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POSTE VATICANE 1992 Presentazione di Gesù al tempio |
1° Domenica di Natale
Santa Famiglia di Gesù, Maria e Giuseppe
Dal Vangelo secondo Luca
(Lc 2,22-40)
Preghiera
“Quale gioia quando mi dissero: andremo alla casa del Signore”. Come avrai risentito in te questo salmo, o Maria, mentre con Giuseppe e il nato Gesù bambino salivi al tempio di Gerusalemme. Al tempio di Dio Padre la famiglia divina si univa alla famiglia umana. Ed essendo della famiglia umana, hai accettato di essere sottomessa alle leggi mosaiche e, più ancora, di portare due tortore per la tua purificazione, tu che hai concepito, per opera dello Spirito Santo il Figlio di Dio.
POSTE VATICANE 1966, Sacra Famiglia
Ma il Signore ti ha fatto grande. Ha fatto in te cose grandi, perché umile e santa. L’umiltà si è dissolta nell'incontro con il vecchio e santo profeta Simeone, che ha intravisto tra le tue braccia il Cristo Salvatore, e, abbracciandolo a sua volta, ha inneggiato alla salvezza del suo popolo Israele, facendo risuonare l’annunzio nel tempio.
POSTE VATICANE 1967, Sacra Famiglia
Quale contrasto ed emozione dall'umiltà del salire il tempio per la purificazione, alla proclamazione, per mezzo di Simeone, del Cristo luce per illuminare le genti. E tu, come sempre, conservavi nel tuo cuore tutte queste cose, come anche queste altre parole: una spada ti avrebbe trafitto l’anima, perché fin da allora si stagliava una croce per il tuo Figlio, di cui saresti stata corredentrice.
O eventi misteriosi del nostro Dio, incomprensibili alla mente umana! Come umanamente turbata rimanesti di fronte all'angelo, altrettanto di fronte a Simeone e Anna. E nel tuo cuore e sulle tua labbra, ancora una volta sarà riecheggiata il tuo “si faccia di me secondo la tua parola, sono la serva del Signore; grandi cose ha fatto in me l’Onnipotente; ha guardato l’umiltà della sua serva, per cui tutte le generazioni mi diranno beata, e Santo è il suo nome.” È il canto di lode preso dalle varie risonanze bibliche di cui avevi familiarità ed elevate al tuo Signore Dio. Amen.
La preghiera è tratta dal libro:
Pregare il Vangelo di P. Anastasio Francesco Filieri O Carm
Lectio Divina
L’atteso dalle genti
La presentazione del Bambino al tempio
Luca 2, 22-40
1. Orazione iniziale
O Dio, nostro creatore e padre,
O Dio, nostro creatore e padre,
tu hai voluto che il tuo Figlio,
generato prima dell’aurora del mondo,
divenisse membro dell’umana famiglia;
ravviva in noi la venerazione per il dono
e il mistero della vita, perché i genitori si sentano
partecipi della fecondità del tuo amore,
gli anziani donino ai piccoli la loro saggezza matura, e i figli crescano in sapienza, pietà e grazia, rendendo lode al tuo santo nome. Per Cristo nostro Signore.
2. Lettura: Luca 2, 22-40
22 Quando venne il tempo della loro purificazione secondo la Legge di Mosè, portarono il bambino a Gerusalemme per offrirlo al Signore,
23 come è scritto nella Legge del Signore: ogni maschio primogenito sarà sacro al Signore; 24 e per offrire in sacrificio una coppia di tortore o di giovani colombi, come prescrive la Legge del Signore.
25 Ora a Gerusalemme c’era un uomo di nome Simeone, uomo giusto e timorato di Dio, che aspettava il conforto d’Israele;
25 Ora a Gerusalemme c’era un uomo di nome Simeone, uomo giusto e timorato di Dio, che aspettava il conforto d’Israele;
26 lo Spirito Santo che era sopra di lui, gli aveva preannunziato che non avrebbe visto la morte senza prima aver veduto il Messia del Signore.
27 Mosso dunque dallo Spirito, si recò al tempio; e mentre i genitori vi portavano il bambino Gesù per adempiere la Legge,
28 lo prese tra le braccia e benedisse Dio:
29 "Ora lascia, o Signore, che il tuo servo
vada in pace secondo la tua parola;
30 perché i miei occhi hanno visto la tua salvezza,
31 preparata da te davanti a tutti i popoli,
32 luce per illuminare le genti e gloria del tuo popolo Israele".
