domenica 3 gennaio 2016

Pregare il Vangelo


SMOM 2005 - San Giovanni Evangelista e S. Giovanni Battista
II Domenica dopo Natale

Dal Vangelo secondo Giovanni (Gv 1,1-18) 
Preghiera

Cristo Gesù, alla poetica natalizia dell’evangelista Luca preferiamo il dispiegamento del mistero della tua incarnazione, che ci ha trasmesso Giovanni, l’apostolo da te prediletto. Mai potremmo comprendere il mistero, poiché è nell'ordine divino; ma quando venne la pienezza dei tempi ti sei incarnato e manifestato nelle capacità comprensive del nostro ordine umano. Il nostro tendere a conoscerti, a penetrare il mistero del tuo amore, è la risposta a quell'amore che Tu hai chiesto a Pietro e hai suscitato in noi. Tu, coeterno al Padre, hai creato ogni cosa, uomini e bestie, cielo e terra; ma nell'uomo hai impresso il tuo Spirito e anche quando, tentato, si è allontanato da te per ergersi a diventare a te complementare o contenderti, per il tuo Spirito impresso in lui hai voluto costituirti redentore e pontefice. Perciò sei disceso tra noi, nella nostra carne. 

VATICANO 1972 -  Scritti di San Giovanni Evangelista

In risposta al nostro peccato, ti sei fatto Tu peccato. Alla nostra condizione di umiliati hai risposto con la tua umiliazione. O Sapienza divina non commisurabile all'umana, sei per noi luce vera che illumina ogni uomo, sapienza incarnata dispiegata nel Vangelo del Regno, che sei andato ad annunziare ad ogni uomo di villaggio in villaggio. Eredità divina da incarnare. Ma soprattutto, come ci dice Giovanni, hai dato a noi di diventare figli di Dio, pur essendo carne; ma per tuo dono consacrati nello Spirito Santo, che è Signore e ci dà la nuova vita. Con Giovanni affermiamo che, a differenza dell’antico popolo di Israele, noi in te abbiamo visto Dio e abbiamo, con viva fede, affermato che Tu sei il Figlio di Dio incarnato. Il mistero della tua presenza tra noi ha elevato la nostra condizione umana.

La preghiera è tratta dal libro: 
Pregare il Vangelo di P. Anastasio Francesco Filieri O Carm


 Prologo del Vangelo di San Giovanni
clicca sull'immagine 
Il prologo del Vangelo di San Giovanni
(collezione tematica di Fabrizio Fabrini)

Ho il piacere di pubblicare una collezione tematica sul "Prologo del Vangelo di San Giovanni" di un grande filatelico e fine studioso di Filatelia Religiosa. I temi che lui tratta sono sempre ben accompagnati da una ricerca di materiale filatelico di altissimo livello. Un grande ringraziamento a Fabrizio Fabrini



Lectio Divina
Domenica, 3 Gennaio, 2016
Un ritratto diverso di Gesù
Le parole di un Cantico della comunità




1. Orazione iniziale

Signore Gesù, invia il tuo Spirito, perché ci aiuti a leggere la Scrittura con lo stesso sguardo, con il quale l’ hai letta Tu per i discepoli sulla strada di Emmaus. Con la luce della Parola, scritta nella Bibbia, Tu li aiutasti a scoprire la presenza di Dio negli avvenimenti sconvolgenti della tua condanna e della tua morte. Così, la croce che sembrava essere la fine di ogni speranza, è apparsa loro come sorgente di vita e di risurrezione.
Crea in noi il silenzio per ascoltare la tua voce nella creazione e nella Scrittura, negli avvenimenti e nelle persone, soprattutto nei poveri e sofferenti. La tua Parola ci orienti, affinché anche noi, come i due discepoli di Emmaus, possiamo sperimentare la forza della tua risurrezione e testimoniare agli altri che Tu sei vivo in mezzo a noi come fonte di fraternità, di giustizia e di pace. Questo noi chiediamo a Te, Gesù, figlio di Maria, che ci hai rivelato il Padre e inviato lo Spirito. Amen.

