venerdì 25 agosto 2017

Lectio Divina - XXI Domenica Tempo Ordinario


La Lectio Divina è tratta dal libro
"Lectio Divina" (2016), Ed. Vita Carmelitana
P. Anastasio Francesco Filieri O Carm
Commento filatelico dell'Avv.to Francesco Gatto


XXI Domenica del Tempo Ordinario - Anno A Dal Vangelo secondo Matteo
(Mt. 16,13-20)

13 Essendo giunto Gesù nella regione di Cesarèa di Filippo, chiese ai suoi discepoli: “La gente chi dice che sia il Figlio dell’uomo?”. 14 Risposero: “Alcuni Giovanni il Battista, altri Elia, altri Geremia o qualcuno dei profeti”. 15 Disse loro: “Voi chi dite che io sia?”. 16 Rispose Simon Pietro: “Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente”. 17 E Gesù: “Beato te, Simone figlio di Giona, perché né la carne né il sangue te l’hanno rivelato, ma il Padre mio che sta nei cieli. 18 E io ti dico: Tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia Chiesa e le porte degli inferi non prevarranno contro di essa. 19 A te darò le chiavi del regno dei cieli, e tutto ciò che legherai sulla terra sarà legato nei cieli, e tutto ciò che scioglierai sulla terra sarà sciolto nei cieli”. 20 Allora ordinò ai discepoli di non dire ad alcuno che egli era il Cristo.

Breve esegesi 
L’annunzio evangelico di Gesù in terra di Galilea non dà i frutti sperati. Vi sono resistenze, anche contestazioni, come l’abbandono da parte di alcuni discepoli, dopo aver svelato che “il suo corpo è veramente cibo”. Gesù è attestato come Messia, ma non secondo le aspettative temporali del popolo. Egli vuole sfatare la loro concezione messianica con l’annunzio della sua condanna a morte e resurrezione. Parole dure e incomprensibili, data l’attesa del regno messianico. Gesù fa un sondaggio presso i suoi per sapere cosa pensa la gente del Figlio dell’Uomo, misteriosa designazione divino-umana del Messia, derivante dalla visione di Daniele. I suoi raccolgono quanto dice la gente, che lo identifica come un profeta. Affermazione comune a quel tempo. Dai suoi discepoli Gesù vuole sapere cosa pensano di lui. Pietro afferma, con la rivelazione del Padre, che Lui è il Cristo, il Figlio del Dio vivente. Rivelazione che supera la sua conoscenza umana. La rivelazione di Pietro dà modo a Gesù di costituire Pietro, appellandolo roccia, a capo della sua Chiesa, conferendogli poteri ecclesiali sulla terra, che si affermeranno anche nei cieli: le chiavi sono espressione di potere. Al tempo di Gesù chi apriva e chiudeva il tempio era il primo nel tempio e capo dei leviti. Il popolo affermerà che alla porta del paradiso, del regno dei cieli, vi sarà Pietro. 

Meditazione pregata 
Cristo Gesù, anche Tu hai sperimentato la crisi, quella condizione di discernere, di vagliare, in cui mettiamo tutto in discussione, per riportarci a verità e intraprendere un più giusto cammino. Compiuta la missione nella tua regione, hai lasciato la Galilea e ti sei incamminato, con i tuoi discepoli verso Gerusalemme, per il compiersi della tua ora. L’ultima parte dell’annunzio del Regno in terra di Galilea ti ha visto in fase dialettica con le folle, che hai ammonito a non cercare il pane che perisce, ma quello che dura per la vita. Alla rivelazione che il tuo corpo è veramente cibo e il tuo sangue veramente bevanda, alcuni discepoli ti hanno abbandonato; ma avesti la rivelazione di Pietro: “Signore da chi andremo, Tu solo hai parole di vita eterna e noi abbiamo creduto”. Ora, Cristo Signore, poni una giusta domanda, perché sia rivelata la tua identità, interrogando i tuoi discepoli su quanto hanno percepito dalla gente: “Chi dice la gente che io sia?”. Le risposte dei tuoi riflettono una visione riduttiva e distorta della tua identità: una visione profetico-messianica, lontana dalla figliolanza divina. La tua identità è rivelata da Pietro: “Sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente”. Rivelazione venuta dall'alto e dono dell’alto, del Padre che è nei cieli. Subito dopo avverti i tuoi di non estendere al popolo questa rivelazione. Tu, Cristo Signore, rispetti i tempi che il Padre ti ha dato, perché sia manifestata la messianica tua divina presenza. Nella tua croce: “Costui era veramente Figlio di Dio” e in te morto e risorto, è avvenuta la pienezza della rivelazione, che solo la fede, quale dono del Padre, può suscitare. Anche in noi, Cristo Signore, veli la tua presenza. Sempre e solo nella fede ti riconosciamo e questa è dono che viene dall’alto, è dono tuo. Tu concedila sempre a coloro che credono nel tuo nome; non farcela mancare mai, perché senza te è buio il nostro sentire, bui i nostri percorsi. 

Per la vita 
Dietro una non condivisione del popolo al suo annunzio evangelico, con la richiesta di miracoli, come anche di contestazioni, Gesù vuole affermare la sua identità. Vuole conoscere cosa dice la gente di lui. E’ per noi un grande insegnamento, perché spesso intraprendiamo nostre strade, senza un discernimento sapienziale da sottoporre all’altrui giudizio. La dinamica pastorale ecclesiale in vigore nel dopo concilio era: “Vedere, giudicare, agire”. Un cammino nella comprensione dei segni dei tempi, delle dinamiche ecclesiali, culturali, sociali, per immettervi il vangelo. Alle risposte umane dei suoi, circa la sua identità, si contrappone la identità della rivelazione divina di Pietro. Segno dell’ascolto di Dio, verso cui incamminare il popolo, partendo dalle sue conoscenze, per farlo pervenire alla rivelazione di Dio. Neanche la rivelazione va imposta, essendo un puro dono di Dio, ma un camminare insieme al popolo per farlo crescere nella conoscenza di Lui, nella centralità dell’evangelizzazione, quale cammino preferenziale della Chiesa di Dio. Perché tutti, mediante il battesimo,incorporati a Cristo, siamo membra vive del corpo di Cristo che è la Chiesa, espresso nella comunione e corresponsabilità ecclesiale, quali membra vive del suo corpo.


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