Dal Vangelo secondo Giovanni (Gv 9,1-41)
Preghiera
Preghiera
Cristo Gesù, una malsana concezione giudaica, espressa da scribi e farisei, che si ritenevano giusti, ha fatto ritenere i mali, cui è soggetto l’uomo per la sua creaturalità, come derivati dai suoi peccati.
![]() |
REPUBLIQUE DU CONGO |
Incontrato un cieco, i tuoi discepoli soggetti alla cultura giudaica, ti hanno chiesto se il peccato fosse suo o dei suoi genitori.
Cristo Signore, quante false manipolazioni della legge di Dio hai riscontrato in quanti detenevano il potere religioso sul popolo e nei suoi maestri!
Cristo Signore, quante false manipolazioni della legge di Dio hai riscontrato in quanti detenevano il potere religioso sul popolo e nei suoi maestri!
Succede anche oggi nella tua Chiesa, dove è fenomeno istituzionalizzato il poter fare carriera, dimenticando il tuo insegnamento impostoci con la lavanda dei piedi ai discepoli.
La tua risposta, Cristo Signore, ha aperto orizzonti nuovi alla mentalità dei tuoi discepoli: nessuno ha peccato, in lui si manifesterà l’opera di Dio.
![]() |
ITALIA - 2004 Santa Lucia protettrice dei non vedenti |
Hai preso saliva e fango, Cristo Signore, unto i suoi occhi e lo hai mandato a lavarsi nella piscina di Siloe, ove ha visto la vita che lo circondava. Hai operato questo segno di sabato, giorno in cui ogni pio giudeo ricorda e contempla il creato, opera delle tue mani; ma occhi ciechi ti hanno maledetto, perché hai trasgredito la legge del loro piccolo dio, hai guarito invece di riposare.
Quante assurdità contro l’uomo, giustificate dalla falsa fedeltà a Dio Signore: omicidi di eretici, guerre di religione, assoggettamenti di popoli ritenuti incivili.
I farisei ti hanno anche tolto la patente di profeta, quale trasgressore della legge di Dio: “Che cosa è l’uomo perché te ne ricordi, eppure lo hai fatto poco meno degli angeli, di gloria e di onore lo hai coronato”.
Togli dal nostro cuore, Signore, ogni pregiudizio,
apri i nostri occhi per riconoscere la dignità
senza distinzione
di persone,
di popoli,
di religione.
Siamo tutti opera delle tue mani.
di persone,
di popoli,
di religione.
Siamo tutti opera delle tue mani.
La preghiera è tratta dal libro:
Pregare il Vangelo di P. Anastasio Francesco Filieri O Carm
Un cieco incontra la luce Gli occhi si aprono convivendo con Gesù
Lectio Divina (Giovanni 9,1-41)
Chiave di lettura:
Il testo del Vangelo
di questa quarta domenica di quaresima ci invita a meditare la storia della
guarigione di un cieco nato. E’ un testo ridotto, ma molto vivo. Abbiamo qui un
esempio concreto di come il Quarto Vangelo rivela il senso profondo nascosto
nei fatti della vita di Gesù. La storia della guarigione del cieco ci aiuta ad
aprire gli occhi sull'immagine di Gesù che ognuno di noi porta in sé. Molte
volte, nella nostra testa, c’è un Gesù che sembra un re glorioso, distante
dalla vita del popolo! Nei Vangeli, Gesù appare come un Servo dei poveri, amico
dei peccatori. L’immagine del Messia-Re, che avevano in mente i farisei ci
impediva di riconoscere in Gesù il Messia-Servo. Durante la lettura, cerchiamo
di prestare attenzione a due cose: nel modo esperto e libero con cui il cieco
reagisce davanti alle provocazioni delle autorità, e nel modo in cui lui
stesso, il cieco, apre gli occhi rispetto a Gesù.
