domenica 24 giugno 2018

XII Domenica del Tempo Ordinario - Anno B


La Lectio Divina è tratta dal libro
"Lectio Divina" (2016), Ed. Vita Carmelitana
P. Anastasio Francesco Filieri O Carm
Commento filatelico dell'Avv.to Francesco Gatto


XII Domenica del Tempo Ordinario
Dal Vangelo secondo Marco (Mc. 4,35-41)

35 In quel medesimo giorno, verso sera, disse loro: “Passiamo all'altra riva”. 36 E lasciata la folla, lo presero con sé, così com'era, nella barca. C’erano anche altre barche con lui. 37 Nel frattempo si sollevò una gran tempesta di vento e gettava le onde nella barca, tanto che ormai era piena. 38 Egli se ne stava a poppa, sul cuscino, e dormiva. Allora lo svegliarono e gli dissero: “Maestro, non t’importa che moriamo?” 39 Destatosi, sgridò il vento e disse al mare: “Taci, calmati!”. Il vento cessò e vi fu grande bonaccia. 40 Poi disse loro: “Perché siete così paurosi? Non avete ancora fede?”. 41 E furono presi da grande timore e si dicevano l’un l’altro: “Chi è dunque costui, al quale anche il vento e il mare obbediscono?”.

Breve esegesi
Gesù salito sulla barca annunzia il regno di Dio servendosi di parabole, di similitudini. Verso sera dice ai suoi discepoli di essere stanco e volersi riposare, invitandoli a spostarsi all’altra parte della riva, allontanandosi dalla gente che lo seguiva, anche se altre barche lo seguono. La gente è attratta dal suo insegnamento:”Insegna con autorità”. Gli avvenimenti che seguono hanno un chiaro senso cristologico ed ecclesiologico. Gesù vuole svelarsi ai suoi, con la potenza della parola vuole svelare la potenza divina sugli eventi della natura. Tempesta di acqua e vento fanno sobbalzare la barca, mentre Gesù continua a dormire, rimproverato dai suoi per il pericolo soccombente. Destatosi dal sonno impone ai venti e al mare di cessare. Gesù appare investito da una potenza divina, tanto da comandare gli eventi naturali: mare e venti. Rimprovera i suoi discepoli per non aver avuto fiducia in lui, avendo già visto i segni da lui compiuti. Credettero nella sua divina potenza. L’evento è stato configurato all'avverarsi per la Chiesa:”Io sarò con voi tutti i giorni fino alla fine dei secoli”. Capacità della Chiesa di Cristo di superare le tempeste della storia.

Meditazione pregata
Hai proclamato il Vangelo del Regno in parabole, Cristo Gesù. Le verità divine sono state esemplificate nel linguaggio di vita di quanti ti ascoltavano e ti seguivano. Solo ai tuoi discepoli hai svelato i segreti del Regno, dispiegando le parabole. Lo hai fatto dalla barca, vista la gran folla che ti seguiva e, finito l’annuncio, sei andato all'altra riva con i tuoi discepoli. Hai sempre un tempo per intrattenerti con quanti hanno posto la loro vita nelle tue mani. Un mistero di tenerezza divina, di condivisione e comunione. Hai pregato il Padre che siano una cosa sola in te. Ma ora metti alla prova la loro fiducia in te e allo stesso tempo riveli la tua potenza divina. Mentre la barca si incamminava verso l’altra riva, un vento impetuoso l‘ha posta in situazione di insicurezza. Tu stavi dormendo, preso dalla stanchezza o, più ancora, per creare l’occasione di rivelarti compiutamente come Figlio di Dio, con la manifestazione della tua potenza. In questa situazione i tuoi discepoli erano lì a rimproverarti di non preoccuparti di loro, mentre stavano per affondare. Per loro non sei ancora una sicurezza, meno ancora il Salvatore. Credono in te, hanno fiducia in te, ma il piano è puramente umano, anche loro hanno bisogno dei segni della tua divinità, che ancora non riescono a percepire distintamente e Tu a disvelarla. La manifesti comandando ai venti di cessare. La bonaccia fa sorgere interrogativi su questa tua potenza divina. Cristo Signore, noi ci ritroviamo con i tuoi discepoli, perché il nostro rapporto con te ha sempre un’alternanza divina-umana: sono slanci di fede e ripiegamenti su noi stessi. Siamo sempre esigenti di un tuo supporto. In questo ci sentiamo solidali con i tuoi discepoli quando ti pregarono: “Signore, accresci in noi la fede”.

Per la vita
Gesù ha voluto provare la fede dei discepoli in lui. Si sono sentiti in pericolo di vita mentre Lui dormiva, quasi non interessato alla loro situazione, per cui lo rimproverano. E’una condizione e un rapporto con Cristo Gesù, tanto da configurarsi l’evento evangelico a un nostro vissuto. Potremo vivere la nostra vita di fede nella ordinaria quotidianità, senza sussulti e nella ordinaria fedeltà. Il discorso cambia quando siamo avvolti da una tempesta, una burrasca che ci fa sentire Dio lontano da noi, tanto vedere Lui in sonno per noi. Una malattia, la morte di un familiare, un evento che ci ha prodotto dolore e tormento, ci fa sentire Dio lontano, tanto da configurarci allo stesso Gesù nel Getsemani. Ove Gesù ha avvertito la fragilità della sua condizione umana, da configurarsi alla fragilità della carne e al non soccombere dello spirito, ritenuto forte. Sulla croce griderà invece l’abbandono del Padre e ne chiederà il perché :”Padre mio perché mi hai abbandonato”? La condizione di vita frustrante deve farci continuare ad avere un forte rapporto dialettico con lui, sapendo che da lui e non lontano da lui c’è salvezza. Il discorso vale per ogni credente, quanto soprattutto per la stessa Chiesa di Cristo.

Nessun commento:

Posta un commento