sabato 1 luglio 2017

Lectio Divina - XIII Domenica Tempo Ordinario



La Lectio Divina è tratta dal libro
"Lectio Divina(2016), Ed. Vita Carmelitana
P. Anastasio Francesco Filieri O Carm
Commento filatelico dell'Avv.to Francesco Gatto

XIII Domenica del Tempo Ordinario Dal vangelo secondo Matteo (Mt 10, 37-42)


37 Chi ama il padre o la madre più di me non è degno di me; chi ama il figlio o la figlia più di me non è degno di me; 38 chi non prende la sua croce e non mi segue, non è degno di me. 39 Chi avrà tenuto per se la propria vita, la perderà, e chi avrà perduto la propria vita per causa mia, la troverà. Chi accoglie voi accoglie me, e chi accoglie me accoglie colui che mi ha mandato. Chi accoglie un profeta come profeta, avrà la ricompensa del profeta, e chi accoglie un giusto come giusto, avrà la ricompensa del giusto. 42 E chi avrà dato anche solo un bicchiere di acqua fresca a uno di questi piccoli, perché è mio discepolo, in verità io vi dico: non perderà la sua ricompensa”.

Breve esegesi 

Cristo paventa ai suoi le conseguenze della sequela e dell’adesione al Vangelo, che devono avere il primariato sugli affetti personali. La sequela richiede dedizione incondizionata a Cristo. Alle folle che lo seguivano ebbe a dire che chi intendeva seguirlo doveva rinnegare se stesso. La spada si configura al taglio, alla separazione tra affetti e sequela. La pace che non è venuto a portare si configura alla non accettazione di compromessi, tra la sequela evangelica e le esigenze personali. Ha promesso la pace non come la dà il mondo. Le esigenze della sequela di Cristo richiedono la conformazione a lui, alla sua croce. Chi perderà la propria vita, nella non conformazione alla vita di questo mondo, per causa di Cristo e del vangelo, la ritroverà. I mandati si identificano in colui che li ha mandati. Coloro che li accoglieranno avranno la ricompensa dei giusti, dei profeti. Ogni gesto o opera compiuta nel suo nome e nel suo amore sarà ricompensato, fosse anche un bicchiere di acqua dato ai piccoli, con cui si configurano i suoi discepoli, che per seguirlo hanno abbandonato tutto. Gesù passa dalla durezza della prima affermazione, alla delicatezza verso chi presterà benevola attenzione e dedizione ai suoi. 

Meditazione pregata 

Cristo Gesù, ti sei incarnato, mentre un messaggio di pace universale era annunziato dagli angeli. Sei salito sul monte a proclamare le beatitudini del tuo Regno e hai dichiarato beati quanti si adoperano per la pace tra gli uomini; ma soprattutto, dopo che sei risorto da morte, ai tuoi discepoli rinchiusi nel cenacolo hai portato la pace, unita al soffio del tuo Santo Spirito alitato su di loro. La pace è un bene che viene dall'alto, quale dono tuo. Non è distribuzione di compromessi in un equilibrio precario; hai detto, infatti, ai tuoi: ”Vi do la mia pace, non come ve la dà il mondo”. Della tua pace è impregnata tutta la liturgia, dal cantico di gloria a te, alla condivisione di amicizia fraterna tra quanti si stringono la mano nel tuo nome. Le esigenze del Vangelo e la fedeltà alla tua sequela possono, però, determinare la rottura di affetti e rapporti, divisioni e contrapposizioni. Non vuoi e non ami compromessi, Cristo Signore. A chi voleva seguirti, con patteggiamenti tra te e i suoi familiari, hai affermato a uno di “lasciare che i morti seppelliscano i loro morti” e all'altro “chi mette mano all'aratro e si volta indietro non è degno di me”. Ci metti di fronte a scelte che impegnano e costano, ma che hanno in sé il fondamento dell’amarti con tutto il cuore e con tutta l’anima, in verità e chiarezza davanti agli uomini. Sei un Dio esigente e vuoi un cuore indiviso, perché tutto venga ad essere vissuto in te, quale sorgente che permea ogni nostro modo di essere, pensare e agire. Tutto vissuto nell'amore del tuo nome, perché si manifesti in noi e tra noi la tua signoria. Tu reggi e governi la nostra vita e ogni nostra movenza da te parte e in te ha senso. Nell'annunzio delle beatitudini del Regno hai promesso che grande sarà la nostra ricompensa. Donaci anticipatamente di pregustarla.

Per la vita
 
Quando Gesù proclama ai giudei che il suo corpo è veramente cibo e il suo sangue vera bevanda, molti discepoli lo abbandonano, perché duro un tale discorso. Gesù rivolto ai suoi:”Volete andarvene anche voi”? Pietro conferma la fede in lui, dietro la rivelazione del Padre. La sequela, la conformità a Cristo, è un dono che viene dall'alto, un dono trascendente, con cui si identifica la sua chiamata e la conseguente sequela. Ha invitato i suoi alla gratuità nella missione, a non portare nulla con sé … né due tuniche, né sandali, né bastone. Perdere la propria vita per Cristo e i fratelli, consumarsi in servizio come dono di sè, è la conformazione a Cristo. La sequela è sempre un dono di sé a Cristo, configurabile al dono della sua vita per noi. La partecipazione al regno, alla sequela di Cristo, al discepolato, ha le sue esigenze configurabili a quelle vissute e sofferte da Cristo. E’ la conformazione a lui, è il rinnegare se stessi e accogliere il Cristo che da senso alla vita, perché è da Dio. La ricompensa è il suo amore divino e l’esperienza del regno, nel già e non ancora. Ti senti coinvolto?


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