domenica 5 maggio 2019

Lectio Divina - III Domenica di Pasqua - Anno C (2019)


La Lectio Divina è tratta dal libro
"Lectio Divina" (2016), Ed. Vita Carmelitana
P. Anastasio Francesco Filieri O Carm
Commento filatelico dell'Avv.to Francesco Gatto


III Domenica di Pasqua
Dal Vangelo secondo Giovanni
(Gv. 21,1-19)



1 Dopo questi fatti, Gesù si manifestò di nuovo ai discepoli sul mare di Tiberìade. E si manifestò così: 2 si trovavano insieme Simon Pietro, Tommaso detto Dìdimo, Natanaèle di Cana di Galilea, i figli di Zebedèo e altri due discepoli. 3 Disse loro Simon Pietro: “Io vado a pescare”. Gli dissero: “Veniamo anche noi con te”. Allora uscirono e salirono sulla barca; ma in quella notte non presero nulla. 4 Quando già era l’alba Gesù si presentò sulla riva, ma i discepoli non si erano accorti che era Gesù. 5 Gesù disse loro: “Figlioli, non avete nulla da mangiare?”. Gli risposero: “No”. 6 Allora disse loro: “Gettate la rete dalla parte destra della barca e troverete”. La gettarono e non potevano più tirarla su per la gran quantità di pesci. 7 Allora quel discepolo che Gesù amava disse a Pietro: “È il Signore!”. Simon Pietro appena udì che era il Signore, si cinse ai fianchi il camiciotto, poiché era spogliato, e si gettò in mare. 8 Gli altri discepoli invece vennero con la barca, trascinando la rete piena di pesci: infatti non erano lontani da terra se non un centinaio di metri. 9 Appena scesi a terra, videro un fuoco di brace con del pesce sopra, e del pane. 10 Disse loro Gesù: “Portate un po’ del pesce che avete preso or ora”. 11 Allora Simon Pietro salì nella barca e trasse a terra la rete piena di centocinquantatrè grossi pesci. E benché fossero tanti, la rete non si spezzò. 12 Gesù disse loro: “Venite a mangiare”. E nessuno dei discepoli osava domandargli: “Chi sei?”, poiché sapevano bene che era il Signore. 13 Allora Gesù si avvicinò, prese il pane e lo diede a loro, e così pure il pesce. 14 Questa era la terza volta che Gesù si manifestava ai discepoli, dopo essere risuscitato dai morti. 15 Quand’ebbero mangiato, Gesù disse a Simon Pietro: “Simone di Giovanni, mi vuoi bene tu più di costoro?”. Gli rispose: “Certo, Signore, tu lo sai che ti voglio bene”. Gli disse: “Pasci i miei agnelli”. 16 Gli disse di nuovo: “Simone di Giovanni, mi vuoi bene?”. Gli rispose: “Certo, Signore, tu lo sai che ti voglio bene”. Gli disse: “Pasci le mie pecorelle”. 17 Gli disse per la terza volta: “Simone di Giovanni, mi vuoi bene?”. Pietro rimase addolorato che per la terza volta gli dicesse: Mi vuoi bene?, e gli disse: “Signore, tu sai tutto; tu sai che ti voglio bene”. Gli rispose Gesù: “Pasci le mie pecorelle. 18 In verità, in verità ti dico: quando eri più giovane ti cingevi la veste da solo, e andavi dove volevi; ma quando sarai vecchio tenderai le tue mani, e un altro ti cingerà la veste e ti porterà dove tu non vuoi”. 19 Questo gli disse per indicare con quale morte egli avrebbe glorificato Dio. E detto questo aggiunse: “Seguimi”.

