domenica 29 luglio 2018

XVII Domenica del tempo ordinario - Anno - B


La Lectio Divina è tratta dal libro
"Lectio Divina" (2016), Ed. Vita Carmelitana
P. Anastasio Francesco Filieri O Carm
Commento filatelico dell'Avv.to Francesco Gatto




XVII Domenica del tempo ordinario
Dal Vangelo secondo Giovanni (Gv. 6,1-15)

1 Dopo questi fatti, Gesù andò all'altra riva del mare di Galilea, cioè di Tiberiade, 2 e una grande folla lo seguiva, vedendo i segni che faceva sugli infermi. 3 Gesù salì sulla montagna e là si pose a sedere con i suoi discepoli. 4 Era vicina la Pasqua, la festa dei Giudei. 5 Alzati quindi gli occhi, Gesù vide che una grande folla veniva da lui e disse a Filippo: “Dove possiamo comprare il pane perché costoro abbiano da mangiare?”. 6 Diceva così per metterlo alla prova; egli infatti sapeva bene quello che stava per fare. 7 Gli rispose Filippo: “Duecento denari di pane non sono sufficienti neppure perché ognuno possa riceverne un pezzo”. 8 Gli disse allora uno dei discepoli, Andrea, fratello di Simon Pietro: 9 ”C’è qui un ragazzo che ha cinque pani d’orzo e due pesci; ma che cos'è questo per tanta gente?”. 10 Rispose Gesù: “Fateli sedere”. C’era molta erba in quel luogo. Si sedettero dunque ed erano circa cinquemila uomini. 11 Allora Gesù prese i pani e, dopo aver reso grazie, li distribuì a quelli che si erano seduti, e lo stesso fece dei pesci, finché ne vollero. 12 E quando furono saziati, disse ai discepoli: “Raccogliete i pezzi avanzati, perché nulla vada perduto”. 13 Li raccolsero e riempirono dodici canestri con i pezzi dei cinque pani d’orzo, avanzati a coloro che avevano mangiato. 14 Allora la gente, visto il segno che egli aveva compiuto, cominciò a dire: “Questi è davvero il profeta che deve venire nel mondo!”. 15 Ma Gesù, sapendo che stavano per venire a prenderlo per farlo re, si ritirò di nuovo sulla montagna, tutto solo.

Breve esegesi

Gesù intende restare solo, evita forme entusiastiche verso di lui, specie dopo aver proclamato il vangelo del regno e compiuto i segni della potenza divina: scacciare i demoni e guarire gli ammalati. Raggiunge l’altra riva del lago per riposarsi e sale sulla montagna, per intendersi confidenzialmente con i suoi; ma vede che una grande folla smarrita lo segue. Si commuove per loro perché avevano creduto e sperato in lui, nella sua guida e si muove a pietà perché non avevano nulla da mangiare. Coinvolge Filippo perché Lui, come gli altri discepoli, si sentissero coinvolti nella condizione della folla affamata. Ammettono di non poter soddisfare tanta gente. Si sente coinvolto Andrea che fa presente la disponibilità di pochi pani e pesci. Gesù prende i pani e rende grazie al Padre alzando gli occhi al cielo e non sui pani, com'era d’uso presso gli ebrei: figura della cena pasquale, della frazione del pane, come configurata dalla comunità apostolica. Comanda di far sedere la gente in gruppi regolari, come avveniva nel deserto, durante l’esodo. Si pone, nelle disposizioni, come maestro nella diaconia verso i poveri.

Meditazione pregata

Cristo Gesù, hai rivelato che il Padre opera in te e Tu ne sei la manifestazione. Ti hanno ascoltato e creduto, confermati dai segni, ma con coloro cui hai confidato i misteri del regno,
i discepoli, ti sei intrattenuto e li hai portati all’altra riva. La gente ha fame di te, della tua parola, ti ha seguito ovunque sei andato e Tu, come ci racconta l’evangelista, ti sei commosso
per loro e al pane della parola hai accomunato il pane per il sostentamento della vita, segno della tua paternità. E hai coinvolto i tuoi discepoli perché, come li hai mandati a due a due per annunziare il Regno e sanare i malati, così ora attendano alle ulteriori necessità. Alla loro richiesta: ”Signore, insegnaci a pregare” hai inserito l’invocazione del pane quotidiano. Ora sei Tu a provvedere per la gente. Tra le tue mani hai preso il pane e, reso grazie, lo hai dato loro. La moltiplicazione dei pani e il rendimento di grazie sono gesti e figura dell’evento pasquale: del tuo corpo dato sull’altare della croce e, prima ancora, celebrato nell’ultima cena, con i tuoi discepoli. Per il tuo nuovo popolo hai voluto donare, nelle sembianze del pane, la tua stessa vita e hai voluto che questo fosse un memoriale affidato alla tua Chiesa, perché si perpetuasse nel tempo e nella storia la tua presenza tra noi; più ancora la tua vita in noi. Per questo noi ti rendiamo grazie e nel gesto di moltiplicare i pani, finalizzato alla celebrazione pasquale nel cenacolo, la tua Chiesa ha voluto marcare questo evento come Eucarestia: rendimento di grazie. Tu donaci sempre questo pane che dura per la vita. Sei Tu il nostro pane quotidiano, disceso dal cielo, per sostentare la nostra caduca umanità ed elevarla alla dignità dei figli di Dio.

Per la vita

La centralità dell’evento evangelico non è dato dal miracolo della moltiplicazione dei pani e dei pesci, quanto dall'attenzione e dedizione prestata da Gesù ai diseredati. Folle di poveri sbandati che lo seguivano, perché credevano e speravano in lui, folle abbandonate a se stesse dalle guide religiose. Gesù si muove a compassione per loro e vuole che i suoi discepoli prestino loro attenzione e dedizione. Aveva iniziato la sua missione affermando nella sinagoga di Nazareth che “la buona novella è annunziata ai poveri”. A Giuda ebbe ad affermare che “i poveri li avrete sempre tra voi”, quasi un lascito testamentario. Lui provvede non solo a dare da mangiare, ma dispone anche il servizio, segno di attenzione e dedizione. Tutto il Vangelo del regno, anche nella sintesi delle beatitudini è nell'attenzione a chi non è dato di vivere nella dignità dei figli di Dio. Gesù per attenzione, dedizione prestata, anche nel servizio materiale, si pone come maestro ed esemplare nella diaconia, come nel coinvolgerli. E’ venuto a salvare chi era perduto e ha spezzato il pane per loro. La folla intravede in lui il profeta messianico e vuole proclamarlo re. Gesù fugge da loro e si ritira sul monte a pregare. Dal tuo servizio, dalla tua diaconia, attenti riconoscimenti?


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