Una divisione del
testo per aiutarne la lettura:
Giovanni 9,1-5: La
cecità dinanzi al male che esiste nel mondo
Giovanni 9,6-7: Il segnale dell’ “Inviato di Dio” che provocherà diverse reazioni
Giovanni 9,8-13: La reazione dei vicini
Giovanni 9,14-17: La reazione dei farisei
Giovanni 9,18-23: La reazione dei genitori
Giovanni 9,24-34: La sentenza finale dei farisei
Giovanni 9,35-38: L’atteggiamento finale del cieco nato
Giovanni 9,39-41: Una riflessione conclusiva
Giovanni 9,6-7: Il segnale dell’ “Inviato di Dio” che provocherà diverse reazioni
Giovanni 9,8-13: La reazione dei vicini
Giovanni 9,14-17: La reazione dei farisei
Giovanni 9,18-23: La reazione dei genitori
Giovanni 9,24-34: La sentenza finale dei farisei
Giovanni 9,35-38: L’atteggiamento finale del cieco nato
Giovanni 9,39-41: Una riflessione conclusiva
Il testo del Vangelo secondo Giovanni (Gv 9,1-41):
1Passando vide un uomo
cieco dalla nascita 2e i suoi discepoli lo
interrogarono: «Rabbì, chi ha peccato, lui o i suoi genitori, perché egli
nascesse cieco?». 3Rispose Gesù: «Né lui ha peccato né i
suoi genitori, ma è così perché si manifestassero in lui le opere di Dio. 4Dobbiamo
compiere le opere di colui che mi ha mandato finché è giorno; poi viene la
notte, quando nessuno può più operare. 5Finché sono nel
mondo, sono la luce del mondo».
6Detto questo sputò per terra, fece del fango con la saliva, spalmò il fango sugli occhi del cieco 7e gli disse: «Và a lavarti nella piscina di Sìloe (che significa Inviato)». Quegli andò, si lavò e tornò che ci vedeva.
8Allora i vicini e quelli che lo avevano visto prima, poiché era un mendicante, dicevano: «Non è egli quello che stava seduto a chiedere l'elemosina?». 9Alcuni dicevano: «E' lui»; altri dicevano: «No, ma gli assomiglia». Ed egli diceva: «Sono io!». 10Allora gli chiesero: «Come dunque ti furono aperti gli occhi?». 11Egli rispose: «Quell'uomo che si chiama Gesù ha fatto del fango, mi ha spalmato gli occhi e mi ha detto: Và a Sìloe e lavati! Io sono andato e, dopo essermi lavato, ho acquistato la vista». 12Gli dissero: «Dov'è questo tale?». Rispose: «Non lo so». 13Intanto condussero dai farisei quello che era stato cieco:
14era infatti sabato il giorno in cui Gesù aveva fatto del fango e gli aveva aperto gli occhi. 15Anche i farisei dunque gli chiesero di nuovo come avesse acquistato la vista. Ed egli disse loro: «Mi ha posto del fango sopra gli occhi, mi sono lavato e ci vedo». 16Allora alcuni dei farisei dicevano: «Quest'uomo non viene da Dio, perché non osserva il sabato». Altri dicevano: «Come può un peccatore compiere tali prodigi?». E c'era dissenso tra di loro. 17Allora dissero di nuovo al cieco: «Tu che dici di lui, dal momento che ti ha aperto gli occhi?». Egli rispose: «E' un profeta!».
18Ma i Giudei non vollero credere di lui che era stato cieco e aveva acquistato la vista, finché non chiamarono i genitori di colui che aveva ricuperato la vista. 19E li interrogarono: «E' questo il vostro figlio, che voi dite esser nato cieco? Come mai ora ci vede?». 20I genitori risposero: «Sappiamo che questo è il nostro figlio e che è nato cieco; 21come poi ora ci veda, non lo sappiamo, né sappiamo chi gli ha aperto gli occhi; chiedetelo a lui, ha l'età, parlerà lui di se stesso». 22Questo dissero i suoi genitori, perché avevano paura dei Giudei; infatti i Giudei avevano già stabilito che, se uno lo avesse riconosciuto come il Cristo, venisse espulso dalla sinagoga. 23Per questo i suoi genitori dissero: «Ha l'età, chiedetelo a lui!».
