocca di Dio”. Dona a noi di conformarci a te , al momento della prova, per compiere in noi il volere del Padre. 
Per la vita

Giovanni afferma che in mezzo a loro c’è uno che non conoscono. S. Tommaso dice che la conoscenza è il primo atto di amore e in senso biblico la conoscenza è un rapporto unitivo, sponsale. Giovanni ci porta alla conoscenza del Cristo come Agnello di Dio. Agnello pasquale, agnello sacrificale, agnello che toglie il peccato del mondo. La simbologia e l’espressione sono riportate nella liturgia eucaristica, in un momento in cui diventa pregnante configurare Cristo agnello di Dio cui chiediamo pietà, cui preghiamo di donarci la pace. Tutto l’evento pasquale si staglia dinanzi a noi. Questo agnello sacrificale diviene corpo dato e sangue versato per la remissione dei nostri peccati. Poi viene a esser presentato e proclamato dal sacerdote per darci accesso a nutrirci del corpo di Cristo. L’agnello non è più una simbologia, è agnello che ha immolato la sua carne per esser nostro cibo, nostra vita. Entriamo nel mistero e solo da mistici, compenetrati nell’essenza di Dio per fede, ci rimettiamo al suo amore per noi nel: “Nessuno ama più di colui che dà la vita per i suoi amici”. E tali ci si sente, amati senza misura. Solo una intimità divina ci dà la dimensione dell’opera misteriosa di Dio per noi.

Sovrano Militare Ordine di Malta 1985 - Battesimo di Gesù 


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