Natale del Signore - Anno A
Messa del giorno
Dal Vangelo secondo Giovanni (Gv 1,1-18)
Preghiera
Cristo Gesù, l’evangelista Luca ci ha trasmesso l’evento storico della tua nascita, e noi abbiamo colto la poesia del farti bambino, dell’essere nato tra due animali, accogliendo la tradizione di Francesco, la contemplazione di tua madre, l’annunzio dell’angelo e l’adorazione dei pastori. Il tuo apostolo ed evangelista Giovanni ci ha trasmesso il mistero della tua incarnazione: per noi uomini e per la nostra salvezza sei disceso dal cielo, mentre eri presso Dio, e nulla è stato fatto senza di te di tutto ciò che esiste. Ci lasciamo prendere dalla poesia del tuo natale, perché impenetrabile il mistero: l’Autore, con il Padre, di tutto ciò che esiste e siamo, è stato partorito dal grembo di una donna. Ci soccorre l’apostolo Paolo, il quale afferma che della tua deità, del mistero della tua incarnazione, sappiamo e vediamo in modo confuso.
Alla tua presenza, quando ci vedremo faccia a faccia, ci sarà tutto svelato. Non bastava che il Padre si manifestasse attraverso la parola dei profeti per dispiegare il suo disegno di salvezza al popolo. Quando venne la pienezza dei tempi la Parola di Dio si è fatta carne in te, Verbo umanato, venuto a condividere la condizione umana, fino all'umiliazione di offrirti vittima sacrificale sull'altare della croce; estrema oblatività di amore per il dono della tua vita. A queste altezze impenetrabili all'umano intelletto sei pervenuto, Figlio di Dio. A quanti ti hanno accolto hai dato l’adozione a figli, per cui sentiamo di essere tuoi fratelli nella carne e figli di Dio. Per mezzo tuo non è più impronunziabile il nome di Iddio, ma a Lui ci hai dato accesso, chiamandolo Abbah; allo stesso modo chiamato e invocato da te. Per te medesimo, Cristo nostro Signore, abbiamo accesso presso il Padre nella nostra preghiera. Tu uno di noi, per noi.
Natale del Signore - Anno A
Messa del giorno
Dal Vangelo secondo Giovanni (Gv 1,1-18)
1 In principio era il Verbo, il Verbo era presso Dio e il Verbo era Dio. 2 Egli era in principio presso Dio: 3 tutto è stato fatto per mezzo di lui, e senza di lui niente è stato fatto di tutto ciò che esiste. 4 In lui era la vita e la vita era la luce degli uomini; 5 la luce splende nelle tenebre, ma le tenebre non l’hanno accolta. 6 Venne un uomo mandato da Dio e il suo nome era Giovanni. 7 Egli venne come testimone per rendere testimonianza alla luce,perché tutti credessero per mezzo di lui. 8 Egli non era la luce, ma doveva render testimonianza alla luce. 9 Veniva nel mondo la luce vera, quella che illumina ogni uomo. 10 Egli era nel mondo, e il mondo fu fatto per mezzo di lui, eppure il mondo non lo riconobbe. 11 Venne fra la sua gente, ma i suoi non l’hanno accolto. 12 A quanti però l’hanno accolto, ha dato potere di diventare figli di Dio: a quelli che credono nel suo nome, 13 i quali non da sangue, né da volere di carne,né da volere di uomo, ma da Dio sono stati generati. 14 E il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi; e noi vedemmo la sua gloria,gloria come di unigenito dal Padre, pieno di grazia e di verità. 15 Giovanni gli rende testimonianza e grida: “Ecco l’uomo di cui io dissi:Colui che viene dopo di me mi è passato avanti, perché era prima di me”. 16 Dalla sua pienezza noi tutti abbiamo ricevuto grazia su grazia. 17 Perché la legge fu data per mezzo di Mosè,la grazia e la verità vennero per mezzo di Gesù Cristo.18 Dio nessuno l’ha mai visto: proprio il Figlio unigenito, che è nel seno del Padre, lui lo ha rivelato.