24Allora chiamarono di nuovo l'uomo che era stato cieco e gli dissero: «Dà gloria a Dio! Noi sappiamo che quest'uomo è un peccatore». 25Quegli rispose: «Se sia un peccatore, non lo so; una cosa so: prima ero cieco e ora ci vedo». 26Allora gli dissero di nuovo: «Che cosa ti ha fatto? Come ti ha aperto gli occhi?». 27Rispose loro: «Ve l'ho già detto e non mi avete ascoltato; perché volete udirlo di nuovo? Volete forse diventare anche voi suoi discepoli?». 28Allora lo insultarono e gli dissero: «Tu sei suo discepolo, noi siamo discepoli di Mosè! 29Noi sappiamo infatti che a Mosè ha parlato Dio; ma costui non sappiamo di dove sia».30Rispose loro quell'uomo: «Proprio questo è strano, che voi non sapete di dove sia, eppure mi ha aperto gli occhi. 31Ora, noi sappiamo che Dio non ascolta i peccatori, ma se uno è timorato di Dio e fa la sua volontà, egli lo ascolta. 32Da che mondo è mondo, non s'è mai sentito dire che uno abbia aperto gli occhi a un cieco nato. 33Se costui non fosse da Dio, non avrebbe potuto far nulla». 34Gli replicarono: «Sei nato tutto nei peccati e vuoi insegnare a noi?». E lo cacciarono fuori.
35Gesù seppe che l'avevano cacciato fuori, e incontratolo gli disse: «Tu credi nel Figlio dell'uomo?». 36Egli rispose: «E chi è, Signore, perché io creda in lui?». 37Gli disse Gesù: «Tu l'hai visto: colui che parla con te è proprio lui». 38Ed egli disse: «Io credo, Signore!». E gli si prostrò innanzi.
39Gesù allora disse: «Io sono venuto in questo mondo per giudicare, perché coloro che non vedono vedano e quelli che vedono diventino ciechi». 40Alcuni dei farisei che erano con lui udirono queste parole e gli dissero: «Siamo forse ciechi anche noi?». 41Gesù rispose loro: «Se foste ciechi, non avreste alcun peccato; ma siccome dite: Noi vediamo, il vostro peccato rimane».
6Detto questo sputò per terra, fece del fango con la saliva, spalmò il fango sugli occhi del cieco 7e gli disse: «Và a lavarti nella piscina di Sìloe (che significa Inviato)». Quegli andò, si lavò e tornò che ci vedeva.
8Allora i vicini e quelli che lo avevano visto prima, poiché era un mendicante, dicevano: «Non è egli quello che stava seduto a chiedere l'elemosina?». 9Alcuni dicevano: «E' lui»; altri dicevano: «No, ma gli assomiglia». Ed egli diceva: «Sono io!». 10Allora gli chiesero: «Come dunque ti furono aperti gli occhi?». 11Egli rispose: «Quell'uomo che si chiama Gesù ha fatto del fango, mi ha spalmato gli occhi e mi ha detto: Và a Sìloe e lavati! Io sono andato e, dopo essermi lavato, ho acquistato la vista». 12Gli dissero: «Dov'è questo tale?». Rispose: «Non lo so». 13Intanto condussero dai farisei quello che era stato cieco:
14era infatti sabato il giorno in cui Gesù aveva fatto del fango e gli aveva aperto gli occhi. 15Anche i farisei dunque gli chiesero di nuovo come avesse acquistato la vista. Ed egli disse loro: «Mi ha posto del fango sopra gli occhi, mi sono lavato e ci vedo». 16Allora alcuni dei farisei dicevano: «Quest'uomo non viene da Dio, perché non osserva il sabato». Altri dicevano: «Come può un peccatore compiere tali prodigi?». E c'era dissenso tra di loro. 17Allora dissero di nuovo al cieco: «Tu che dici di lui, dal momento che ti ha aperto gli occhi?». Egli rispose: «E' un profeta!».
18Ma i Giudei non vollero credere di lui che era stato cieco e aveva acquistato la vista, finché non chiamarono i genitori di colui che aveva ricuperato la vista. 19E li interrogarono: «E' questo il vostro figlio, che voi dite esser nato cieco? Come mai ora ci vede?». 20I genitori risposero: «Sappiamo che questo è il nostro figlio e che è nato cieco; 21come poi ora ci veda, non lo sappiamo, né sappiamo chi gli ha aperto gli occhi; chiedetelo a lui, ha l'età, parlerà lui di se stesso». 22Questo dissero i suoi genitori, perché avevano paura dei Giudei; infatti i Giudei avevano già stabilito che, se uno lo avesse riconosciuto come il Cristo, venisse espulso dalla sinagoga. 23Per questo i suoi genitori dissero: «Ha l'età, chiedetelo a lui!».