33 Il padre e la madre di Gesù si stupivano delle cose che si dicevano di lui.
29 "Ora lascia, o Signore, che il tuo servo
vada in pace secondo la tua parola;
30 perché i miei occhi hanno visto la tua salvezza,
31 preparata da te davanti a tutti i popoli,
32 luce per illuminare le genti e gloria del tuo popolo Israele".
33 Il padre e la madre di Gesù si stupivano delle cose che si dicevano di lui.
34 Simeone li benedisse e parlò a Maria, sua madre: "Egli è qui per la rovina e la risurrezione di molti in Israele, segno di contraddizione
35 perché siano svelati i pensieri di molti cuori. E anche a te una spada trafiggerà l’anima".
36 C’era anche una profetessa, Anna, figlia di Fanuèle, della tribù di Aser. Era molto avanzata in età, aveva vissuto col marito sette anni dal tempo in cui era ragazza,
36 C’era anche una profetessa, Anna, figlia di Fanuèle, della tribù di Aser. Era molto avanzata in età, aveva vissuto col marito sette anni dal tempo in cui era ragazza,
37 era poi rimasta vedova e ora aveva ottantaquattro anni. Non si allontanava mai dal tempio, servendo Dio notte e giorno con digiuni e preghiere.
38 Sopraggiunta in quel momento, si mise anche lei a lodare Dio e parlava del bambino a quanti aspettavano la redenzione di Gerusalemme.
39 Quando ebbero tutto compiuto secondo la legge del Signore, fecero ritorno in Galilea, alla loro città di Nazaret.
39 Quando ebbero tutto compiuto secondo la legge del Signore, fecero ritorno in Galilea, alla loro città di Nazaret.
40 Il bambino cresceva e si fortificava, pieno di sapienza, e la grazia di Dio era sopra di lui.
3. Momento di silenzio orante
- perché la Parola di Dio possa abitare in noi e la lasciamo illuminare la nostra vita;
- perché prima dei nostri commenti, è la luce stessa della Parola che deve brillare e imporsi, col suo mistero di presenza vivente del Signore.
4. Alcune domande
3. Momento di silenzio orante
- perché la Parola di Dio possa abitare in noi e la lasciamo illuminare la nostra vita;
- perché prima dei nostri commenti, è la luce stessa della Parola che deve brillare e imporsi, col suo mistero di presenza vivente del Signore.
4. Alcune domande
per aiutarci nella meditazione e nell'orazione.
a) Perché mai Gesù, figlio dell’Altissimo, e sua madre Maria, concepita senza peccato, devono sottomettersi alla prescrizione di Mosè? Forse perché Maria non aveva ancora coscienza della sua innocenza e santità?
b) Oltre alle parole di Simeone, in tutto il suo atteggiamento, come anche in quello della profetessa Anna, c’è un significato speciale? Il loro agire e la loro gioia non richiamano forse lo stile degli antichi profeti?
c) Come spiegare questa "spada che trafigge: si tratta di una lacerazione delle coscienze davanti alle sfide e alle richieste di Gesù? Oppure si tratta solo di una sofferenza intima della Madre?
d) Può significare qualche cosa questa scena per i genitori di oggi: per la formazione religiosa dei loro figli; per il progetto che Dio ha su ciascuno dei loro figli, per le paure e le angosce che i genitori si portano nel cuore pensando a quando i figli saranno grandi?
5. Una chiave di letturaper coloro che vogliono approfondire il contenuto.
a) Perché mai Gesù, figlio dell’Altissimo, e sua madre Maria, concepita senza peccato, devono sottomettersi alla prescrizione di Mosè? Forse perché Maria non aveva ancora coscienza della sua innocenza e santità?
b) Oltre alle parole di Simeone, in tutto il suo atteggiamento, come anche in quello della profetessa Anna, c’è un significato speciale? Il loro agire e la loro gioia non richiamano forse lo stile degli antichi profeti?
c) Come spiegare questa "spada che trafigge: si tratta di una lacerazione delle coscienze davanti alle sfide e alle richieste di Gesù? Oppure si tratta solo di una sofferenza intima della Madre?
d) Può significare qualche cosa questa scena per i genitori di oggi: per la formazione religiosa dei loro figli; per il progetto che Dio ha su ciascuno dei loro figli, per le paure e le angosce che i genitori si portano nel cuore pensando a quando i figli saranno grandi?