Breve esegesi


Il brano ha una forte connotazione ecclesiale. La pesca miracolosa con i pesci raccolti nella rete in grande quantità, e su comando del risorto, è simbolo della Chiesa. Pur lavorando tutta la notte non riuscirono a catturare pesci. Gesù appare loro e comanda di gettare le reti nella parte destra della barca, considerata di buon auspicio. Erano talmente numerosi da stentare a tirarla su. Gesù in altro contesto dirà: ”Senza di me non potrete far nulla”. I pesci sono configurati ai credenti. Pietro riconosce il Signore e si slancia verso di lui. E’ ancora fresco il ricordo del rinnegamento di Pietro nel pretorio. Gesù sceglie Pietro, come aveva già promesso, per fondare sulla sua pietra la Chiesa. Il simbolismo passa dalla pietra al più significativo di pastore, del gregge e delle pecore: sono gli elementi biblici tipici del governo. Il conferimento del pascere le pecore a Pietro in nome di Cristo, è commisurato all’amore verso di lui, e si contrappone al triplice rinnegamento di Pietro nel pretorio. Gesù gli chiede. “Pietro mi ami tu”? Pietro gli risponde: “Sai che ti voglio bene”.L’amore in Cristo è nel dono della propria vita, Pietro lo restringe all’amore di benevolenza. Gesù gli prefigura la morte con cui avrebbe dato la sua vita.

Meditazione pregata


Cristo Gesù, sei risorto da morte e hai delineato a Pietro, ai suoi successori, e a quanti nel tempo opereranno nel tuo nome, il modo di operare nella Chiesa da te istituita: servizio ai fratelli in comunione di amore totale con te. E’ nel tuo nome che gettiamo le reti, nella direzione da te indicata, per raccogliere adesione alla tua santa chiesa. Le tue vie siano le nostre vie, la tua vita sia la nostra vita. Ci risuoni sempre il tuo monito: “Senza di me non potrete far nulla”. Ci richiami profondamente ad appropriarci di quanto hai fondato nel mistero della tua morte e risurrezione. Siamo pronti, purtroppo, a riportare tutto alle nostre dimensioni, alle nostre personali dimensioni, sia perché vogliamo umanizzare il divino, sia perché il bisogno della personale affermazione e gratificazione ci porta a non intravedere che quanto hai compiuto, e noi compiamo nel tuo nome, è frutto della redenzione da te operata e noi siamo soltanto ministri e servi inutili. La nostra ricompensa è l’essere in te, nel tuo volere, nel tuo amore. Non possiamo, come i farisei che si appropriavano della legge di Dio per gestire il potere, appropriarci del ministero sacerdotale e laicale per affermare noi stessi e gloriarci. Ogni preghiera liturgica ci riporta a concludere che per te, per i tuoi meriti, Cristo Signore, abbiamo accesso ad essere ascoltati ed esauditi dal Padre. In modo ossessivo hai richiesto amore a Pietro, cui hai affidato di pascere il gregge. Dona ai tuoi ministri un supplemento d’amore perché esercitino il ministero facendo memoria in loro della lavanda dei piedi ai tuoi apostoli. Non vuoi che nella tua Chiesa ci siano mercenari cui affidare il gregge. Tu, Pastore e Guida, fai risuonare sempre forte la tua voce e soffia con il tuo Santo Spirito, perché non abbiano mai a esserci nella tua Chiesa mercenari o lupi rivestiti da agnello.

Per la vita


L’episodio post-pasquale ha una chiara fisionomia cristologica ed ecclesiologica. Gesù indicando a Pietro di gettare le reti per la pesca e anche la direzione, allude chiaramente che la pesca è possibile e fruttuosa nel suo nome e nel suo volere. Nel proprio nome non è possibile operare nella Chiesa. I pesci raccolti nella rete hanno il loro simbolismo nell'unità, nella comunione e nell'amore dei membri tra loro. Qui vi è la raccomandazione di Cristo di amarci gli uni gli altri come lui ci ha amati. Tutto il racconto evangelico riporta gli insegnamenti di Cristo prima della sua passione, quasi a lasciare ai suoi un testamento prima di salire al Padre. La triplice richiesta a Pietro: ”Mi ami tu”? Non solo supera il triplice rinnegamento, quanto afferma che per avere una responsabilità nella chiesa è fondamentale farlo solo per amore suo e delle pecore, cui è dato il mandato di pascere. La richiesta di amore di Gesù ha la risposta restrittiva di Pietro: “Ti voglio bene”, cui Gesù si adegua alla terza volta, ma poi gli predice che darà la sua vita per lui. In Cristo l’amore è dono di sé, della propria vita, Pietro risponde con il ti voglio bene, cui Gesù si adegua all'amore di benevolenza di Pietro. Quale la misura del tuo amore?


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