24Allora chiamarono di nuovo l'uomo che era stato cieco e gli dissero: «Dà gloria a Dio! Noi sappiamo che quest'uomo è un peccatore». 25Quegli rispose: «Se sia un peccatore, non lo so; una cosa so: prima ero cieco e ora ci vedo». 26Allora gli dissero di nuovo: «Che cosa ti ha fatto? Come ti ha aperto gli occhi?». 27Rispose loro: «Ve l'ho già detto e non mi avete ascoltato; perché volete udirlo di nuovo? Volete forse diventare anche voi suoi discepoli?». 28Allora lo insultarono e gli dissero: «Tu sei suo discepolo, noi siamo discepoli di Mosè! 29Noi sappiamo infatti che a Mosè ha parlato Dio; ma costui non sappiamo di dove sia».30Rispose loro quell'uomo: «Proprio questo è strano, che voi non sapete di dove sia, eppure mi ha aperto gli occhi. 31Ora, noi sappiamo che Dio non ascolta i peccatori, ma se uno è timorato di Dio e fa la sua volontà, egli lo ascolta. 32Da che mondo è mondo, non s'è mai sentito dire che uno abbia aperto gli occhi a un cieco nato. 33Se costui non fosse da Dio, non avrebbe potuto far nulla». 34Gli replicarono: «Sei nato tutto nei peccati e vuoi insegnare a noi?». E lo cacciarono fuori.
35Gesù seppe che l'avevano cacciato fuori, e incontratolo gli disse: «Tu credi nel Figlio dell'uomo?». 36Egli rispose: «E chi è, Signore, perché io creda in lui?». 37Gli disse Gesù: «Tu l'hai visto: colui che parla con te è proprio lui». 38Ed egli disse: «Io credo, Signore!». E gli si prostrò innanzi.
39Gesù allora disse: «Io sono venuto in questo mondo per giudicare, perché coloro che non vedono vedano e quelli che vedono diventino ciechi». 40Alcuni dei farisei che erano con lui udirono queste parole e gli dissero: «Siamo forse ciechi anche noi?». 41Gesù rispose loro: «Se foste ciechi, non avreste alcun peccato; ma siccome dite: Noi vediamo, il vostro peccato rimane».
Per coloro che
desiderano approfondire maggiormente il testo
a) Contesto in cui fu
scritto il Vangelo di Giovanni:
Meditando la storia
della guarigione del cieco, è bene ricordare il contesto delle comunità
cristiane in Asia Minore verso la fine del primo secolo, per le quali è stato
scritto il Vangelo di Giovanni e che si identificavano con il cieco e con la
sua guarigione. Loro stesse, a causa di una visione legalista della Legge di
Dio, erano cieche fin dalla nascita. Ma, come avvenne per il cieco, anche loro
riuscirono a vedere la presenza di Dio nella persona di Gesù di Nazaret e si
convertirono. E’ stato un processo doloroso! Nella descrizione delle tappe e
dei conflitti della guarigione del cieco, l’autore del Quarto Vangelo evoca il
percorso spirituale delle comunità, dalla oscurità della cecità fino alla piena
luce della fede illuminata da Gesù.
b) Commento del testo:
Giovanni 9,1-5: La
cecità davanti al male che esiste nel mondo
Vedendo il cieco i discepoli chiedono: “Rabbì, chi ha peccato lui o i suoi genitori perché egli nascesse cieco?” In quella epoca, un difetto fisico o una malattia era considerata un castigo di Dio. Associare i difetti fisici al peccato era un modo con cui i sacerdoti dell’Antica Alleanza mantenevano il loro potere sulla coscienza del popolo. Gesù aiuta i discepoli a correggere le loro idee: “Né lui ha peccato né i suoi genitori, ma è così perché si manifestassero in lui le opere di Dio!” Opera di Dio è lo stesso che Segnale di Dio. Quindi, ciò che in quella epoca era segnale di assenza di Dio, sarà segnale della sua presenza luminosa in mezzo a noi. Gesù dice: “Dobbiamo compiere le opere di colui che mi ha mandato finché è giorno; poi viene la notte, quando nessuno può operare. Finché sono nel mondo, sono la luce del mondo.” Il Giorno dei segnali comincia a manifestarsi quando Gesù, “il terzo giorno” (Gv 2,1), realizza il “primo segnale” a Cana (Gv 2,11). Ma il Giorno sta per terminare. La notte sta per giungere, poiché siamo già al “settimo giorno”, il sabato, e la guarigione del cieco è già il sesto segnale (Gv 9,14). La Notte è la morte di Gesù. Il settimo segnale sarà la vittoria sulla morte nella risurrezione di Lazzaro (Gv 11). Nel vangelo di Giovanni ci sono solo sette segnali, miracoli, che annunciano il grande segnale che è la Morte e la Risurrezione di Gesù.