5. Una chiave di letturaper coloro che vogliono approfondire il contenuto.
a) Secondo la legge di Mosè/del Signore: è una specie di ritornello, più volte ripetuto. Luca mescola due prescrizioni, senza molta distinzione. La purificazione della madre era prevista dal Levitico (12, 2-8) e si compiva quaranta giorni dopo il parto. Fino a quel momento la donna non poteva avvicinarsi ai luoghi sacri, e la cerimonia era accompagnata dall’offerta di un capo di bestiame minuto.
Invece la consacrazione dei primogeniti era prescritta in Esodo 13, 11-16: ed era considerata una specie di "riscatto" – anche qui con l’offerta di piccoli animali – in ricordo dell’azione salvifica di Dio quando liberò gli israeliti dalla schiavitù d’Egitto.
In tutta la scena i genitori appaiono come nell’atto di presentare/offrire il figlio come si faceva con le vittime e i leviti; mentre nella figura di Simeone e Anna appare piuttosto Dio che offre/presenta il figlio per la salvezza del popolo.
b) Le figure di Simeone e Anna: sono figure cariche di valore simbolico. Esse hanno il ruolo del riconoscimento, che proviene sia dalla illuminazione e dal movimento dello Spirito, ma anche da una vita condotta con l’attesa più intensa e fiduciosa. In particolare di Simeone lo si definisce come "prosdekòmenos", cioè uno tutto concentrato nell’attesa, uno che va incontro per accogliere. Anche lui appare perciò obbediente alla legge, quella dello Spirito, che lo spinge verso il bambino, dentro il tempio. Anche il cantico che proclama manifesta questa suapro-existentia: è vissuto per arrivare a questo momento; ora si sottrae, perché anche gli altri vedano la luce e la salvezza che arriva, per Israele e per le genti. A sua volta Anna, con la sua stessa età (valore simbolico: 84 è 7x12: dodici è il numero delle tribù; oppure 84 – 7= 77, perfezione raddoppiata), ma soprattutto con il suo modo di vivere (digiuni e preghiere) e con la proclamazione a chi "attendeva", completa il quadro. E’ guidata dallo Spirito di profezia, docile e purificata nel cuore. Inoltre appartiene alla più piccola delle tribù, quella di Aser: segno che i più piccoli e fragili sono più disposti a riconoscere il Gesù il Salvatore. Tutti e due questi anziani – che sono come una coppia originale - sono simbolo del giudaismo migliore, della Gerusalemme fedele e mite, che attende e gioisce, e che lascia d’ora in poi brillare la nuova luce.
c) Una spada che trafigge: in genere si interpreta come annuncio di sofferenza per Maria, un dramma visibilizzato dall'Addolorata. Ma dobbiamo piuttosto intendere qui la Madre come il simbolo di Israele: Simeone intuisce il dramma del suo popolo, che sarà profondamente lacerato dalla parola viva e tagliente del redentore (cfr Lc 12, 51-53). Maria ne rappresenta il percorso: deve affidarsi, ma attraverserà dolori e oscurità, lotte e silenzi angosciosi. La storia del Messia sofferente sarà dilacerante per tutti, anche per la Madre: non si segue la nuova luce destinata al mondo intero, senza pagare il prezzo, senza essere provocati a scelte rischiose, senza rinascere sempre di nuovo dall'alto e in novità. Ma queste immagini della "spada che trafigge", del bambino che "farà inciampare" e scuoterà i cuori dal torpore, non vanno separate dal gesto così carico di senso dei due anziani: l’uno, Simeone, prende fra le braccia il bambino, per indicare che la fede è incontro e abbraccio, non idea e teorema; l’altra, Anna, si fa annunciatrice, e accende in chi "lo attendeva" una luce sfolgorante.