2. Lettura

a) Chiave di lettura - Il contesto letterario
Questa Domenica meditiamo sul Prologo solenne del vangelo di Giovanni. Il Prologo è il portone di entrata. È la prima cosa che viene scritta. È come un riassunto finale, posto all'inizio. Sotto forma di una poesia profonda, misteriosa e molto solenne, Giovanni offre un riassunto di tutto quello che dirà su Gesù nei ventuno capitoli del suo vangelo. Probabilmente questa poesia era di un cantico della comunità, utilizzata e adattata poi da Giovanni. Il cantico comunicava l'esperienza che le comunità avevano di Gesù, parola di Dio. Anche oggi, abbiamo molti canti e poesie che cercano di tradurre e comunicare chi è Gesù per noi. Rivelano l'esperienza che le nostre comunità hanno di Gesù. Una poesia è come uno specchio. Aiuta a scoprire le cose che ci sono dentro di noi. Ogni volta che ascoltiamo o ripetiamo con attenzione una poesia, scopriamo cose nuove, sia nella poesia stessa, come pure dentro di noi.

Nel corso della lettura del Prologo del vangelo di Giovanni è bene attivare la propria memoria e cercare di ricordare qualche cantico o poesia su Gesù, del tempo della nostra infanzia, che ha marcato la nostra vita.

b) Una divisione del testo per aiutarne la lettura

Gv 1,1-5: La Parola di Dio è luce per tutti gli esseri umani
Gv 1,6-8: Giovanni Battista non era la Luce
Gv 1,9-11: I suoi non l’hanno accolto
Gv 1,12-13: Coloro che la ricevono diventano figli di Dio
Gv 1,14: La Parola si fece carne
Gv 1,15-17: Mosè dette la Legge, Gesù dà la Grazia e la Verità
Gv 1,18: È come la pioggia che lava

c) Il testo: Giovanni 1,1-18

In principio era il Verbo,
e il Verbo era presso Dio
e il Verbo era Dio.
Egli era, in principio, presso Dio:
tutto è stato fatto per mezzo di lui
e senza di lui nulla è stato fatto di ciò che esiste.
In lui era la vita
e la vita era la luce degli uomini;
la luce splende nelle tenebre
e le tenebre non l’hanno vinta.
Venne un uomo mandato da Dio:
il suo nome era Giovanni.
Egli venne come testimone
per dare testimonianza alla luce,
perché tutti credessero per mezzo di lui.
Non era lui la luce,
ma doveva dare testimonianza alla luce.
Veniva nel mondo la luce vera,
quella che illumina ogni uomo.
Era nel mondo
e il mondo è stato fatto per mezzo di lui;
eppure il mondo non lo ha riconosciuto.
Venne fra i suoi,
e i suoi non lo hanno accolto.
A quanti però lo hanno accolto
ha dato potere di diventare figli di Dio:
a quelli che credono nel suo nome,
i quali, non da sangue
né da volere di carne
né da volere di uomo,
ma da Dio sono stati generati.
E il Verbo si fece carne
e venne ad abitare in mezzo a noi;
e noi abbiamo contemplato la sua gloria,
gloria come del Figlio unigenito
che viene dal Padre,
pieno di grazia e di verità.
Giovanni gli dà testimonianza e proclama:
«Era di lui che io dissi:
Colui che viene dopo di me
è avanti a me,
perché era prima di me».
Dalla sua pienezza
noi tutti abbiamo ricevuto:
grazia su grazia.
Perché la Legge fu data per mezzo di Mosè,
la grazia e la verità vennero per mezzo di Gesù Cristo.
Dio, nessuno lo ha mai visto:
il Figlio unigenito, che è Dio
ed è nel seno del Padre,
è lui che lo ha rivelato.

3. Momento di silenzio orante

perché la Parola di Dio possa entrare in noi e illuminare la nostra vita.