Breve esegesi
Dio in diversi modi nel tempo e nella storia ha parlato per mezzo dei profeti, ora si è rivelato, si è manifestato nel Verbo Incarnato. La Parola di Dio si è fatta carne. E’ il mistero. L’evangelista Giovanni ci dispiega la Incarnazione del Verbo. La narrazione della nascita di Gesù secondo il vangelo di Luca è fatta propria dal popolo di Dio, perché dalla narrazione coglie gli aspetti umani e storici. Chi attende alla vita nello spirito di Dio, non può non cogliere il senso del mistero di un Dio che si è fatto carne, assumendo la condizione della umana fragilità, nella coabitazione e condivisione di vita con altri uomini, pur essendo in uno con il Padre nella creazione: “Senza di Lui niente è stato fatto di tutto ciò che esiste”. Il Verbo, la rivelazione di Dio giunta nella pienezza dei tempi, si è fatta carne, umana fragilità, predisposta alla morte in croce per la umana redenzione, pur essendo Lui la luce vera che illumina ogni uomo. Per suo mezzo siamo assimilati a figli di Dio e per suo mezzo abbiamo visto Dio, “l’unigenito figlio di Dio che è nel seno del Padre, ce lo ha rivelato”. L’atto di fede è un mistero da contemplare:“Per noi uomini e per la nostra salvezza discese dal cielo e si è incarnato nel seno della Vergine Maria”.
Meditazione pregata
Cristo Gesù, l’evangelista Luca ci ha trasmesso l’evento storico della tua nascita, e noi abbiamo colto la poesia del farti bambino, dell’essere nato tra due animali, accogliendo la tradizione di Francesco, la contemplazione di tua madre, l’annunzio dell’angelo e l’adorazione dei pastori. Il tuo apostolo ed evangelista Giovanni ci ha trasmesso il mistero della tua incarnazione: per noi uomini e per la nostra salvezza sei disceso dal cielo, mentre eri presso Dio, e nulla è stato fatto senza di te di tutto ciò che esiste. Ci lasciamo prendere dalla poesia del tuo natale, perché impenetrabile il mistero: l’Autore con il Padre, di tutto ciò che esiste e siamo, è stato partorito dal grembo di una donna. Ci soccorre l’apostolo Paolo, il quale afferma che della tua deità, del mistero della tua incarnazione, sappiamo e vediamo in modo confuso. Alla tua presenza, quando ci vedremo faccia a faccia, ci sarà tutto svelato. Non bastava che il Padre si manifestasse attraverso la parola dei profeti per dispiegare il suo disegno di salvezza al popolo. Quando venne la pienezza dei tempi la Parola di Dio si è fatta carne in te, Verbo umanato, venuto a condividere la condizione umana, fino all’umiliazione di offrirti vittima sacrificale sull’altare della croce; estrema oblatività di amore per il dono della tua vita. A queste altezze impenetrabili all’umano intelletto sei pervenuto, Figlio di Dio. A quanti ti hanno accolto hai dato l’adozione a figli, per cui sentiamo di essere tuoi fratelli nella carne e figli di Dio. Per mezzo tuo non è più impronunziabile il nome di Iddio, ma a Lui ci hai dato accesso, chiamandolo Abbah, allo stesso modo chiamato e invocato da te. Per te medesimo, Cristo nostro Signore, abbiamo accesso presso il Padre nella nostra preghiera. Tu uno di noi, per noi.
Per la vita
Del natale cogliamo gli aspetti umani, la realtà di un Dio che si è fatto bambino, tenerezza umana e divina assieme. Questo elemento suscita sentimenti che ci portano alla condivisione umana. Basta pensare ai pranzi natalizi per i poveri e le famiglie che si uniscono per la condivisione di un pranzo che va anche aldilà della condivisione del cibo. Tutto questo ti arricchisce umanamente, ma è unito al cogliere il mistero della incarnazione di Dio? Il Verbo, la Parola, che si è incarnato nel seno della Vergine Maria, in colei che si è fatta serva della Parola, suscita uguale sensibilità spirituale? Quanto risuonano in te il compimento delle profezie? Se tutto l’avvento è un andare incontro al Cristo che viene, di ricchezza umana e spirituale di questo Natale, cosa e quanto è rimasto in te? Ti saranno presenti i doni che hai portato a quanti suscitano in te amore e affetto e ugualmente ne hai ricevuti, e ti rimangono anche nel guardarli e usarli. Pensi che il dono è solo un segno? Il segno di quel grande amore per cui “Dio ha tanto amato il mondo da donare il suo Figlio” a noi? Questo è il dono, il vero dono. Innesti i tuoi doni nel dono per eccellenza fatto a noi dal Padre Iddio?
La preghiera e la Lectio Divina sono tratte dai libri:
"Pregare il Vangelo" e "Lectio Divina" (2016) di P. Anastasio Francesco Filieri O Carm
Nessun commento:
Posta un commento