d) La vita quotidiana, epifania di Dio: interessante è infine notare che tutto l’episodio da rilievo alle situazioni più semplici e familiari: la coppia degli sposi con il bambino in braccio; l’anziano che gioisce e abbraccia, l’anziana che prega e annuncia, gli ascoltatori che appaiono indirettamente coinvolti. E anche la conclusione del brano va intravedere il borgo di Nazaret, la crescita del bambino in un contesto normale, l’impressione di un bambino dotato in modo straordinario di sapienza e bontà. Il tema della sapienza intrecciata con la vita normale di crescita e nel contesto del villaggio, lascia come sospesa la storia: essa si riaprirà proprio con il tema della sapienza del ragazzo fra i dottori del tempio. Sarà proprio l’episodio che segue immediatamente (Lc 2, 41-52).
d) La vita quotidiana, epifania di Dio: interessante è infine notare che tutto l’episodio da rilievo alle situazioni più semplici e familiari: la coppia degli sposi con il bambino in braccio; l’anziano che gioisce e abbraccia, l’anziana che prega e annuncia, gli ascoltatori che appaiono indirettamente coinvolti. E anche la conclusione del brano va intravedere il borgo di Nazaret, la crescita del bambino in un contesto normale, l’impressione di un bambino dotato in modo straordinario di sapienza e bontà. Il tema della sapienza intrecciata con la vita normale di crescita e nel contesto del villaggio, lascia come sospesa la storia: essa si riaprirà proprio con il tema della sapienza del ragazzo fra i dottori del tempio. Sarà proprio l’episodio che segue immediatamente (Lc 2, 41-52).
6. Salmo 122 (121)
Quale gioia, quando mi dissero:
"Andremo alla casa del Signore".
E ora i nostri piedi si fermano
alle tue porte, Gerusalemme!
Gerusalemme è costruita
come città salda e compatta.
Là salgono insieme le tribù,
le tribù del Signore,
secondo la legge di Israele,
per lodare il nome del Signore.
Là sono posti i seggi del giudizio,
i seggi della casa di Davide.
Domandate pace per Gerusalemme:
sia pace a coloro che ti amano,
sia pace sulle tue mura,
sicurezza nei tuoi baluardi.
Per i miei fratelli e i miei amici
io dirò: "Su di te sia pace!"
Per la casa del Signore nostro Dio,
chiederò per te il bene.
7. Orazione finale
Noi ti lodiamo e ti benediciamo, Padre, perché mediante il tuo Figlio, nato da donna per opera dello Spirito santo, nato sotto la legge, ci ha riscattati dalla legge e hai riempito la nostra esistenza di luce e di speranza nuova. Fa che le nostre famiglie siano accoglienti e fedeli verso i tuoi progetti, aiutino e sostengano nei figli i sogni e l’entusiasmo nuovo, li avvolgano di tenerezza quando sono fragili, li educhino all'amore a te e a tutte le tue creature. A te nostro Padre, ogni onore e gloria.
Quale gioia, quando mi dissero:
"Andremo alla casa del Signore".
E ora i nostri piedi si fermano
alle tue porte, Gerusalemme!
Gerusalemme è costruita
come città salda e compatta.
Là salgono insieme le tribù,
le tribù del Signore,
secondo la legge di Israele,
per lodare il nome del Signore.
Là sono posti i seggi del giudizio,
i seggi della casa di Davide.
Domandate pace per Gerusalemme:
sia pace a coloro che ti amano,
sia pace sulle tue mura,
sicurezza nei tuoi baluardi.
Per i miei fratelli e i miei amici
io dirò: "Su di te sia pace!"
Per la casa del Signore nostro Dio,
chiederò per te il bene.
7. Orazione finale
Noi ti lodiamo e ti benediciamo, Padre, perché mediante il tuo Figlio, nato da donna per opera dello Spirito santo, nato sotto la legge, ci ha riscattati dalla legge e hai riempito la nostra esistenza di luce e di speranza nuova. Fa che le nostre famiglie siano accoglienti e fedeli verso i tuoi progetti, aiutino e sostengano nei figli i sogni e l’entusiasmo nuovo, li avvolgano di tenerezza quando sono fragili, li educhino all'amore a te e a tutte le tue creature. A te nostro Padre, ogni onore e gloria.
Lectio Divina tratta dal sito ufficiale dell'Ordine dei Carmelitani: http://ocarm.org/it/lectio-divina
Le immagini dei francobolli, Area Italiana, sono tratte dal sito web: http://www.ibolli.it
mentre quelle dei francobolli Europei e Mondiali sono tratte dal sito web: http://colnect.com/it/stamps
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