Prima Domenica di Avvento Anno A
Dal Vangelo secondo Matteo
(Mt 24,37-44)
(Mt 24,37-44)
Preghiera
Cristo Gesù, diamo inizio a un nuovo anno liturgico in cui ripercorreremo, nella celebrazione, i misteri della tua venuta tra noi, dall'avvento nella carne fino alla tua ascensione al cielo, da dove hai inviato il promesso Paraclito, per continuare la tua opera nella Chiesa, da te fondata e amata come sposa. In questa prima domenica, giorno del Signore, la tua Parola ci dispiega la fine dei nostri giorni, che Tu vuoi vissuti nella vigilanza, nell'attesa della tua venuta. La liturgia ha dato il nome di Avvento a questo primo tempo dell’anno del Signore. Essa è la maestra della nostra vita ed evidenzia per tutto l’anno tutta la nostra esistenza, come attesa continua per andare incontro a te che vieni. Attendiamo te, venuto tra noi nella carne e che, nel giorno ultimo, verrai a giudicare i vivi e i morti. Tutta una vita tesa a incontrarti, ragion per cui Giovanni Battista, ripercorrendo Isaia ed Ezechiele, è lì a dirci che il giorno del Signore è vicino. È l’invito alla conversione, al ritorno a te per rincontrarti, come dato esistenziale, oggi e sempre. Tra la caducità della nostra condizione umana e il desiderio di essere fedeli al Vangelo del tuo Regno, c’è tutta la nostra vita, che ha nell'apostolo Pietro il suo prototipo: dare la vita per te e non riconoscerti davanti ad una serva. Per questo ci inviti alla vigilanza, alla quale esortasti lo stesso Pietro - ammonendolo che sarebbe stato vagliato da Satana come il grano e assicurandogli che avresti pregato il Padre per lui - che, una volta convertito, invitasti a confermare nella fede i suoi fratelli. Tu, Cristo Signore, facci sentire forte il desiderio di ricercarti, di sempre incamminarci per incontrarti, sicuri, come nel tuo natale, che Tu verrai e sarai tra noi e in noi per sempre.
La preghiera è tratta dal libro:
Pregare il Vangelo di P. Anastasio Francesco Filieri O Carm
Lectio Divina
Prima Domenica di Avvento
Anno A - Dal Vangelo secondo Matteo (Mt. 24, 37-44)
37 Come fu ai giorni di Noè, così sarà la venuta del Figlio dell’uomo. 38 Infatti, come nei giorni che precedettero il diluvio mangiavano e bevevano, prendevano moglie e marito, fino a quando Noè entrò nell'arca, 39 e non si accorsero di nulla finché venne il diluvio e inghiottì tutti, così sarà anche alla venuta del Figlio dell’uomo. 40 Allora due uomini saranno nel campo: uno sarà preso e l’altro lasciato. 41 Due donne macineranno alla mola: una sarà presa e l’altra lasciata. 42 Vegliate dunque, perché non sapete in quale giorno il Signore vostro verrà. 43 Questo considerate: se il padrone di casa sapesse in quale ora della notte viene il ladro, veglierebbe e non si lascerebbe scassinare la casa. 44 Perciò anche voi state pronti, perché nell'ora che non immaginate, il Figlio dell’uomo verrà.
Breve esegesi
Gesù afferma di non conoscere quando avverrà “quel giorno”, mostrandosi così solidale con la condizione umana. Giorno e ora sono riservati al Padre. Dopo la resurrezione riprenderà le prerogative divine. L’imprevedibile venuta del Figlio dell’uomo sarà paragonata al diluvio al tempo di Noè: uomini attenti alle voglie materiali, violenti e in conflitto tra loro, disattenti alle esigenze dello spirito, assenti dal pensiero di Dio. Il diluvio divenne come un battesimo di purificazione, per una nuova rinascita, come dice Pietro nella sua lettera. L’imperativo di Cristo è la vigilanza, il non lasciarsi andare, ma essere attenti come sentinelle, nella fedeltà a lui e nel percepire i segni dei tempi. Cristo presenta due modi di attendere alle occupazioni quotidiane: l’una attenta ai destini dell’uomo, l’altra disincantata e distratta. Con diversa sorte di salvezza o di perdizione. Subiranno sorte diversa quando verrà il Figlio dell’uomo e separerà le pecore dai capri, configurati nella liturgia del tempio, ai peccatori. Il paragone del ladro infittisce il senso della premunizione. Immagine riferita a Cristo nell'Apocalisse: “Se non sarai vigilante, io verrò come un ladro”. La vigilanza diventa un insistente ritornello.
