sabato 21 gennaio 2017

Lectio Divina - III Domenica Tempo Ordinario



La Lectio Divina è tratta dal libro
"Lectio Divina(2016), Ed. Vita Carmelitana
P. Anastasio Francesco Filieri O Carm
Commento filatelico dell'Avv.to Francesco Gatto




III Domenica del Tempo Ordinario - Anno A Dal Vangelo secondo Matteo (Mt. 4,12-23)

12 Avendo intanto saputo che Giovanni era stato arrestato, Gesù si ritirò nella Galilea 13 e, lasciata Nàzaret, venne ad abitare a Cafàrnao, presso il mare, nel territorio di Zàbulon e di Nèftali, 14 perché si adempisse ciò che era stato detto per mezzo del profeta Isaia: ”15 Il paese di Zàbulon e il paese di Nèftali, sulla via del mare, al di là del Giordano, Galilea delle genti. 16 Il popolo immerso nelle tenebre ha visto una grande luce. Su quelli che dimoravano in terra e ombra di morte una luce si è levata”. 17 Da allora Gesù cominciò a predicare e a dire: “Convertitevi, perché il regno dei cieli è vicino”. 18 Mentre camminava lungo il mare di Galilea vide due fratelli, Simone, chiamato Pietro, e Andrea suo fratello, che gettavano la rete in mare, poiché erano pescatori. 19 E disse loro: “Seguitemi, vi farò pescatori di uomini”. 20 Ed essi subito, lasciate le reti, lo seguirono. 21 Andando oltre, vide altri due fratelli, Giacomo di Zebedèo e Giovanni suo fratello, che nella barca insieme con Zebedèo, loro padre, riassettavano le reti; e li chiamò. 22 Ed essi subito, lasciata la barca e il padre, lo seguirono. 23 Gesù andava attorno per tutta la Galilea, insegnando nelle loro sinagoghe e predicando la buona novella del regno e curando ogni sorta di malattie e di infermità nel popolo.

Breve esegesi  
Completata la missione di Giovanni, Gesù inizia la sua. Al battesimo sostituisce la parola, l’autorità della sua parola: “Convertitevi, il regno di Dio è vicino”. Alla Giudea, stretta dalla morsa della legge mosaica, assoggettata da scribi e farisei, preferisce la Galilea delle genti: ebrei e pagani, vari popoli e culture, già ai tempi di Isaia. Vuole radunare tutto l’Israele di Dio, per un nuovo popolo. Grande era l’attesa messianica. Il regno dei cieli, il regno di Dio è Cristo stesso: “Beati i vostri occhi perché vedono ciò che voi vedete e ciò che molti profeti e giusti vollero vedere e non lo videro, vollero sentire e non l’udirono”. Gesù chiama a se alcuni discepoli, che si mettono alla sua sequela. L’autorità della sua parola fa si che abbandonano barca e reti per seguirlo. E’ la divina chiamata per porsi alla sua sequela. Solo in un secondo momento chiederanno cosa sarà di loro. Avevano una concezione messianica, temporale del regno. I segni del regno Gesù li dispiega con l’autorità della sua parola e con le guarigioni. Inizia dalla sinagoga, da cui si distaccherà, per proclamare le novità del regno.

Meditazione pregata 
 
”Il popolo che era nelle tenebre vide una grande luce”. Il profeta Isaia ha così preannunziato, Cristo Signore, il tuo irrompere tra un popolo che aveva oscurato il rapporto con il suo Dio, attraverso un legalismo senza anima. Parole riprese per te dal vecchio Simeone, quando sei entrato nel tempio tra le braccia di tua madre, “luce per illuminare le genti”. E il tuo apostolo Giovanni, che ha percorso tutto Israele e le terre pagane, al tuo seguito, ha visto te come “luce vera che illumina ogni uomo”. La tua parola è luce, Cristo Signore, penetra nelle interiorità dell’uomo e sconvolge i piani di chi si è fatto un dio a sua misura. Il tuo invito alla conversione e l’annunzio del Regno hanno l’autorità di una parola che viene dall’alto e sconvolge il costume, il sentire e la vita di quanti l’ascoltano. Ha trovato l’adesione dei fratelli Pietro e Andrea, che ti hanno ascoltato e, lasciate immediatamente le reti, ti hanno seguito. Hai loro promesso che sarebbero diventati pescatori di uomini. Hai proseguito nel tuo cammino e incontrato altri due fratelli, Giovanni e Giacomo. Lasciate anche loro le reti, ti hanno seguito. La parola che invitava a seguirti con l’autorità che viene dall’alto, aveva l’impatto di nessun’altra udita prima. E sei andato per strade, villaggi e città ad annunziare il regno di Dio; ma soprattutto hai privilegiato la sinagoga, luogo dell’ascolto di Dio e del suo Spirito, della Legge data per un connubio con il tuo popolo e patto d’alleanza, ma degradata a pura sudditanza al legalismo farisaico, che nella stessa sinagoga aveva la cattedra. Cristo Signore, fa’ che anche noi non abbiamo ad usare la tua parola per contrapporla ad altre nostre, ma abbiamo a interiorizzarla con l’aiuto del tuo Santo Spirito, per una conformità di vita a te e al tuo vangelo, onde sperimentare che il regno di Dio è in noi. Per tua grazia.

Per la vita 
La centralità nella predicazione di Giovanni era nel lasciarsi purificare, mediante il battesimo, quale ritorno a Dio. Gesù centralizza la parola, l’autorità della sua parola è la rivelazione di Dio Padre. E’ questa la sua missione. Si allontana così dal formalismo giudaico. La conversione è nel raccogliere l’adesione al Vangelo del regno. Nella vita di fede il vangelo dà senso al nostro sentire, ci da la conformazione a Cristo, al suo regno, cui siamo invitati a convertirci. 
La liturgia ci dice che il regno di Cristo è amore, giustizia, verità, pace, santità, grazia. 
E’ Cristo stesso in noi.  
Quale posto ha in te il Vangelo e l’adesione al regno, quanta esperienza fai di appartenervi? 
Il “venga il tuo regno“ è una recita o una costante ricerca di adesione? 
Ispira concretamente la tua vita? 
Dalla Giudea Gesù sposta il suo raggio di presenza evangelica nella Galilea. E’ l’apertura alle genti, alla missione universale, non più ristretta all’antico popolo. I discepoli lasciano tutto e lo seguono attratti dall’autorità della sua parola. “L’autorità è da Dio”, affermerà Gesù dinanzi a Ponzio Pilato. Quale la sua autorità su di te? Quanto la Parola di Dio irrompe nella tua coscienza, nella vita morale?


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