sabato 11 marzo 2017

Lectio Divina - II Domenica di Quaresima


La Lectio Divina è tratta dal libro
"Lectio Divina(2016), Ed. Vita Carmelitana
P. Anastasio Francesco Filieri O Carm
Commento filatelico dell'Avv.to Francesco Gatto




II Domenica di Quaresima - Anno A
Dal Vangelo secondo Matteo (Mt. 17,1-9)

1 Sei giorni dopo, Gesù prese con sé Pietro, Giacomo e Giovanni suo fratello e li condusse in disparte, su un alto monte. 2 E fu trasfigurato davanti a loro; il suo volto brillò come il sole e le sue vesti divennero candide come la luce. 3 Ed ecco apparvero loro Mosè ed Elia, che conversavano con lui. 4 Pietro prese allora la parola e disse a Gesù: “Signore, è bello per noi restare qui; se vuoi, farò qui tre tende, una per te, una per Mosè e una per Elia”. 5 Egli stava ancora parlando quando una nuvola luminosa li avvolse con la sua ombra. Ed ecco una voce che diceva: “Questi è il Figlio mio prediletto, nel quale mi sono compiaciuto. Ascoltatelo”. 6 All'udire ciò, i discepoli caddero con la faccia a terra e furono presi da grande timore. 7 Ma Gesù si avvicinò e, toccatili, disse: “Alzatevi e non temete”. 8 Sollevando gli occhi non videro più nessuno, se non Gesù solo. 9 E mentre discendevano dal monte, Gesù ordinò loro: “Non parlate a nessuno di questa visione, finché il Figlio dell’uomo non sia risorto dai morti”.
Raffaello, Trasfigurazione (clicca)


Breve esegesi
Dopo aver prefigurato il compiersi della sua ora, Gesù li conduce sul monte, luogo privilegiato dell’incontro con Dio e della sua manifestazione. La trasfigurazione anticiperà lo splendore del suo corpo divino, risorto da morte, che attraverserà le porte del cenacolo. Lo splendore della divinità rafforzerà la fede vacillante dei suoi, nell'andare verso Gerusalemme. Nella teofania sono presenti Mosè ed Elia, rappresentanti della legge di Dio e dei profeti, attestanti la messianicità di Cristo, il compimento in lui dell’antica alleanza. Mentre Pietro manifesta entusiasticamente la bellezza dell’evento, la voce del Padre attesta la figliolanza divina di Gesù e invita ad ascoltarlo, a lui credere e rendersi partecipi di quanto a loro è stato confidato, rafforzandoli nella fede, ponendosi al suo seguito. Scompare la visione e rimane solo Gesù, senza i rappresentanti dell’Antico Testamento, segno che l’antica economia di salvezza ha fatto il suo tempo, perché “in nessun altro c’è salvezza”, come attesterà Pietro nella sua lettera. Gesù impone ai suoi, come sempre dopo ogni segno della sua potenza, della sua divinità, di non svelare il “segreto messianico”. La trasfigurazione confermerà la fede nei discepoli. 


Meditazione pregata

”Se uno vuol venire dietro a me, rinneghi e stesso, prenda la sua croce e mi segua”. Ti avvii verso Gerusalemme, Cristo Signore, dove si compirà la tua ora e prospetti ai tuoi discepoli quanto comporta la tua sequela. Discorso duro, che necessita il confermare la fede in te. Prendi con te i discepoli più intimi e li porti su un alto monte. Incontri il Padre nella preghiera, per essere in sintonia con il suo volere. Il Padre ti accoglie in una teofania e proclama: “Questi è il Figlio mio, l’amato, in lui ho posto il mio compiacimento. Ascoltatelo”. Una manifesta dichiarazione di amore e di comunione del Padre con te, suo Figlio diletto. Dio è amore e Tu, Cristo Signore, sei l’amore trinitario incarnato: “Dio ha tanto amato il mondo da dare il suo Figlio unigenito, perché chiunque crede in lui non muoia; ma abbia la vita eterna”. L’eterno amore del Padre si è manifestato nel Figlio e nella vita del Figlio, fatta dono sacrificale per l’umanità. E tu sei salito sul monte, per confermare nella fede i tuoi discepoli che ti vedranno, nello scandalo, condannato e crocifisso. Mosè ed Elia sono lì, ad attestare che tutta l’antica storia della salvezza si realizza in te. I tuoi discepoli sono lì, ad attestare la tua divinità nell'incanto della teofania. Il tuo Pietro, che sa far vibrare in sé gli eventi vissuti con te, vorrebbe che quel momento si perpetuasse. Anche noi vorremmo essere, come Pietro, esentati dall'andare verso Gerusalemme ed essere sempre con te, presi e illuminati dal tuo essere divino. Non hai esonerato dalla sofferenza e dalla croce coloro ai quali hai partecipato la tua intimità divina: così per i santi mistici, vissuti nel tuo amore. Se parteciperemo alla tua morte, parteciperemo alla tua resurrezione. Mistero della tua e della nostra vita, la sofferenza, la croce; mistero tuo per la nostra salvezza e nostro per la nostra purificazione, onde partecipare alla tua gloria.


Per la vita 

La trasfigurazione è la manifestazione della divinità di Cristo Gesù. Dopo la resurrezione appare ai suoi, trasfigurato, penetrando le porte del cenacolo con il suo corpo glorioso, la sua divina connotazione. Pietro nella trasfigurazione ha chiesto a Gesù di rimanere in quello stato, come nella pesca miracolosa nel lago, volle andare incontro a Cristo che camminava sulle acque, ma stava per sprofondare. E’ simbolicamente rappresentata la nostra condizione di essere inseriti nella storia, nella società, ed aspirare assieme di essere sollevati dalla nostra condizione umana, non accettando i limiti connessi alla condizione terrena. Gesù, il Figlio di Dio, ha assunto la nostra condizione umana, ha condiviso la nostra esistenza, ha gioito e sofferto, ha condiviso rapporti amicali con gli apostoli, con i suoi discepoli, con Maria, Marta e Lazzaro, ma anche affrontato farisei e sadducei, scontrandosi e contrapponendosi, come anche ha affermato nel Getsemani: “L’anima mia è triste fino alla morte”. Esulare dalla nostra condizione umana, paventando per noi un’esistenza di “cieli nuovi e terra nuova” è da alienati. La vita è evento pasquale di sofferenza e gioia, va vissuta in Cristo nella prospettiva beatificante.

VATICANO 1976 - Trasfigurazione di Gesù (Raffaello)


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