Meditazione pregata
Cristo Gesù, diamo inizio a un nuovo anno liturgico in cui ripercorreremo, nella liturgia, i misteri della tua venuta tra noi, dall'avvento nella carne fino alla tua ascensione al cielo, da dove hai inviato il promesso Paraclito, per continuare la tua opera nella Chiesa, da te fondata e amata come sposa. In questa prima domenica, giorno del Signore, la tua Parola ci dispiega la fine dei nostri giorni, che Tu vuoi vissuti nella vigilanza, nell'attesa della tua venuta. La liturgia ha dato il nome di Avvento a questo primo tempo dell’anno del Signore. Essa è la maestra della nostra vita e attraversa tutto l’anno, per tutto l’arco della nostra esistenza, come attesa continua per andare incontro a te che vieni. Attendiamo te, venuto tra noi nella carne che, nel giorno ultimo, verrai a giudicare i vivi e i morti. Tutta una vita tesa a incontrarti, ragion per cui Giovanni Battista, ripercorrendo Isaia ed Ezechiele, è lì a dirci che il giorno del Signore è vicino. E’ l’invito alla conversione, al ritorno a te per rincontrarti, come dato esistenziale, oggi e sempre. Tra la caducità della nostra condizione umana e il desiderio di essere fedeli al Vangelo del tuo Regno, c’è tutta la nostra vita, che ha nell'apostolo Pietro il suo prototipo: dare la vita per te e non riconoscerti davanti ad una serva. Per questo ci inviti alla vigilanza, alla quale esortasti lo stesso Pietro, ammonendolo che sarebbe stato vagliato da Satana come il grano e assicurandogli che avresti pregato il Padre per lui che, una volta convertito, invitasti a confermare nella fede i suoi fratelli. Tu, Cristo Signore, facci sentire forte il desiderio di ricercarti, di sempre incamminarci per incontrarti, sicuri, come nel tuo natale, che Tu verrai e sarai tra noi e in noi per sempre.
Cristo Gesù, diamo inizio a un nuovo anno liturgico in cui ripercorreremo, nella liturgia, i misteri della tua venuta tra noi, dall'avvento nella carne fino alla tua ascensione al cielo, da dove hai inviato il promesso Paraclito, per continuare la tua opera nella Chiesa, da te fondata e amata come sposa. In questa prima domenica, giorno del Signore, la tua Parola ci dispiega la fine dei nostri giorni, che Tu vuoi vissuti nella vigilanza, nell'attesa della tua venuta. La liturgia ha dato il nome di Avvento a questo primo tempo dell’anno del Signore. Essa è la maestra della nostra vita e attraversa tutto l’anno, per tutto l’arco della nostra esistenza, come attesa continua per andare incontro a te che vieni. Attendiamo te, venuto tra noi nella carne che, nel giorno ultimo, verrai a giudicare i vivi e i morti. Tutta una vita tesa a incontrarti, ragion per cui Giovanni Battista, ripercorrendo Isaia ed Ezechiele, è lì a dirci che il giorno del Signore è vicino. E’ l’invito alla conversione, al ritorno a te per rincontrarti, come dato esistenziale, oggi e sempre. Tra la caducità della nostra condizione umana e il desiderio di essere fedeli al Vangelo del tuo Regno, c’è tutta la nostra vita, che ha nell'apostolo Pietro il suo prototipo: dare la vita per te e non riconoscerti davanti ad una serva. Per questo ci inviti alla vigilanza, alla quale esortasti lo stesso Pietro, ammonendolo che sarebbe stato vagliato da Satana come il grano e assicurandogli che avresti pregato il Padre per lui che, una volta convertito, invitasti a confermare nella fede i suoi fratelli. Tu, Cristo Signore, facci sentire forte il desiderio di ricercarti, di sempre incamminarci per incontrarti, sicuri, come nel tuo natale, che Tu verrai e sarai tra noi e in noi per sempre.
L’avvento è il tempo liturgico preparatorio alla venuta di Cristo Gesù nella carne. La vita è tutto un incontrare Cristo. Un andare incontro a lui che entra nella storia, come alla fine dei giorni. Incontro per l’avvento del Cristo incarnato, che entra nella nostra storia, nella nostra vita, che vedremo faccia a faccia alla fine del nostro percorso terreno. Con quale spirito di fede vivi questi due incontri? Nella nostra vita c’è un momento forte in cui ci siamo sentiti, come i discepoli, chiamati a conformarci allo spirito di Cristo. Nicodemo e la Samaritana hanno incontrato Cristo, il primo per una vera vita di Dio in lui, la seconda, avendo verificato le proprie scelte e condizione di vita, ha voluto attingere alla fonte d’acqua viva di Cristo Gesù. Lo si incontra una volta per sempre e ogni giorno, in novità di vita come l’acqua che zampilla dalla fonte. Il ritornello in questo periodo è la vigilanza, il dominio di sé, nell'attenzione e dedizione alla vita spirituale e morale. Vigilanti come sentinelle, senza distrarsi, senza lasciarsi andare, nella fedeltà a lui. Quale padronanza hai del tuo modo di essere, pensare e agire? Quando avverti di aver incontrato Cristo Signore? Come imposterai “il tuo avvento”?
La Lectio Divina è tratta dall'omonimo libro:
Lectio Divina di P. Anastasio Francesco Filieri O Carm
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