domenica 18 ottobre 2015

Pregare il Vangelo


JUGOSLAVIA 1969 - Apostoli
XXIX Domenica del tempo ordinario dal Vangelo secondo Marco 
(Mc 10,35-45)
Preghiera

“Vi ho dato l’esempio, perché come ho fatto io facciate anche voi. Il Figlio dell’uomo è venuto per servire e non per essere servito”. Limpide e chiare le tue parole, Cristo Signore, spesso da noi filtrate e addomesticate. Come i tuoi discepoli anche noi siamo spesso messi in discussione dalla tua parola, per il mondo che ci siamo costruiti, lontani dalla tua Parola. Vogliamo che sia adattata a noi, come i panni che indossiamo; consolatrice e corrispondente alle nostre attese. 
La tua Parola è da Dio e mette in discussione le scelte fatte lontano da te. L’altalenante Pietro, di fronte al mistero delle tue parole ha esclamato: 

CIPRO 1982
Signore da chi andremo,
Tu solo hai parole di vita eterna, e noi abbiamo creduto”. 


È l’autorità e la potenza della tua Parola che suscita la fede in te; tutto dono tuo. Tu non farla venir meno; diversamente l’umano interesse, la mentalità di questo mondo, ci fanno ritrovare in Giacomo e Giovanni che cercavano gloria nella tua sequela: i primi posti nel tuo regno. Come i farisei che sgomitavano nella ricerca dei primi posti. “Vanità delle vanità e tutto è vanità”, ci ammonisce la sapienza che viene dall'alto. Tu insegnaci a camminare per le vie del Vangelo.
 
BULGARIA 1969

SAN MARINO 1986 - San Giovanni
 Un cammino di fede e di amore, intessuto con te, ha fatto Giovanni, che ti ha raggiunto sul calvario, ove gli hai dato in eredità tua madre. Concedi anche a noi questi percorsi di adesione a te; saremo capaci come Giovanni di affrontare la condanna di questo mondo, forti della tua grazia e assistiti dal tuo Santo Spirito. Saremo pronti e gioiosi nel porci al servizio dei fratelli, con la forza del tuo amore in noi, del tuo esempio nel lavare i piedi. Riascolteremo sempre le tue parole: 
“Vi ho dato l’esempio perché come ho fatto io facciate anche voi”, non accontentandoci della emozionale lavanda dei piedi del Giovedì Santo. E, parafrasando Pietro, sulle tue parole rigetteremo la logica di questo mondo.

La preghiera è tratta dal libro: 
Pregare il Vangelo di P. Anastasio Francesco Filieri O Carm





Lectio Divina
Domenica, 18 Ottobre, 2015
I capi devono servire
Marco 10,35-45


1. Orazione iniziale

Dio della pace e del perdono, tu ci hai dato in Cristo un esempio di servizio totale, fino al dono della sua vita; concedi a tutti noi di trovare grazia davanti a te, perché possiamo condividere fino in fondo il calice della tua volontà e vivere un servizio reciproco generoso e fecondo.

2. Lettura

a) Il contesto:

L’episodio si situa subito dopo il terzo annuncio della Passione (Mc 10, 32-34). E come già era successo gli altri annunci, la reazione dei discepoli non è positiva: due dei discepoli si preoccupano dei primi posti nel Regno e gli altri si indignano. Segno della difficoltà dei discepoli di entrare nella prospettiva del destino doloroso del Maestro e di comprendere il mistero del Regno. I due che avanzano richieste – Giacomo e Giovanni – sono fratelli, fanno parte del primo gruppo dei compagni di Gesù (Mc 1, 19-20), sono soprannominati boanerghes (“figli del tuono” Mc 3,17). Erano dunque un po’ irruenti.

b) Il testo:

ITALIA 2001 - Cristo in trono
35 In quel tempo si avvicinarono a Gesù Giacomo e Giovanni, i figli di Zebedèo, dicendogli: “Maestro, noi vogliamo che tu ci faccia quello che ti chiederemo”. 36 Egli disse loro: “Cosa volete che io faccia per voi?” Gli risposero: 37Concedici di sedere nella tua gloria uno alla tua destra e uno alla tua sinistra”. 38 Gesù disse loro: “Voi non sapete ciò che domandate. Potete bere il calice che io bevo, o ricevere il battesimo con cui io sono battezzato ?” Gli risposero: “Lo possiamo”. 
39 E Gesù disse: “Il calice che io bevo anche voi lo berrete, e il battesimo che io ricevo anche voi lo riceverete. 40 Ma sedere alla mia destra o alla mia sinistra non sta a me concederlo; è per coloro per i quali è stato preparato”. 41 All'udire questo, gli altri dieci si sdegnarono con Giacomo e Giovanni. 42 Allora Gesù, chiamatili a sé, disse loro: “Voi sapete che coloro che sono ritenuti capi delle nazioni le dominano, e i loro grandi esercitano su di esse il potere. 43 Fra voi però non è così; ma chi vuol essere grande tra voi si farà vostro servitore, 44 e chi vuol essere il primo tra voi sarà il servo di tutti. 45 Il Figlio dell’uomo infatti non è venuto per essere servito, ma per servire e dare la propria vita in riscatto per molti”.

3. Momento di silenzio orante

per rileggere il testo col cuore e riconoscere attraverso le frasi e la struttura la presenza del mistero del Dio vivente.