Vedendo il cieco i discepoli chiedono: “Rabbì, chi ha peccato lui o i suoi genitori perché egli nascesse cieco?” In quella epoca, un difetto fisico o una malattia era considerata un castigo di Dio. Associare i difetti fisici al peccato era un modo con cui i sacerdoti dell’Antica Alleanza mantenevano il loro potere sulla coscienza del popolo. Gesù aiuta i discepoli a correggere le loro idee: “Né lui ha peccato né i suoi genitori, ma è così perché si manifestassero in lui le opere di Dio!” Opera di Dio è lo stesso che Segnale di Dio. Quindi, ciò che in quella epoca era segnale di assenza di Dio, sarà segnale della sua presenza luminosa in mezzo a noi. Gesù dice: “Dobbiamo compiere le opere di colui che mi ha mandato finché è giorno; poi viene la notte, quando nessuno può operare. Finché sono nel mondo, sono la luce del mondo.” Il Giorno dei segnali comincia a manifestarsi quando Gesù, “il terzo giorno” (Gv 2,1), realizza il “primo segnale” a Cana (Gv 2,11). Ma il Giorno sta per terminare. La notte sta per giungere, poiché siamo già al “settimo giorno”, il sabato, e la guarigione del cieco è già il sesto segnale (Gv 9,14). La Notte è la morte di Gesù. Il settimo segnale sarà la vittoria sulla morte nella risurrezione di Lazzaro (Gv 11). Nel vangelo di Giovanni ci sono solo sette segnali, miracoli, che annunciano il grande segnale che è la Morte e la Risurrezione di Gesù.
Giovanni 9,6-7. Il
segnale di “Inviato di Gesù” che produce diverse reazioni
Gesù sputa per terra, fa del fango con la saliva, spalma il fango sugli occhi del cieco e gli chiede di lavarsi nella piscina di Siloè. L’uomo va e ritorna guarito. E’ questo il segnale! Giovanni commenta dicendo che Siloè significa inviato. Gesù è l’Inviato del Padre che realizza le opere di Dio, i segnali del Padri. Il segnale di questo ‘invio’ è che il cieco comincia a vedere.
Gesù sputa per terra, fa del fango con la saliva, spalma il fango sugli occhi del cieco e gli chiede di lavarsi nella piscina di Siloè. L’uomo va e ritorna guarito. E’ questo il segnale! Giovanni commenta dicendo che Siloè significa inviato. Gesù è l’Inviato del Padre che realizza le opere di Dio, i segnali del Padri. Il segnale di questo ‘invio’ è che il cieco comincia a vedere.
Giovanni 9,8-13: La
prima reazione: quella dei vicini
Il cieco è molto conosciuto. I vicini rimangono dubbiosi: “Sarà proprio lui? E si chiedono: “Com’è che si aprirono i suoi occhi?” Colui che prima era cieco, testimonia: “Quell’Uomo che si chiama Gesù mi ha aperto gli occhi”. Il fondamento della fede in Gesù è accettare che lui è un essere umano come noi. I vicini si chiedono: “Dov’è?” - “Non lo so!” Loro non rimangono soddisfatti con la risposta del cieco e, per chiarire il tutto, portano l’uomo dinanzi ai farisei, le autorità religiose.
Il cieco è molto conosciuto. I vicini rimangono dubbiosi: “Sarà proprio lui? E si chiedono: “Com’è che si aprirono i suoi occhi?” Colui che prima era cieco, testimonia: “Quell’Uomo che si chiama Gesù mi ha aperto gli occhi”. Il fondamento della fede in Gesù è accettare che lui è un essere umano come noi. I vicini si chiedono: “Dov’è?” - “Non lo so!” Loro non rimangono soddisfatti con la risposta del cieco e, per chiarire il tutto, portano l’uomo dinanzi ai farisei, le autorità religiose.