4. Alcune domande

per aiutarci nella meditazione e nella orazione.
a) Quale frase del Prologo ti ha colpito di più? Perché?
b) Quali sono le immagini usate da Giovanni in questa poesia per dire chi era Gesù per la comunità?
c) Quale è la cosa nuova che la poesia di Giovanni fa scoprire in me?
d) La poesia di Giovanni dice: "La Parola venne fra la sua gente, ma i suoi non l’hanno accolto!" (Gv 1,11) Cosa significa questa frase? Come succede questo oggi?
e) Quali sono i fatti o le persone dell'Antico Testamento che vengono evocati nel Prologo?

5. Per coloro che vogliono approfondire il testo

a) Contesto

Sul Prologo del vangelo di Giovanni sono stati scritti molti libri. Ed ogni anno se ne pubblicano di nuovi. Ma non esauriscono il contenuto del tema. Questo perché il Prologo è come una sorgente. Quanta più acqua si estrae dalla sorgente, tanta più acqua darà. Chi mette la testa al di sopra della fonte stessa e guarda dentro, vede il suo volto rispecchiato nell'acqua della sorgente. Descrivendo il volto che si vede, si descrivono due cose: si commenta l'acqua della fonte, il Prologo, e si dice ciò che si è scoperto all'interno della persona stessa.

Il Prologo aiuta a capire perché il Quarto vangelo è così diverso dagli altri vangeli. Nel Prologo, Giovanni ci presenta la visione che ha di Gesù, Parola di Dio e descrive il percorso della Parola. Essa stava accanto a Dio fin dall'inizio della creazione e per mezzo di essa tutto fu creato. Tutto quanto esiste è un'espressione della Parola di Dio. Pur essendo presente in tutto, il Verbo ha voluto mettersi ancora di più accanto a noi e per questo si è fatto carne in Gesù, è vissuto in mezzo a noi, ha svolto la sua missione ed è ritornato al Padre. Gesù è la Parola viva di Dio. In tutto ciò che dice e fa si rivela il Padre: "Chi vede me vede il Padre!” (Gv 14,9). Lui e il Padre, “siamo una cosa sola” (Gv 10,30).

b) Commento del testo

Gv 1,1-5: La Parola di Dio è luce per ogni essere umano.

Dicendo "Al principio era il Verbo", Giovanni ci fa pensare alla prima frase della Bibbia che dice: "Al principio Dio creò il cielo e la terra" (Gen 1,1). Dio creò mediante la sua Parola. "Lui parlò e le cose cominciarono ad esistere" (Sal 33,9; 148,5). Tutte le creature sono un'espressione della Parola di Dio. Qui, fin dall'inizio, abbiamo il primo segnale dell'apertura ecumenica ed ecologica del Quarto vangelo.

Il Prologo dice che la presenza universale della Parola di Dio è vita e luce per ogni essere umano. Ma la maggioranza delle persone non percepiscono la Buona Novella della presenza luminosa della Parola di Dio nella loro vita. La Parola viva di Dio, presente in tutte le cose, brilla nelle tenebre, ma le tenebre non la compresero.

Gv 1,6-8: Giovanni Battista non era la Luce.

Giovanni Battista venne per aiutare la gente a scoprire questa presenza luminosa e consolatrice della Parola di Dio nella vita. La testimonianza di Giovanni Battista fu così importante che fino alla fine del primo secolo, epoca in cui fu scritto il Quarto vangelo, c'erano ancora persone che pensavano che lui, Giovanni, fosse il Messia! (At 19,3; Gv 1,20) Per questo, il Prologo chiarisce dicendo: "Giovanni non era la luce! Venne per rendere testimonianza alla luce!"

Gv 1,9-11: I suoi non l’hanno accolto.