4. Alcune domande

per cogliere nel testo i nuclei importanti e cominciare ad assimilarlo.

a) Perché questa ambizione dei discepoli di occupare i primi posti?
b) La risposta di Gesù ha senso?
c) Cosa vuol dire Gesù con il calice da bere e il battesimo da ricevere?
d) Su che cosa fonda Gesù il servizio nella comunità?

5. Alcuni approfondimenti di lettura

“Concedici di sedere nella tua gloria”
Pur prendendo delle precauzioni nella richiesta, è chiaro che hanno delle ambizioni notevoli. Secondo la tradizione, essi erano forse cugini di Gesù, e quindi – secondo la legge orientale – avevano un diritto particolare, come membri della famiglia. Comunque sia si vede che non hanno capito nulla di quello che Gesù stava per fare. Si avviava all’ignominia della croce, e loro non l’avevano ancora capito. Il vero potere di Gesù non consiste nel distribuire i posti d’onore, ma di far partecipare al suo destino tragico: “Potete bere il calice che io bevo?”

“Il calice anche voi lo berrete”
Il dialogo sulla coppa e il battesimo (vv. 38-39) è in evidente parallelo. Ma non si capisce come i due possano bere il calice e essere battezzati, se non pensando al martirio che hanno subito (entrambi) in seguito. Attraverso le due immagini Gesù sembra dunque evocare la sua morte violenta, che egli presagisce come un obbligo assoluto di fedeltà verso il Padre. La risposta alla loro richiesta di sedersi accanto a lui è molto evasiva: ma si capisce che vuole mostrare che non è quello il modo per ottenerlo.

“Gli altri dieci si sdegnarono”
Chiaramente anche essi condividono la stessa ambizione. Ma questo versetto sembra solo redazionale, per collegare i due episodi che forse non erano all’origine dipendenti. Si cambia completamente argomento. Ma il fatto che si ricordi lo sdegno, è probabilmente fondato in qualche episodio: perché non fanno bella figura i discepoli: e per questo deve essere proprio autentico.

“I capi delle nazioni le dominano… voi però no”
Si riferisce ai dirigenti politici del suo tempo: in fondo è anche lo stile di tutti i tempi. Per contrasto la comunità dei discepoli deve essere dominata dal servizio: questo è espresso con due termini che indicano gradualità. Si parla di “servo” (diakonos) e di “schiavo” (doulos). Non si può scegliere chi servire: si deve essere schiavi di tutti, rovesciando lo schema mondano.

“Il Figlio dell’uomo infatti…”
Troviamo il fondamento della legge costituzionale della comunità: seguendo lo stile del Maestro, donando come lui la vita in spirito di servizio. Di più diventando “signori” attraverso il dono della vita e non per pretesa. Il “riscatto” o redenzione è difficile da interpretare, come dice p. X. Léon Dufour: ma possiamo capirlo bene considerando le parole che Gesù pronuncia nell’ultima Cena. Tutta la vita di Gesù allora è sotto la luce del “riscatto”, della fedeltà fino alla fine per la libertà degli uomini. Si priva della libertà, per donare libertà, per riscattare dalla non libertà.
Lo statuto della comunità dei discepoli è così caratterizzato dal servizio, dalla non ambizione, dalla vita donata e vincolata al riscatto degli altri.

6. Salmo 33 (32)

Preghiera per la pace e la giustizia

Cantate al Signore un canto nuovo,
suonate la cetra con arte e acclamate.

Poiché retta è la parola del Signore
e fedele ogni sua opera.
Egli ama il diritto e la giustizia,
della sua grazia è piena la terra.
Dalla parola del Signore furono fatti i cieli,
dal soffio della sua bocca ogni loro schiera.
Come in un otre raccoglie le acque del mare,
chiude in riserve gli abissi.

Tema il Signore tutta la terra,
tremino davanti a lui gli abitanti del mondo,
perché egli parla e tutto è fatto,
comanda e tutto esiste.
Il Signore annulla i disegni delle nazioni,
rende vani i progetti dei popoli.
Ma il piano del Signore sussiste per sempre,
i pensieri del suo cuore per tutte le generazioni.

Beata la nazione il cui Dio è il Signore,
il popolo che si è scelto come erede.
Il Signore guarda dal cielo,
egli vede tutti gli uomini.
Dal luogo della sua dimora
scruta tutti gli abitanti della terra,
lui che, solo, ha plasmato il loro cuore
e comprende tutte le loro opere.

7. Orazione Finale

Signore Dio nostro, distogli i discepoli del Figlio tuo dai cammini facili della popolarità, della gloria a poco prezzo, e portali sulle strade dei poveri e dei flagellati della terra, perché sappiano riconoscere nel loro volto il volto del Maestro e Redentore. Dona occhi per vedere i percorsi possibili alla giustizia e alla solidarietà; orecchi per ascoltare le domande di senso e di salvezza di tanti che cercano come a tastoni; arricchisci il loro cuore di fedeltà generosa e di delicatezza e comprensione: perché si facciano compagni di strada e testimoni veri e sinceri della gloria che splende nel crocifisso risorto e vittorioso. Egli vive e regna glorioso con te, o Padre, nei secoli eterni.

Lectio Divina tratta dal sito ufficiale dell'Ordine dei Carmelitani: http://ocarm.org/it/lectio-divina

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