venerdì 27 ottobre 2017

Lectio Divina - XXX Domenica Tempo Ordinario



La Lectio Divina è tratta dal libro
"Lectio Divina" (2016), Ed. Vita Carmelitana
P. Anastasio Francesco Filieri O Carm
Commento filatelico dell'Avv.to Francesco Gatto



XXX Domenica del Tempo Ordinario
Dal Vangelo secondo Matteo (Mt. 22,34-40)

34 Allora i farisei, udito che egli aveva chiuso la bocca ai sadducei, si riunirono insieme 35 e uno di loro, un dottore della legge, lo interrogò per metterlo alla prova: 36”Maestro, qual è il più grande comandamento della legge?”. 37 Gli rispose: “Amerai il Signore Dio tuo con tutto il cuore, con tutta la tua anima e con tutta la tua mente. 38 Questo è il più grande e il primo dei comandamenti. 39 E il secondo è simile al primo: Amerai il prossimo tuo come te stesso. 40 Da questi due comandamenti dipendono tutta la Legge e i Profeti”.


Breve esegesi 

L’annunzio evangelico da parte di Cristo è oggetto di contrasto da parte di gruppi che vedono messi in discussione i loro riferimenti e principi religiosi, morali, sociali e interpretativi della legge. Questa volta è un dottore della legge, con scribi e farisei osservanti della legge scritta e delle tradizioni orali, messi a tacere, a porre interrogativi a Gesù. Schiavi e osservanti della legge, racchiusa in 613 precetti, di cui 248 positivi e 365 proibenti, tutto il loro mondo, che imponevano ad altri. Ritenevano di essere giustificati mediante l’osservanza della legge, anche formale. L’interrogativo posto a Gesù: “Quale la sintesi della legge, quale comandamento racchiude tutta la legge e ne è il principio motore e ispirante”? Gesù ne evidenzia la sintesi e il principio dell’osservanza della legge nel precetto dell’amore, tratto dalle scritture. L’amore come principio unificante e chiave della legge divina. Questo amore si esprime con tutte le facoltà dell’uomo, cuore, mente, forze, anima. Con tutto noi stessi. L’amore in Dio è fonte e propulsore di amore verso il prossimo. Non esiste uno senza l’altro, devono coesistere. “Come puoi dire di amare il Dio che non vedi se non ami il tuo prossimo che vedi”?



Meditazione pregata 

Cristo Gesù, sei l’incarnazione dell’amore del Padre. Per noi uomini e per la nostra salvezza sei disceso dal cielo, ti sei incarnato e hai offerto il tuo corpo, la tua vita sull'altare della croce. Ti sei sacrificato per essere redentore e salvatore dell’intera umanità. E’ un mistero il passare per la croce, onde manifestare l’amore del Padre per noi, sacrificando il proprio Figlio; ma è la rivelazione che il tuo amore è oblativo, è dono totale di sé, offerta della propria vita, offerta sacrificale per il bene dei più. La nostra concezione dell’amore è egoistica, tende ad attirare gli altri a noi e usufruire di loro, del loro bene; è un amore ricettivo. Tu hai affermato che c’è più gioia nel dare che nel ricevere. I tuoi apostoli hanno raccolto e affermato questa tua raccomandazione nella Chiesa nascente. Giovanni, tuo discepolo prediletto, testimone dell’amore divino per noi, ci ha rivelato che “Dio è amore e chiunque ama è generato da Dio e conosce Dio. Chi non ama non ha conosciuto Dio, perché Dio è amore”. E ancora: “Come possiamo dire di amare Dio, che non vediamo, se non amiamo il prossimo, che vediamo”? Quanto siamo aridi, Signore Gesù! Fa’ che non abbiamo mai a ritrovarci, come i tuoi interroganti farisei, chiusi nelle loro convenienti verità, stolti nel credere di metterti in difficoltà nella conoscenza della legge. Quando la nostra umanità manifesta la sua fragilità con le varie sue espressioni, fa’ che ti invochiamo, Spirito d’amore e di verità. E Tu infondici quell'amore che hai manifestato quando hai condiviso la nostra esperienza terrena e ci hai lasciato quale testamento e comandamento nuovo:“Amatevi come io vi ho amato”. Fa’ che la tua Chiesa erediti il tuo testamento e lo espliciti, sia all'interno dei suoi membri, come nel servizio per la promozione dell’uomo. Sia sempre presente e operante dove possiamo vederti povero, infermo, carcerato, come in ogni uomo piagato, e incontrarti in lui. 



Per la vita 

La legge già conteneva il precetto dell’amore, ma i giudei ne prendevano quanto era nelle loro corde, nei loro interessi e visioni religiose. La legge si è sostituita a Dio, affermata mediante l’osservanza esteriore e la gratificazione da parte degli osservanti. La giustificazione non è data per il giudeo dalla fede, dal rapporto con Dio, ma dalla confluenza dell’agire con l’osservanza formale della legge. In più le opere erano soggette all'interpretazione e al giudizio degli osservanti: scribi e farisei. Consequenziale un’aridità d’animo che ha trovato l’amore incarnato di Dio, Gesù Cristo, a contrastare quanti gli contestavano l’autorità di Maestro. Nel rapporto con Dio dai per scontato che lo ami con tutto te stesso? O tendi solo ad essere amato? L’amore è attivo e passivo. Quanto ami o vuoi essere amato da Dio e dal prossimo? Sai che nel Cristo l’amore è nel dono totale di sé:”Nessuno ama più di colui che dà la vita per i suoi”? Per il giudeo l’amore per il prossimo è solo verso il correligionario e il connazionale. Gli altri sono i gentili. Locuzione che tuttora usano gli ebrei, come per i musulmani, gli altri sono gli infedeli. Tu quale concezione hai dell’amare?




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