Così come la Parola di Dio si manifesta nella natura, nella creazione, così pure si manifesta nel "mondo", cioè nella storia dell'umanità, ed in particolare, nella storia del popolo di Dio. Quando parla di mondo, Giovanni vuole indicare un sistema, sia dell'impero come pure della religione dell'epoca, sistemi chiusi in se stessi e quindi incapaci di riconoscere e di ricevere la presenza luminosa della Parola di Dio. Il "mondo" né riconobbe, né accolse la Parola. Fin dai tempi di Abramo e di Mosè, la Parola "venne per i suoi, ma i suoi non la riconobbero".

Gv 1,12-13: Coloro che la ricevono diventano figli di Dio.

Ma le persone che si aprirono accettando la Parola, divennero figli di Dio. La persona diventa figlio o figlia di Dio non per proprio merito, ma per il semplice fatto di avere fiducia e credere che Dio, nella sua bontà, ci accetta e ci accoglie. La Parola entra nella persona e fa che questa si senta accolta da Dio come figlia, come figlio. È il potere della grazia di Dio.

Gv 1,14: La Parola si fece carne.

Dio non vuole stare lontano da noi. Per questo la sua Parola giunse vicino a noi e si fece presente in mezzo a noi nella persona di Gesù. Il Prologo dice letteralmente: "La Parola si fece carne e mise la sua tenda tra di noi!" Anticamente, nel tempo dell'esodo, Dio viveva in una tenda non in mezzo al popolo. Ora la tenda dove Dio dimora con noi è Gesù "pieno di grazia e di verità!" Gesù venne a rivelare chi è questo Dio che è presente in tutto, fin dall'inizio della creazione.

Gv 1,15-17: Mosè dette la Legge, Gesù è venuto a portarci la Grazia e la Verità.

Questi versi ci rendono testimonianza di Giovanni Battista. Giovanni iniziò il suo annuncio prima di Gesù, ma Gesù esisteva prima di lui. Gesù è la Parola che già stava con Dio fin da prima della creazione. Mosè, dandoci la Legge, ci manifestò la volontà di Dio. Gesù ci dà la pienezza della grazia e della verità che ci aiutano a capire e ad osservare la Legge.

Gv 1,18: È come la pioggia che lava.

Questo ultimo verso riassume tutto. Evoca la profezia di Isaia, secondo cui la Parola di Dio è come la pioggia che viene dal cielo e non ritorna ad esso senza aver svolto la sua missione qui sulla terra (Is 55,10-11). Così è il cammino della Parola di Dio. Viene da Dio e discende tra di noi nella persona di Gesù. Mediante l'obbedienza di Gesù, realizza la sua missione qui sulla terra. Nell'ora della sua morte, Gesù consegna lo spirito e ritorna al Padre (Gv 19,30). Comprese la missione che aveva ricevuto.

c) Approfondimento

Le radici del Prologo del vangelo di Giovanni

La radice della Sapienza Divina.

Il vangelo di Giovanni è un testo poetico e simbolico. È difficile dire da dove l'autore estrae le idee e le immagini così belle per costruire questa poesia. Ma una cosa è certa, nella sua testa c'era la preoccupazione di mostrare che in Gesù si realizzano le profezie dell'Antico Testamento. Per questo, parlando di Gesù, evoca punti centrali dell'Antico Testamento. Nel Prologo, troviamo molta somiglianza con i poemi dell'Antico Testamento che presentano la Sapienza Divina sotto forma di una persona (Pr 9,1-6), che già esisteva prima di tutte le cose. Partecipò alla creazione del mondo come artista e artefice dell'universo, saltando sulla superficie della terra e deliziandosi con l'umanità (Pr 8,22-31). Desiderosa di rapporti amichevoli, invita le persone a provare la dolcezza del suo miele e dei suoi frutti (Sir 24,18-20). Per le strade, nelle piazze e negli incroci annuncia la sua parola e chiede di seguire i suoi consigli (Pr 1,18-20). La Sapienza è luce e vita: “Sebbene unica, essa può tutto; pur rimanendo in se stessa, tutto rinnova. Essa in realtà è più bella del sole e supera ogni costellazione di astri” (Sap 7,26-29; cfr. 1Gv 1,5). Certamente le comunità di Giovanni conoscevano questi passaggi e Giovanni si ispirò ad essi per comporre il poema che introduce il suo vangelo.