Giovanni 9,14-17: La
seconda reazione: quella dei farisei
Quel giorno era un sabato ed il giorno del sabato era proibito curare. Interrogato dai farisei, l’uomo racconta di nuovo tutto. Alcuni farisei, ciechi nella loro osservanza della legge, commentano: “Questo uomo non viene da Dio, perché non osserva il sabato!” E non riuscivano ad ammettere che Gesù potesse essere un segnale di Dio, perché guariscono il cieco un sabato. Ma altri farisei, interpellati dal segnale, rispondono: “Come può un peccatore compiere tali prodigi?” Erano divisi tra loro! E chiesero al cieco: “Tu che dici di lui, dal momento che ti ha aperto gli occhi?” E lui dà la sua testimonianza: “E’ un Profeta!”
Quel giorno era un sabato ed il giorno del sabato era proibito curare. Interrogato dai farisei, l’uomo racconta di nuovo tutto. Alcuni farisei, ciechi nella loro osservanza della legge, commentano: “Questo uomo non viene da Dio, perché non osserva il sabato!” E non riuscivano ad ammettere che Gesù potesse essere un segnale di Dio, perché guariscono il cieco un sabato. Ma altri farisei, interpellati dal segnale, rispondono: “Come può un peccatore compiere tali prodigi?” Erano divisi tra loro! E chiesero al cieco: “Tu che dici di lui, dal momento che ti ha aperto gli occhi?” E lui dà la sua testimonianza: “E’ un Profeta!”
Giovanni 9,18-23: La
terza reazione: quella dei genitori
I farisei, ora chiamati giudei, non credevano che fosse stato cieco. Pensavano che si trattasse di un inganno. Per questo mandarono a chiamare i genitori e chiesero loro: “E’ questo il vostro figlio che voi dite di esser nato cieco? Come mai ora ci vede?” Con molta cautela i genitori risposero: “Sappiamo che questo è il nostro figlio e che è nato cieco; come poi ora ci veda, non lo sappiamo, né sappiamo chi gli ha aperto gli occhi. Chiedetelo a lui, ha l’età, parlerà lui stesso!” La cecità dei farisei dinanzi all’evidenza della guarigione produce timore tra la gente. E colui che professava di avere fede in Gesù Messia era espulso dalla sinagoga. La conversazione con i genitori del cieco rivela la verità, ma le autorità religiose si negano ad accettarla. La loro cecità è maggiore che l’evidenza dei fatti. Loro, che tanto insistevano nell’osservanza della legge, ora non vogliono accettare la legge che dichiara valida la testimonianza di due persone (Gv 8,17).
I farisei, ora chiamati giudei, non credevano che fosse stato cieco. Pensavano che si trattasse di un inganno. Per questo mandarono a chiamare i genitori e chiesero loro: “E’ questo il vostro figlio che voi dite di esser nato cieco? Come mai ora ci vede?” Con molta cautela i genitori risposero: “Sappiamo che questo è il nostro figlio e che è nato cieco; come poi ora ci veda, non lo sappiamo, né sappiamo chi gli ha aperto gli occhi. Chiedetelo a lui, ha l’età, parlerà lui stesso!” La cecità dei farisei dinanzi all’evidenza della guarigione produce timore tra la gente. E colui che professava di avere fede in Gesù Messia era espulso dalla sinagoga. La conversazione con i genitori del cieco rivela la verità, ma le autorità religiose si negano ad accettarla. La loro cecità è maggiore che l’evidenza dei fatti. Loro, che tanto insistevano nell’osservanza della legge, ora non vogliono accettare la legge che dichiara valida la testimonianza di due persone (Gv 8,17).
