domenica 9 luglio 2017

10 Luglio 2017 - Novena del Carmine


Novena a cura di P. Anastasio Francesco Filieri O Carm


QUARTO GIORNO 

Maria modello di vita in Cristo


Maria ha dato alla luce il Figlio di Dio incarnato, ed è la madre di Dio, pur facente parte della nostra umanità. Gesù, disceso dal cielo e incarnato nel seno della Vergine Maria, è divenuto fratello tra fratelli. Anche lui ha avuto, come tutti noi, una madre. Questa ci è stata donata, da Cristo stesso, sull'altare della croce. Oltre il dono della sua vita, prima del “consummatum est”, del tutto è compiuto, Cristo Gesù ha donato a noi quanto gli rimaneva: sua madre, posta in quel momento ai piedi della croce, nell'atroce contemplazione del figlio morente. Tutto il percorso di Maria è stato un attendere totalmente al figlio che il Padre gli ha dato di generare e custodire. Per lei non è stato un percorso facile di madre. All'annunzio dell’angelo era promessa sposa a Giuseppe e, affidandosi completamente al suo Signore, non ha condiviso con Giuseppe la sua maternità per opera dello Spirito Santo. Ha lasciato che Giuseppe, vedendola gravida, pensasse di ripudiarla in segreto. Dio stesso, cui Maria si era totalmente affidata, ha provveduto a inviare l’angelo e dirgli che quanto avvenuto in lei era opera dello Spirito Santo. Maria ha dovuto lasciare Nazaret, mentre era incinta, per andare a Betlemme ove Giuseppe, appartenente alla tribù di Davide, doveva farsi censire per ordine dell’imperatore romano. Nessuna madre avrebbe mai voluto che il proprio figlio nascesse lontano dai propri familiari e occasionalmente in una mangiatoia. La gioia di Maria sarà stata grande nel vedere venire i pastori, annunziati dall'angelo, ad adorare il Dio Bambino, l’Emanuele, il Dio con noi. In quel momento possiamo immaginare quanto Maria abbia sentito in se, di essere la madre di Dio, per quanto il Padre ha fatto susseguire gli eventi e più ancora dopo, con l’adorazione dei magi. Vedere un figlio adorato, per ordine del Padre, da umili pastori e re magi è rientrare nel mistero divino di cui si è fatta strumento operativo. 

Il suo ruolo di madre e di madre del suo Signore lo ha avvertito più ancora quando avendolo smarrito nel ritorno a Nazaret, dopo essere stata al tempio in Gerusalemme, non lo ha visto più nella carovana. Lo aveva smarrito. Smarrire un figlio, per ogni madre è uno strazio insopportabile. E il rimprovero di madre, ritrovatolo, è stato naturale: “Figlio perché hai fatto a noi questo”? Chiare e forti le parole di Gesù:”Non sai che io devo attendere alle cose che riguardano il Padre mio”? Non perché Maria non lo sapesse, ma perché, in quel momento di smarrimento, l’umano istinto materno è stato più forte del sentire che le era stata affidata una missione divina, che superava la dimensione materna, per farsi dono e attendere a tutta l’umanità. Dopo questa esperienza il vangelo ci dice che Gesù cresceva, nella casa di Nazaret, in sapienza e bontà, presso Dio e presso gli uomini. Qui Maria ha espresso tutto il suo sentire di madre, più ancora il suo essere in funzione di Gesù, il suo essere in profonda comunione con Gesù, figlio suo e figlio di Dio Padre. Coeducatrice nell'opera, nella missione affidata dal Padre. Per noi carmelitani questa esperienza di Maria è molto importante, perché la nostra regola di vita ci esorta a “vivere in ossequio a Cristo e lui servire con cuore puro e retta coscienza”. Pensate un po’ quanto Maria ha vissuto, nella sua casa di Nazaret nell'ossequio a Cristo, nell'attendere a lui, nell'ascolto di lui. Per questo Maria è il modello di vita in Cristo, per questo noi carmelitani la riteniamo e la veneriamo come sorella e madre nel cammino di fede, in Cristo, della nostra vita. Vivere nell'ossequio a Cristo Gesù significa porre la propria vita in funzione dell’esemplarità del Figlio di Dio. Qui risuona l’apostolo Paolo che afferma: “il mio vivere è Cristo”. Maria ci unisce a Cristo e la devozione a Maria è funzionale al vivere la dimensione di mediatrice per portarci a Cristo, ad avere con lui la stessa familiarità di Maria. 

La somma della maternità di Maria madre è stata espressa sul Calvario. Maria non ha smesso di accompagnare Gesù nel suo percorso di annunzio del regno di Dio, per strade e villaggi. Ma l’accompagnamento totale di Maria è stato nell'affiancarlo sul percorso che conduceva al Calvario, con Gesù caricato della croce. In quel momento, per Maria è stato come se il cordone ombelicale non si fosse mai staccato. La sofferenza di Gesù è stata la sua, e forse più forte; perché ogni madre vorrebbe sottrarre le sofferenze al proprio figlio e subirle in proprio. Il Figlio ha avuto il conforto della presenza, dell’ accompagnamento della madre. Ai piedi della croce Maria ha visto il figlio beffeggiato: ”Se sei figlio di Dio discendi dalla croce”. Atrocità gratuita e pena immensa per una madre. Prima di reclinare il capo e morire un ultimo grande gesto. A Giovanni e per lui a tutti noi ha detto:”Ecco tua madre”. E Maria è stata costituita nostra madre, offerta a tutti noi, per mezzo di Giovanni, fedele al suo maestro, mentre era ai piedi della croce. La deposizione ha ritrovato nuovamente Gesù tra le braccia di sua madre, come nella nascita. Quasi un cordone ombelicale natale che non si è mai spezzato. Così sul Calvario, divenuto altare sacrificale per la nostra redenzione, è stata costituita la pietà, come l’anno plasticamente rappresentata gli artisti, da Michelangelo a Van Gogh. E’ quell’amore misericordioso e condivisionale che sulla croce ci è stato manifestato, sull’esemplarità di Maria. Dal Calvario Maria, costituita dal Figlio madre dei credenti, ha preso le mosse per far ritrovare nel Cenacolo fratelli e sorelle, discepoli e apostoli, e costituirsi madre della chiesa nascente.   


Nessun commento:

Posta un commento