La radice apocalittica.

C'è un altro punto di vista che ebbe il suo influsso nel Prologo del quarto vangelo. Nell'Antico Testamento c'era una credenza popolare, chiamata Apocalittica, secondo cui insieme a Dio nel cielo c'erano due personaggi per aiutarlo a governare il mondo e a giudicare l'umanità: un accusatore (Gv 1,6) e un difensore o redentore (Gv 19,25). L'Accusatore manteneva Dio informato sulle nostre malefatte. Il Difensore o Avvocato assumeva la nostra difesa davanti al Giudice. L'Accusatore in ebraico è Satana. Il Difensore è Go´êl. I primi cristiani dicevano: Gesù è il nostro Difensore o Salvatore accanto a Dio (Lc 2,11). Per difenderci scese dal cielo e, stando qui sulla terra, assunse i nostri dolori, venne a vivere come noi e si fece nostro servo. Caricò su di lui le accuse che l'accusatore faceva contro di noi e le eliminò, inchiodandole alla croce" (Col 2,13-15). Così l'Accusatore (satana) perse la sua funzione e fu gettato fuori dal cielo (Ap 12,7-9). Gesù venne a liberarci! Mediante la sua morte e risurrezione, lui si rese nostro Difensore (Goêl). Risorto, ritornò al Padre aprendo il cammino per tutti noi. Lui è il cammino, la verità e la vita che ci riporta alla casa del Padre. Questo è il riassunto del Prologo che è anche il riassunto di tutto il vangelo di Giovanni.

6. Orazione - Salmo 19 (18)

La Parola di Dio è verità!
I cieli narrano la gloria di Dio,
e l'opera delle sue mani annunzia il firmamento.
Il giorno al giorno ne affida il messaggio
e la notte alla notte ne trasmette notizia.
Non è linguaggio e non sono parole,
di cui non si oda il suono.
Per tutta la terra si diffonde la loro voce
e ai confini del mondo la loro parola.
Là pose una tenda per il sole
che esce come sposo dalla stanza nuziale,
esulta come prode che percorre la via.
Egli sorge da un estremo del cielo
e la sua corsa raggiunge l'altro estremo:
nulla si sottrae al suo calore.
La legge del Signore è perfetta,
rinfranca l'anima;
la testimonianza del Signore è verace,
rende saggio il semplice.
Gli ordini del Signore sono giusti,
fanno gioire il cuore;
i comandi del Signore sono limpidi,
danno luce agli occhi.
Il timore del Signore è puro, dura sempre;
i giudizi del Signore sono tutti fedeli e giusti,
più preziosi dell'oro, di molto oro fino,
più dolci del miele e di un favo stillante.
Anche il tuo servo in essi è istruito,
per chi li osserva è grande il profitto.
Le inavvertenze chi le discerne?
Assolvimi dalle colpe che non vedo.
Anche dall'orgoglio salva il tuo servo
perché su di me non abbia potere;
allora sarò irreprensibile,
sarò puro dal grande peccato.
Ti siano gradite le parole della mia bocca,
davanti a te i pensieri del mio cuore.
Signore, mia rupe e mio redentore.

7. Orazione finale

Signore Gesù, ti ringraziamo per la tua Parola che ci ha fatto vedere meglio la volontà del Padre. Fa’ che il tuo Spirito illumini le nostre azioni e ci comunichi la forza per eseguire quello che la Tua Parola ci ha fatto vedere. Fa’ che noi, come Maria, tua Madre, possiamo non solo ascoltare ma anche praticare la Parola. Tu che vivi e regni con il Padre nell’unità dello Spirito Santo, nei secoli dei secoli. Amen.

Lectio Divina tratta dal sito ufficiale dell'Ordine dei Carmelitani: http://ocarm.org/it/lectio-divina


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