Giovanni 9,24-34: La
sentenza finale dei farisei rispetto a Gesù
Chiamano di nuovo il cieco e dicono: “Dà gloria a Dio. Noi sappiamo che questo uomo è un peccatore.” In questo caso: “dare gloria a Dio” significava: “Chiedi perdono per la menzogna che hai appena detto!” Il cieco aveva detto: “E’ un profeta!” Secondo i farisei avrebbe dovuto dire: “E’ un peccatore!” Ma il cieco è intelligente. E risponde: “Se sia un peccatore non lo so; una cosa so: prima ero cieco e ora ci vedo!” Contro questo fatto non ci sono argomenti! Di nuovo i farisei chiedono: “Che cosa ti ha fatto? Come ti ha aperto gli occhi?” Il cieco risponde con ironia: “Ve l’ho già detto. Volete forse diventare anche voi suoi discepoli?” Allora lo insultarono e gli dissero: “Tu sei suo discepolo, noi siamo discepoli di Mosè! Noi sappiamo infatti che a Mosè ha parlato Dio; ma costui non sappiamo di dove sia”. Con fine ironia, di nuovo il cieco risponde: “Proprio questo è strano! Che voi non sapete di dove sia, eppure mi ha aperto gli occhi. Se costui non fosse da Dio, non avrebbe potuto far nulla”. Dinanzi alla cecità dei farisei, cresce nel cieco la luce della fede. Lui non accetta il raziocinio dei farisei e confessa che Gesù viene dal Padre. Questa professione di fede gli causa l’espulsione dalla sinagoga. Lo stesso succedeva nelle comunità cristiane della fine del primo secolo. Colui che professava la fede in Gesù doveva rompere qualsiasi legame familiare e comunitario. Così succede anche oggi: colui o colei che decide di essere fedele a Gesù corre il pericolo di essere escluso.
Chiamano di nuovo il cieco e dicono: “Dà gloria a Dio. Noi sappiamo che questo uomo è un peccatore.” In questo caso: “dare gloria a Dio” significava: “Chiedi perdono per la menzogna che hai appena detto!” Il cieco aveva detto: “E’ un profeta!” Secondo i farisei avrebbe dovuto dire: “E’ un peccatore!” Ma il cieco è intelligente. E risponde: “Se sia un peccatore non lo so; una cosa so: prima ero cieco e ora ci vedo!” Contro questo fatto non ci sono argomenti! Di nuovo i farisei chiedono: “Che cosa ti ha fatto? Come ti ha aperto gli occhi?” Il cieco risponde con ironia: “Ve l’ho già detto. Volete forse diventare anche voi suoi discepoli?” Allora lo insultarono e gli dissero: “Tu sei suo discepolo, noi siamo discepoli di Mosè! Noi sappiamo infatti che a Mosè ha parlato Dio; ma costui non sappiamo di dove sia”. Con fine ironia, di nuovo il cieco risponde: “Proprio questo è strano! Che voi non sapete di dove sia, eppure mi ha aperto gli occhi. Se costui non fosse da Dio, non avrebbe potuto far nulla”. Dinanzi alla cecità dei farisei, cresce nel cieco la luce della fede. Lui non accetta il raziocinio dei farisei e confessa che Gesù viene dal Padre. Questa professione di fede gli causa l’espulsione dalla sinagoga. Lo stesso succedeva nelle comunità cristiane della fine del primo secolo. Colui che professava la fede in Gesù doveva rompere qualsiasi legame familiare e comunitario. Così succede anche oggi: colui o colei che decide di essere fedele a Gesù corre il pericolo di essere escluso.
Giovanni 9,35-38: L’atteggiamento
di fede del cieco dinanzi a Gesù
Gesù non abbandona colui per cui è perseguitato. Quando viene messo al corrente dell’espulsione, ed incontrandosi con l’uomo, lo aiuta a dare un altro passo, invitandolo ad assumere la sua fede e gli chiede: “Tu credi nel Figlio dell’Uomo?” E lui gli risponde: “E chi è, Signore, perché io creda in lui?” Gli disse Gesù: “Tu l’hai visto: colui che parla con te è proprio lui”. Il cieco esclama: “Credo, Signore!” E gli si prostra dinanzi. L’atteggiamento di fede del cieco davanti a Gesù è di assoluta fiducia e di totale accettazione. Accetta tutto da Gesù. Ed è questa la fede che sostentava le comunità cristiane dell’Asia verso la fine del primo secolo, e che ci sostiene fino ad oggi.
Gesù non abbandona colui per cui è perseguitato. Quando viene messo al corrente dell’espulsione, ed incontrandosi con l’uomo, lo aiuta a dare un altro passo, invitandolo ad assumere la sua fede e gli chiede: “Tu credi nel Figlio dell’Uomo?” E lui gli risponde: “E chi è, Signore, perché io creda in lui?” Gli disse Gesù: “Tu l’hai visto: colui che parla con te è proprio lui”. Il cieco esclama: “Credo, Signore!” E gli si prostra dinanzi. L’atteggiamento di fede del cieco davanti a Gesù è di assoluta fiducia e di totale accettazione. Accetta tutto da Gesù. Ed è questa la fede che sostentava le comunità cristiane dell’Asia verso la fine del primo secolo, e che ci sostiene fino ad oggi.
