sabato 12 luglio 2014

Novena del Carmine, sesto giorno


CIPRO - 2012
Elia il profeta del Monte Carmelo

Il Monte Carmelo e i carmelitani sono strettamente collegati al profeta Elia.

Elia ha svolto la missione, che Dio gli aveva affidato per ricostruire l’alleanza con il suo popolo, svolgendo la sua opera sul Monte Carmelo, tanto da essere reciprocamente identificati; non si può parlare di Elia senza identificarlo con la sua presenza, la sua missione esercitata sul Monte Carmelo. Direi allo stesso modo di Gesù , identificato come il Nazareno.

I primissimi carmelitani erano monaci, eremiti, che vivevano presso la grotta e la fonte di Elia, seguendo le sue orme e il suo modello di vita: essere e operare alla presenza del Dio vivente. 

Nel libro dei re, che racconta la storia dei re di Israele e delle loro vicende religiose e politiche , la figura del profeta irrompe improvvisamente, presentandosi avanti al re Acab e affermando in modo perentorio:”Per la vita del Signore, Dio di Israele, alla cui presenza io sto, in questi anni non vi sarà né rugiada né pioggia, se non quando lo comanderò io”. 


 POSTE VATICANE - 1938
Il Profeta Elia su di un carro di fuoco

Elia era stato mandato da Dio per ricostruire l’alleanza interrotta dal re Acab, che avrebbe dovuto, come consacrato da Dio per governare il popolo di Dio, attendere a Javeh. Questi avrebbe dato modo alla moglie Gezabele, sposata per interesse politico, di introdurre in Israele il culto di divinità straniere: il dio Baal

PALESTINA - 1998
Baal
A questo culto di Baal, per compiacenza con Gezabele, si erano prostituiti i profeti del Dio di Israele. Elia aveva lottato perché Javeh rimanesse l’unico Signore Dio di Israele e fosse conservata l’alleanza con il suo popolo. Ma subiva la persecuzione di Gezabele. In un momento di sconforto Elia dirà al Signore, prostrato:”Ora basta, Signore, prenditi la mia vita; ma dovette lottare fino a rischiare la morte.

Per sfuggire alla persecuzione si rifugiò presso il torrente Kerit. Questa esperienza gli diede di sentirsi alla presenza di Dio, in contatto con Dio. Visse intensamente quella dimensione contemplativa che per il carmelitano è prioritaria e funzionale anche a poter o dover svolgere altre attività umane ed ecclesiali. Significa svolgerle facendo esperienza di essere in Dio, operando alla sua presenza e per il bene del popolo

Insicura la sua posizione nell'essere alle falde del Monte Carmelo, presso il torrente Kerit, ormai seccato. Si sentì ancora perseguitato e fuggì in terra pagana. Fu ospitato da una vedova che aveva solo un po' di olio e di farina; l’avrebbe mangiato lei e suo figlio e poi sarebbero morti entrambi. Elia le fece trovare l’orcio pieno di olio e di farina. Poi riportò in vita il figlio morto. Gesù dirà che ai non israeliti, per mezzo di Elia, Dio ha compiuto miracoli, a favore dei pagani.

Cessata la siccità Elia ritornò sul Monte Carmelo per una sfida contro i profeti di Baal. 
Fece erigere due altari con sopra la vittima. Loro avrebbero invocato Baal ed Elia Javeh. Pregarono e con somme grida i profeti di Baal. Elia li derise affermando che dovevano gridare ancora di più forte. Forse Baal starà dormendo. Elia pregò:”Signore, Dio di Abramo, di Isacco e di Israele, oggi si sappia che tu solo sei Dio in Israele, sei Dio e converti il loro cuore. Cadde il fuoco dal cielo e bruciò vittima e altare. Gli astanti gridarono:”Il Signore è Dio”. Elia fece trucidare i falsi profeti

La regina Gezabele cercò Elia per trucidarlo. Elia scappò nel deserto e stanco chiese al Signore: ”Ora basta Signore, prenditi la mia vita, non sono io migliore dei miei padri, sono rimasto solo io a difenderti”. Il Signore lo confortò con il pane portato dall’angelo. Proseguì il cammino fino al Monte di Dio l’Oreb. Qui Dio si manifestò, non nel turbine impetuoso di un vento, ma in una brezza leggera:”Che fai qui”? Chiese il Signore, ed Elia:”Sono pieno di zelo per il Signore Dio degli eserciti”.Queste ultime parole sono nello stemma carmelitano, per ricordarci di vivere lo spirito di Elia, essere alla sua presenza e lottare per la fedeltà a Dio. Dice la scrittura che Elia bruciava come una fiamma per il Signore Dio. Elia è anche uno che ha combattuto per il bene del popolo, sia venendo incontro alla vedova pagana, sia non permettendo che Gezabele facesse rinnegare al popolo la fede nel Dio di Israele. Soprattutto ha difeso Nabot contro il re Acab che voleva sottrargli l’eredità dei suoi padri: la terra che possedeva presso la reggia. Acab lo mandò in battaglia, lo fece uccidere e se ne impossessò. Elia andò a proclamargli la vendetta di Dio su di lui.


Elia è stato l’uomo di Dio e l’uomo per il popolo
tale il carmelitano preso dallo spirito di Elia.



P. Anastasio Francesco Filieri O Carm



1 commento:

  1. Invito a leggere: "Esempi di Fede: Il Profeta Elia"
    http://opusdei.it/it-it/article/esempi-di-fede-iv-il-profeta-elia/

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