domenica 30 settembre 2018

XXVI Domenica del tempo ordinario - Anno B


La Lectio Divina è tratta dal libro
"Lectio Divina" (2016), Ed. Vita Carmelitana
P. Anastasio Francesco Filieri O Carm
Commento filatelico dell'Avv.to Francesco Gatto



XXVI Domenica del tempo ordinario
Dal Vangelo secondo Marco
(Mc. 9,38-43,45,47-48)

38 Giovanni gli disse: “Maestro, abbiamo visto uno che scacciava i demoni nel tuo nome e glielo abbiamo vietato, perché non era dei nostri”. 39 Ma Gesù disse: “Non glielo proibite, perché non c’è nessuno che faccia un miracolo nel mio nome e subito dopo possa parlare male di me. 40 Chi non è contro di noi è per noi. 41 Chiunque vi darà da bere un bicchiere d’acqua nel mio nome perché siete di Cristo, vi dico in verità che non perderà la sua ricompensa. 42 Chi scandalizza uno di questi piccoli che credono, è meglio per lui che gli si metta una macina da asino al collo e venga gettato nel mare. 43 Se la tua mano ti scandalizza, tagliala: è meglio per te entrare nella vita monco, che con due mani andare nella Geenna, nel fuoco inestinguibile. 45 Se il tuo piede ti scandalizza, taglialo: è meglio per te entrare nella vita zoppo, che esser gettato con due piedi nella Geenna. 46. 47 Se il tuo occhio ti scandalizza, cavalo: è meglio per te entrare nel regno di Dio con un occhio solo, che essere gettato con due occhi nella Geenna, 48 dove il loro verme non muore e il fuoco non si estingue. 49 Perché ciascuno sarà salato con il fuoco.

Breve esegesi

Giovanni è apostolo geloso delle sue prerogative, si definisce l’apostolo che Gesù amava. Fu l’unico a seguire Gesù fin sul Calvario, ma anche voleva stare alla sua destra quando avrebbe instaurato il suo regno. Geloso anche che altri, in nome di Cristo scacciassero i demoni, tanto da impedirglielo. Scacciare i demoni era una pratica diffusa in Israele. Venivano scacciati in nome di qualche persona autorevole. Gesù evidenzia che chiunque fa del bene, nel suo nome e nel suo spirito, avrà la ricompensa del giusto. Il bene è immagine di Dio. Gesù afferma di non contrastare quanti credono in lui, scandalizzandoli con il loro comportamento. Usa una iperbole: meglio mettersi una macina al collo e gettarsi in mare. Gesù vuole i suoi integri moralmente, aperti a condividere ogni forma di bene da chiunque compiuto. Con un’altra iperbole, un paradosso, afferma ancora che è meglio rimanere monchi di un membro e finire nella geenna, che dare scandalo, ferendo la fede dei semplici. La geenna è il luogo ove Acaz e Manasse avevano installato il culto idolatrico, Giosia invece vi fece gettare le immondizie. Con la combustione si creava un fuoco, configurato all'inferno.

Meditazione pregata

Hai inviato a due a due i tuoi discepoli, Cristo Signore, a scacciare i demoni. Nell'autorità del tuo nome è sottratto il possesso demoniaco. Hai delegato ai tuoi l’esercizio di questo potere e ne sono gelosi, non consentendo che lo esercitino altri, anche per il prestigio di cui potrebbero godere presso la gente. Purtroppo non è da meno, a volte, il ministero sacerdotale pastorale, specie nel dispiegamento omiletico della tua Parola. Altri, che non erano alla tua sequela, esercitavano tale potere nel tuo nome. Uomini gelosi, i tuoi discepoli volevano da te il marchio dell’esclusiva e il tuo intervento, perché non fosse dato ad altri il potere sui demoni nella potenza del tuo nome. Eppure li avevi ammoniti: ”Dopo che avete fatto tutte queste cose, dichiaratevi servi inutili”. Hai sempre un modo di vederti usato per la nostra vanagloria. Usufruiamo della tua misericordia e ne abusiamo, perché hai affermato che sei lento all'ira e ricco di misericordia. Nel sacramento della riconciliazione presentiamo le nostre miserie per ottenere il tuo perdono. Hai ancora affermato di non scandalizzare alcuno dei piccoli, tali non per la minore età, ma perché poveri, umili, diseredati, cui non viene riconosciuta alcuna dignità. Ci facciamo belli di fronte ai grandi, ai potenti, quasi ad essere forti della loro forza e trascuriamo quanti non ci possono confortare del loro privilegiato consenso. Tu, addirittura e iperbolicamente, ci suggerisci di cavarci un organo vitale o buttarci a mare con una macina da mulino, pur di non scandalizzare quanti hai voluto porre ai primi posti alla tavola del tuo Regno, i piccoli. Hai riservato la tua ira ai mercanti del tempio; ma le tue parole hanno per tutti noi la stessa forza e sono invito alla conversione, a rientrare in noi stessi e percorrere le vie del tuo Vangelo. Fa’ che abbiamo ad essere forti, della forza e bellezza del tuo Vangelo.

Per la vita

E’ espressione di una fede insana restringere l’opera dello Spirito Santo al solo cerchio di appartenenza. Il bene è opera dello spirito creatore impresso nell'animo di ogni uomo. Non ci può essere contesa tra un Caino affianco a un Abele. Creare concorrenza è opera dell’uomo, non di Dio. Di ogni forma di bene bisogna essere operatori e laudatori. Il bene è immagine di Dio Amore che lo diffonde nei nostri cuori. E’ tipico di ogni comunità e all'interno della stessa cercare i primi posti e scalciare. Tipico se gli stessi non si lasciano ispirare dallo spirito di Dio, ma dalla carne, dallo spirito di primazia sugli altri. Questo avviene perché non si è compiutamente affinati nel vivere la comunione con Cristo e i fratelli, che fa di noi una cosa sola. Il Concilio ha configurato la Chiesa nella unità e diversità trinitaria. Uniti nella comunione e diversi nell’operare secondo i carismi di ciascuno. Tutto dipende, in sintesi, se nella Chiesa, nella comunità, si privilegia la formazione alla Parola, la vita nello spirito e non l’operare per il realizzarsi delle persone, nella ricerca di auto gratificazione.


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