Giovanni 9,39-41: Una
riflessione finale
Il cieco che non vedeva, finisce vedendo meglio dei farisei. Le comunità dell’Asia Minore che prima erano cieche, scoprono la luce. I farisei che pensavano di vedere correttamente, sono più ciechi del cieco nato. Intrappolati nella vecchia osservanza, mentono quando dicono di vedere. Non c’è peggior cieco di colui che non vuole vedere!
Il cieco che non vedeva, finisce vedendo meglio dei farisei. Le comunità dell’Asia Minore che prima erano cieche, scoprono la luce. I farisei che pensavano di vedere correttamente, sono più ciechi del cieco nato. Intrappolati nella vecchia osservanza, mentono quando dicono di vedere. Non c’è peggior cieco di colui che non vuole vedere!
Il Nome: “Io SONO”
Per rivelare il
significato profondo della guarigione del cieco, il Quarto Vangelo ricorda la
frase di Gesù: “Io sono la luce del mondo” (Gv 9,5). In diversi altri
luoghi, in risposta alle domande che le persone pongono fino ad oggi rispetto a
Gesù: “Chi sei tu?” (Gv 8,25) o “Chi pretendi di essere?” (Gv 8,53), il vangelo
di Giovanni ripete questa stessa affermazione “IO SONO”:
* Io sono il pane di vita (Gv 6,34-48)
* Io sono il pane vivo disceso dal cielo (Gv 6,51)
* Io sono la luce del mondo (Gv 8,12; 9,5)
* Io sono la porta (Gv 10, 7.9)
* Io sono il buon pastore (Gv 10,11,25)
* Io sono la risurrezione e la vita (Gv 11,25)
* Io sono il cammino, la verità e la vita (Gv 14,6)
* Io sono la vite (Gv 15,1)
* Io sono re (Gv 18,37)
* Io sono (Gv 8,24.27.58)
Questa auto-rivelazione di Gesù raggiunge il suo culmine nella conversazione con i giudei, in cui Gesù afferma: “Quando avrete innalzato il Figlio dell’uomo, allora saprete che Io Sono” (Gv 8,27). Il nome Io sono è lo stesso che Yavé, nome che Dio assunse nell’esodo, espressione della sua presenza liberatrice tra Gesù ed il Padre (Ex 3,15). La ripetuta affermazione IO SONO rivela la profonda identità tra Gesù ed il Padre. Il volto di Dio rifulge in Gesù di Nazaret: “Chi vede me, vede il Padre!” (Gv 14,9)
* Io sono il pane di vita (Gv 6,34-48)
* Io sono il pane vivo disceso dal cielo (Gv 6,51)
* Io sono la luce del mondo (Gv 8,12; 9,5)
* Io sono la porta (Gv 10, 7.9)
* Io sono il buon pastore (Gv 10,11,25)
* Io sono la risurrezione e la vita (Gv 11,25)
* Io sono il cammino, la verità e la vita (Gv 14,6)
* Io sono la vite (Gv 15,1)
* Io sono re (Gv 18,37)
* Io sono (Gv 8,24.27.58)
Questa auto-rivelazione di Gesù raggiunge il suo culmine nella conversazione con i giudei, in cui Gesù afferma: “Quando avrete innalzato il Figlio dell’uomo, allora saprete che Io Sono” (Gv 8,27). Il nome Io sono è lo stesso che Yavé, nome che Dio assunse nell’esodo, espressione della sua presenza liberatrice tra Gesù ed il Padre (Ex 3,15). La ripetuta affermazione IO SONO rivela la profonda identità tra Gesù ed il Padre. Il volto di Dio rifulge in Gesù di Nazaret: “Chi vede me, vede il Padre!” (Gv 14,9)
(selezione
della Lectio Divina tratta dal sito ufficiale dei Carmelitani: http://ocarm.org/it/content/lectio/lectio-divina-4-domenica-quaresima)
Nessun commento:
Posta un commento