"Lectio Divina" (2016), Ed. Vita Carmelitana
P. Anastasio Francesco Filieri O Carm
Commento filatelico dell'Avv.to Francesco Gatto
XXIII Domenica del tempo ordinario
Dal Vangelo secondo Marco (Mc. 7,31-37)
31 Di ritorno dalla regione di Tiro, passò per Sidone, dirigendosi verso il mare di Galilea in pieno territorio della Decàpoli. 32 E gli condussero un sordomuto, pregandolo di imporgli la mano. 33 E portandolo in disparte lontano dalla folla, gli pose le dita negli orecchi e con la saliva gli toccò la lingua; 34 guardando quindi verso il cielo, emise un sospiro e disse: “Effatà” cioè: “Apriti!”. 35 E subito gli si aprirono gli orecchi, si sciolse il nodo della sua lingua e parlava correttamente. 36 E comandò loro di non dirlo a nessuno. Ma più egli lo raccomandava, più essi ne parlavano 37 e, pieni di stupore, dicevano: “Ha fatto bene ogni cosa; fa udire i sordi e fa parlare i muti!”.
Breve esegesi
Gesù estende la missione evangelica a tutte le genti, per cui si reca in terra pagana. Erano soliti i giudei andare in terra pagana e al rientro scuotere la polvere dei calzari perché nulla di pagano, di impuro rimanesse in loro. Gesù sceglie preferibilmente la Galilea delle genti per la sua missione. Nazareth era luogo di passaggio dei carovanieri. A Gesù è condotto un sordomuto perché gli imponesse le mani e lo guarisse. Si crede che il contatto fisico fosse necessario per ottenere la guarigione. Lo porta in disparte, prende la saliva e impone le mani, segno della trasmissione della sua potenza divina per la guarigione. La saliva, presso i giudei e presso i pagani, era segno di possibile guarigione, si riteneva avesse elementi medicamentosi. Il sospiro è segno di forte compassione e commozione per la condizione del sordomuto. Gesù alza gli occhi al cielo per implorare il Padre e ingiunge: ”Effathà”, apriti. Subito il muto udì e parlò correttamente. Gesù volle che si mantenesse il segreto messianico, e il gesto non fosse frainteso dai pagani. Il guarire dalla sordità è per ascoltare la sua Parola, è un segno presente nella liturgia battesimale.
Meditazione pregata
Cristo Gesù, sei andato per terre pagane a evangelizzare e compiere i segni della tua misericordia su gente senza la legge di Dio. Alla donna pagana, che ti ha chiesto di cacciare il demonio da sua figlia, hai detto che non è bene prendere il pane dei figli e darlo ai cagnolini. Lei ha replicato che anche i cagnolini hanno accesso alle briciole che cadono dalla mensa dei figli. La sua parola ha aperto il tuo cuore alla guarigione della figlia. Hai esteso ad ogni creatura l’accesso e la partecipazione alla tua opera redentrice, al tuo Regno. Tu vuoi che tutti gli uomini abbiano accesso all'amore di Dio creatore e Padre, e siano salvi. Mentre stavi per avviarti nella tua regione, ti è stato condotto un sordomuto per stendere la tua mano misericordiosa su di lui, gesto che la tua chiesa ha fatto proprio nei secoli, attraverso i segni sacramentali, attestando con esso la potenza di Dio, mediante l’azione dello Spirito Santo. Tu lo hai preso in disparte, lontano dalla folla, segno che non ancora ai pagani è dato l’accesso alla manifestazione dell’opera di Dio. Poi hai messo le tue dita nelle orecchie e con la saliva gli hai toccato la lingua. Il tuo effatha, elevato in alto, gli ha restituito l’udito e la parola. Con i segni e la parola hai voluto che il canale di grazia, da te operato nella redenzione, fosse donato alla tua Chiesa mediante i sacramenti. Con questi gesti visibili, che la Chiesa compie in tuo nome, al tuo popolo santo è dato di avere accesso alla tua grazia, alla vita divina, di cui ci hai dato di essere partecipi. Fa’ che abbiamo sempre accesso alla tua grazia, rinnovandola in noi sia nei sacramenti dati una volta per sempre, sia in quelli cui ci dai continuamente accesso. Senza la tua grazia nulla è nell'uomo, se non la sua fragilità. Tu hai dato a quanti credono nel tuo nome e accedono alla tua grazia, “gratis data”, di diventare figli di Dio. Per questo ti rendiamo grazie, sempre.
Per la vita
“Il Signore Gesù che fece udire i sordi e parlare i muti, ti conceda di ascoltare presto la sua Parola”: è quanto ci è stato detto dal celebrante, toccando l’orecchio e poi la bocca, al nostro Battesimo. Gesù ha dispiegato la sua potenza divina nel guarire il sordomuto in terra pagana. L’”apriti” proferito da Cristo è gesto salvifico, espresso nella fede della comunità: “Ha fatto bene ogni cosa: fa udire i sordi e parlare i muti”. Nessun uomo può pervenire alla fede se Dio non gli apre il cuore e la mente per far risuonare dentro la sua Parola. Nel contesto di vita in cui siamo immessi, far risuonare dentro la sua Parola non è facile. In Cristo non conta l’udire fisico, ma l’immettersi nello Shemah Israel. Bisogna sapientemente discernere e porre al vaglio le nostre parole per innestarle nella Parola. Non possiamo essere carta assorbente della mentalità di questo mondo. In questo continuo esercizio del far risuonare dentro la Parola c’è la serenità e la gioia di accogliere quanto ci dà verità di vita. La libertà attiva, che promuove e valorizza l’uomo, ci fa cogliere quanto dà valore alla nostra persona e rigettare quanto la umilia. Questo fa in noi la libertà passiva, la usiamo per divenire schiavi di noi stessi, delle nostre scelte.
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