sabato 20 maggio 2017

Lectio Divina - VI Domenica di Pasqua

La Lectio Divina è tratta dal libro
"Lectio Divina(2016), Ed. Vita Carmelitana
P. Anastasio Francesco Filieri O Carm
Commento filatelico dell'Avv.to Francesco Gatto



VI Domenica di Pasqua - Anno A
Dal Vangelo secondo Giovanni 
(Gv. 14,15-21)


15 Se mi amate, osserverete i miei comandamenti. 16 Io pregherò il Padre ed egli vi darà un altro Consolatore perché rimanga con voi per sempre: 17 lo Spirito di verità che il mondo non può ricevere, perché non lo vede e non lo conosce. Voi lo conoscete, perché egli dimora presso di voi e sarà in voi. 18 Non vi lascerò orfani, ritornerò da voi. 19 Ancora un poco e il mondo non mi vedrà più; voi invece mi vedrete, perché io vivo e voi vivrete. 20 In quel giorno voi saprete che io sono nel Padre e voi in me e io in voi. 21 Chi accoglie i miei comandamenti e li osserva, questi mi ama. Chi mi ama sarà amato dal Padre mio e anch'io lo amerò e mi manifesterò a lui”.

Breve esegesi 
Il quadro è motivato dalla sua partenza e il lascito ai suoi: ”Amatevi gli uni gli altri come io ho amato voi”. Gesù ribadisce loro di rimanere nel suo amore e osservare quanto ha loro comandato, per rendere credibile e visibile l’amore con cui li ha amati. Pregherà il Padre perché mandi il Paraclito, il consolatore, il difensore, colui che starà accanto a loro, che lo sostituirà, perché abbiano lo spirito di verità, sconosciuto al mondo, ma non a loro, perché vi inabita. Sarà il continuatore della sua presenza e della sua opera, il loro difensore di fronte all'odio del mondo. Annunzia ai suoi che non li lascerà orfani, perché si paragona a un padre, a un maestro che, nella tradizione rabbinica, non lascia orfani i figli. Glorificherà quanto Gesù ha detto e ha fatto, in questo li assisterà, perché non parlerà di sè. A Giuda Taddeo afferma :”Se uno mi ama anche il Padre lo amerà e faremo dimora presso di lui”. La comunione con il Padre e la divina intimità del Figlio è data anche ai suoi. La dimora dell’anima è propria dello Spirito Santo, per cui è una inabitazione trinitaria.

Meditazione pregata 
Cristo Gesù, hai condiviso anni di vita con i tuoi discepoli; ma sta per compiersi la tua ora in un crescendo, fino a staccarti dai tuoi e salire al Padre. La dimensione umana e la forza dello Spirito ti aprono il cuore alle raccomandazioni finali, a un testamento. Ed è testamento di amore, perché l’amore con cui li hai amati, vuoi rimanga in loro, si stabilizzi, e sia da essi testimoniato davanti agli occhi degli uomini. In un legalismo giudaico, hai scovato che il cuore della legge è l’amore verso il Signore Dio e il prossimo, da non identificarsi solo nel connazionale o nel correligionario. Nel bastardo samaritano che si prende cura del giudeo semimorto ne hai presentato il modello. Poni il dubitativo nella raccomandazione ultima: “Se mi amate, osserverete i miei comandamenti”. Il tuo comandamento successivo, Cristo Signore, è esplicito e impegnativo: “Vi do un comandamento nuovo: amatevi gli uni gli altri, come io ho amato voi”. Tu sei l’amore incarnato: hai dato te stesso, la tua vita e versato il tuo sangue per riscattarci dalla condizione di peccato. Dall’amore con cui ci ameremo in te e tra noi scaturirà la tua preghiera al Padre perché invii il tuo Santo Spirito. Trinità beata, sei amore e vuoi che l’amore con cui vi amate sia in noi e dimori in noi. Tu, Cristo Signore, hai promesso che sarai con noi tutti i giorni fino alla fine dei secoli, mediante il Santo Spirito. Egli sarà l’assistente, il difensore, il testimone della tua santa Chiesa, la guiderà perché si conservi santa e immacolata, non si smarrisca e non ti tradisca. Per la sua potenza ti renderà presente nel memoriale eucaristico, genererà nello Spirito quanti continueranno la tua opera apostolica, crismerà ogni credente nel tuo nome, per essere inserito in te sacerdote, re e profeta, essere membro vivo del tuo corpo, che è la tua Chiesa.

Per la vita 
Gesù manifesta tutta la sua divina tenerezza per coloro con cui ha condiviso la vita e ora sta per lasciare. Chiede loro di rimanere nel suo amore, osservando quanto ha loro annunziato, comandato. Manifesteranno così il suo amore per lui. “Ancora un poco…io vivo e voi vivrete”. Gli smarrimenti, la desolazione che ci può dare il guardare questo mondo, la sofferenza, non ci farà trovare più soli, ma immersi nel suo amore, nell’esperienza della trascendenza. Vivremo del conforto della sua presenza in noi. Quale la tua esperienza di amore verso Cristo, quale il tuo vissuto in lui? Malgrado l’umana fragilità abbiamo il bisogno e la gioia di vivere in corrispondenza del suo vangelo, dei suoi comandi, per esser nel suo amore. Il “venga il tuo regno” nella preghiera che Cristo ci ha insegnato non può configurarsi come “la recita del Padre Nostro”, ma è una impetrazione e un impegno quotidiano di sperimentare l’appartenenza al suo regno e una missione di vita assieme. Quanto, se hai responsabilità ecclesiali, usi Cristo Gesù per il tuo affermarti? Quanto è in te lo spirito di diaconia, della lavanda dei piedi? Quale rapporto vivi tra il Vangelo e la cultura di questo mondo? Sei capace di innestarvi il vangelo?


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